Convivium
Progetto ideato da due realtà giovani e conterranee dedicate alla promozione libera e indipendente dell’arte contemporanea – Zelle – spazio espositivo diretto da Federico Lupo con sede a Palermo, e – Balloon project – neopiattaforma glocale con sede a Catania.
Comunicato stampa
S'inaugura a Palermo il 15 luglio 2012 alle h.11.30 presso gli spazi espositivi di Zelle la mostra d'arte relazionale Convivium curata da Valentina Lucia Barbagallo; progetto ideato da due realtà giovani e conterranee dedicate alla promozione libera e indipendente dell'arte contemporanea – Zelle – spazio espositivo diretto da Federico Lupo con sede a Palermo, e – Balloon project – neopiattaforma glocale con sede a Catania.
Il titolo rimanda al simposio – banchetto accompagnato da musica e dialoghi filosofici - nato nel mondo greco e tramandatosi in tutte le culture fino ad oggi. Il simposio era un momento legato alla tavola ma anche alla cultura, si pensi ai filosofi socratici; all'"otium" connesso alla sazietà del corpo e della mente di cui parlano Virgilio e Orazio o al Satyricon di Petronio che ci mostrano come il simposio greco sia divenuto il convivium (cum vivere = vivere con) romano; e ancora, a Dante che intitola "Convivio", l'opera in volgare con cui intende "nutrire di sapere", mediante le "vivande" e il "pane", tutti gli uomini che ne abbiano desiderio.
In questa versione contemporanea del convivium i commensali sono sei artisti provenienti da città diverse e che lavorano spesso sulle piccole e intime dimensioni, sulla ridefinizione dei luoghi, dei tempi e delle cose, sulla risemantizzazione degli oggetti. Francesco Balsamo, Fabrizio Consenza, Luigi Massari, Giuseppe Mendolia Calella, Carmelo Nicotra, Enrico Piras sono gli artisti che sono stati invitati a presentare una "porzione" del proprio lavoro da esporre insieme alle altre su un unico tavolo quadrato così da costituire un "unicum" nuovo e corale dato dalla pluralità di ricerche simili nelle intenzioni ma differenti nei contenuti. Riprendendo la nomenclatura dantesca, le "vivande" sono le opere degli artisti, il "pane", i testi che ciascun artista o chi per loro (curatori, altri artisti) hanno scritto sul proprio lavoro presente in mostra e su quello di un altro artista che "siede alla stessa tavola".
Vedere, dapprima, un'opera unica creata da sei artisti diversi; apprendere, in seguito, che essa è formata da sei porzioni di altre opere a se stanti; leggere, poi, le riflessioni personali di ciascun artista sul proprio lavoro e sul lavoro di un altro "commensale"; trovarsi a confrontarsi su ciò che è, ciò che potrebbe essere e su ciò che mai sarà crea "identità" per negazione, si nutre di alterità, crea scambio, nonché, crescita individuale e collettiva. La ricerca di identità passa per due binari paralleli che sono la scoperta del sé in relazione al sé e la scoperta del sé in relazione al noi, agli altri. Come e cosa vediamo non necessariamente corrisponde a ciò che vedono e a come vedono gli altri. In quest'ultimo aspetto, entra in gioco la triade hegeliana costituita dall'artista, dall'opera e dal pubblico: affinchè le tre figure interessate coesistano nello stesso luogo e nello stesso tempo è necessario che si crei riconoscimento ed empatia, raggiungibili attraverso la constatazione del diverso. Constatazione che non provoca un annullamento dell'alterità ma un suo potenziamento.