Copley / Popplay
Tommaso Calabro inaugura “Copley”, una mostra che celebra l’artista americano William N. Copley (1919-1996), noto per essere stato uno dei punti di congiunzione tra il Surrealismo europeo e la Pop Art americana. In contemporanea, la galleria inaugura la propria programmazione d’arte contemporanea con la prima Project Room nella sede di Milano, dedicata a Flaminia Veronesi (Milano, 1986).
Comunicato stampa
Mercoledì 10 aprile 2024 Tommaso Calabro inaugura "Copley", una mostra che celebra l’artista americano William N. Copley (1919-1996), noto per essere stato uno dei punti di congiunzione tra il Surrealismo europeo e la Pop Art americana.
Artista, scrittore, gallerista, mecenate, editore e collezionista, Copley, legato da un'amicizia con Marcel Duchamp, visse a Parigi, New York, il Connecticut e la Florida. Dopo l'esperienza delle Copley Galleries a Los Angeles nel 1948 – dove presenta per la prima volta sulla West Coast opere di surrealisti come René Magritte, Yves Tanguy, Roberto Matta, Joseph Cornell, Man Ray e Max Ernst, molti dei quali confluiti nella sua collezione privata – Copley si dedica interamente alla pittura da autodidatta.
Firmandosi con lo pseudonimo "CPLY", a partire dalla fine degli anni Quaranta realizza ritratti naïf e soggetti d’ispirazione surrealista. A Parigi, dove vive tra il 1951 e il 1962, diviene parte integrante di Impasse Ronsin a Montparnasse, dove conosce e lavora a contatto con Yves Klein, Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely e Constantin Brancusi sviluppando il suo distintivo stile figurativo, caratterizzato da piatte figure curvilinee dai contorni netti, luminose campiture di colore e fantasie fumettistiche.
La mostra "Copley" presenta una selezione di circa venti dipinti e disegni realizzati tra gli anni Cinquanta e Settanta. Sono incluse opere su carta dipinte dopo il ritorno a New York nel 1963 – tra cui un lavoro dalla serie X-Rated (1972-1975), distorsioni figurative di soggetti erotici ripresi da riviste pornografiche acquistate da 42nd Street – e dipinti dalla serie Nouns presentati da Alexander Iolas, suo principale gallerista e sostenitore, tra il 1970 e il 1972: immagini di oggetti di uso comune, realizzati in grande formato e collocati in situazioni spaziali astratte.
Con l’aggiunta di cataloghi e monografie d’archivio, la mostra esplora l’immaginario satirico e provocatorio di Copley, dove amore, morte, politica, sesso, parodia e nazionalismo vestono i panni di uomini in abito e bombetta, donne nude e semi-nude, prostitute, automobili, coppie di amanti abbracciati e oggetti quotidiani estrapolati dal loro contesto: soggetti di quella che l’artista descriveva come la sua "mitologia privata" di immagini.
"Copley" da Tommaso Calabro è la mostra più significativa in Italia dopo la grande retrospettiva dedicata all’artista a Milano nel 2016 da Fondazione Prada, a cura di Germano Celant in collaborazione con la Menil Foundation di Houston. "Copley" riporta l’attenzione su un artista che ha sfidato le convenzioni del suo tempo e anticipato le evoluzioni dell'arte contemporanea, dalla Pop Art degli anni Sessanta al ritorno alla figurazione degli Ottanta.
In contemporanea alla mostra "Copley", mercoledì 10 aprile 2024 Tommaso Calabro inaugura la propria programmazione d’arte contemporanea con la prima Project Room nella sede di Milano, dedicata a Flaminia Veronesi (Milano, 1986).
Artista dal talento poliedrico, Veronesi debutta presso Tommaso Calabro con un progetto installativo in cui si intrecciano wall-painting, dipinti e opere tessili.
Alla richiesta di confrontarsi con un artista dalla produzione tanto vivace quanto provocatoria come William N. Copley (1919-1996), Veronesi risponde con altrettanta libertà espressiva. Per l’artista, il nudo del corpo femminile, che è protagonista dei lavori esposti, rifugge dalla rigidità del politicamente corretto e si sbriglia dall’impegno politico per trovare nel surreale e nel gioco una rinnovata, più potente presa di coscienza.
È in questo modo che Veronesi tesse una tela che unisce Copley alle sue Tette fotoniche e agli acrilici della serie Look at Me, in cui l’artista trasforma delle ballerine di un night in sirene danzanti, cariche di sogno ed erotismo.
Da "Copley" a "Popplay".