Contesti Estremi – Roberto Pugliese
La Gervasuti Foundation, in occasione della 56° Biennale Musica, presenterà all’interno dei propri spazi il progetto ‘Contesti Estremi / Extreme Contexts’ che inaugura con la performance del compositore Emanuele de Raymondi. Per questa occasione L’artista Roberto Pugliese è stato invitato a ripensare, con un’installazione site-specific, il pop-up bar della fondazione che, nato come “Bikini Bar” in occasione della 53esima Biennale Arte e dopo essere diventato il “Nocturne” nel 2011 cambia pelle nuovamente. Il titolo dell’opera è: “Gervasuti Mix. Omaggio a Cage”.
Comunicato stampa
La Gervasuti Foundation, in occasione della 56° Biennale Musica, presenterà all’interno dei propri spazi il
progetto ‘Contesti Estremi / Extreme Contexts’ che inaugura con la performance del compositore Emanuele
de Raymondi. Per questa occasione L’artista Roberto Pugliese è stato invitato a ripensare, con un’installazione
site-specific, il pop-up bar della fondazione che, nato come “Bikini Bar” in occasione della 53esima Biennale
Arte e dopo essere diventato il “Nocturne” nel 2011 cambia pelle nuovamente. Il titolo dell’opera è: “Gervasuti
Mix. Omaggio a Cage”.
Roberto Pugliese è un artista multimediale. Il suo lavoro è fatto di composizioni, installazioni e performance
basate sul suono in combinazione con l’ambiente circostante e con la partecipazione dello spettatore. In questo
caso l’interesse dell’artista per gli ambienti urbani e la sua esplorazione degli spazi pubblici della città di Venezia,
lo hanno portato a raccogliere e catalogare una grande quantità di materiale audio ambientale. Questa
raccolta d’input sonori disomogenei è stata poi analizzata ed elaborata digitalmente attraverso un software di
programmazione sonora progettato dall’artista. Questi suoni vengono infine riprodotti da dispositivi per la
riproduzione acustica disposti nello spazio in composizioni fitomorfiche.
Il formalismo visivo e il rigore concettuale, vicino all’arte programmata, dell’installazione di Pugliese bene si
adattano allo spazio interno del Bar della Gervasuti Foundation che diventa contenitore con cui il lavoro entra
in relazione dialettica. Dal pavimento una frusta di cavi elettrici neri, stretti in fascine, si sviluppa sul piano
e sulle pareti in modo organico fino a raggiungere il soffitto. Dal soffitto i cavi si separano seguendo percorsi
diversi e ricadono verso il basso sospesi a diverse altezze da terra. Ogni cavo termina con uno speaker e ogni speaker
diffonde un’unità minima di audio nella sua forma d’onda più semplice, una sinusoide. La combinazione
di queste forme d’onda minimali produce un movimento sonoro complesso e affascinante dal punto di vista
dell’estetica del suono. I suoni che si diffondono nella sala diventano spazio sociale condiviso e articolato. L’idea
di tradurre una realtà, quella registrata dal vivo nella città, in suoni prima destrutturati e poi ricomposti in un
altro spazio, porta lo spettatore a vivere nuove esperienze, trasportandolo in un’eterotopia che ha la particolare
caratteristica di essere connessa a tutti gli spazi di Venezia.