Consonanze
La mostra intende soprattutto coinvolgere lo spettatore e invitarlo a cercare a seconda delle proprie sensibilità le proprie “consonanze”: un’esperienza visiva ed emozionale che non sarebbe possibile senza il contatto diretto con le opere e lo spazio del museo che le accoglie.
Comunicato stampa
Evoluzione ritmica in Annamaria Cane
di Carlo Roberto Sciascia
Artista dotata di una forte carica comunicativa, Annamaria Cane propone visioni nelle quali il dramma del vivere si stempera in emozioni positive, che suggeriscono armoniose certezze; ella si slancia appassionatamente in problematiche delicate, stimolando profonde riflessioni e sensazioni decise; la sua pittura sembra quasi affiorare sulla superficie pittorica dalla memoria e, vivida nei riverberi e vorticosi ripensamenti, si libra sull'umanità lavorante alla ricerca del quid che tutto unisce, che avvertito dalla psiche dell'uomo sensibile, che si cela nell'oblio incombente.
La percezione del mondo reale in Annamaria Cane si sovrappone a quella realizzata nel suo habitat lavorativo e in un'evoluzione ritmica si sviluppa in deliziosi accenti musicali, mentre tutto vive intensamente ed intimamente, offrendo spunti di profonda religiosità ed elevata umanità e proiezioni nel mondo della pura psiche, ove i suoni avvertibili trasmettono forti emozioni.
L'artista indaga nei meandri impalpabili della psiche umana scorgendo un'inquietudine celata in evanescenti riverberi, mentre assapora melodiosi echi di un mondo in continuo rinnovamento. L'elaborazione di un pensiero o di un'idea, operata con naturalezza, le permettono di riflettere su qualsiasi problema con la passione tipica dei popoli mediterranei, mentre un'inquietudine di fondo aleggia in ogni opera e determina visioni evanescenti.
Nelle sue opere sa infondere un'atmosfera particolarmente coinvolgente, dalla quale emergono in morbide curve, rinnovantesi ripetutamente, i delicati insiemi; ma la passionalità tipicamente umana ed una concezione filosofica singolare della vita a ravvivare di una luce particolarmente calda ed affascinante la superficie pittorica.
Mattia Fiore: dalle intime risonanze ai liquidi cromatismi
di Carlo Roberto Sciascia
Mattia Fiore, in una sorta di controllato sconfinamento, dipana un’armonia di colori dalla decisa valenza interiore con un fluire di tessiture cromatiche e di sfilacciata luminosità; la trama pittorica, privata del limite della forma e del peso della materia, si evolve in frammenti di sensazioni ed in un pulviscolo di incorporee emozioni,generando un magma silenzioso e decantato.
L’immagine stessa si frantuma in misteriosi segni dall’intensa gestualità alla ricerca dell’attimo fuggente e, quale apparizione sospesa nel tempo, si stempera in un magma dal vigoroso dinamismo e in un’esplosione di mille densi e accesi colori, dalla tonalità decisa. In un clima di forti risonanze intime, di emozioni psichiche elaborate su un tessuto spirituale personale, l’artista evolve filamenti compatti in sprazzi vorticosi.
Mattia Fiore è un artista che abbina ad una notevole sensibilità coloristica una spiccata ricchezza gestuale,la quale gli permette di avventurarsi in discorsi intimi e nei segreti meandri della mente; egli crea un contesto sognante grazie ad una tavolozza che, più accesa inizialmente ed a tratti anche energica, con il tempo si è stemperata in pacati echi fluidi della memoria.
Sulla superficie pittorica il maestro percorre i misteriosi sentieri della psiche tracciando linee e stendendo con cura i colori tra forme fluide sovrapposte e riflessi del mondo interiore, laddove si affollano molteplici elementi fusi in suggestivi segni visivi tra luci e vibrazioni .
Le opere di Mattia Fiore finiscono con l’apparire isole del proprio io, monadi che si rincorrono in circolo e si tuffano nell’ignoto dei propri sentimenti.
Il suo segno pittorico si esalta con lirica sensibilità in una tensione visionaria e intimista di immediata percezione visiva che, nel riflesso psicologico, sa decantare le ansie e le inquietudini dell’uomo.
È un’arte impulsiva, legata solo a sussulti istintivi, ai piaceri derivanti dalla trepidazione che si traduce in opere puramente cromatiche e segniche; notevole è, infatti, l’impulso introspettivo nell’artista che lo induce alla meditazione e finisce per rivelare sé stesso negli accenti più lirici ed accattivanti trascendenti la forma.