Corpus
Mostra collettiva dal titolo CORPŭS, a cura di Marina Guida, realizzata con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e con il Patrocinio del Comune di Saviano.
Comunicato stampa
Sabato 10 giugno 2017 alle ore 19.00 sarà inaugurata presso lo spazio espositivo Saaci/Gallery, la mostra collettiva dal titolo CORPŭS, a cura di Marina Guida, realizzata con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e con il Patrocinio del Comune di Saviano. Da sempre il corpo è stato oggetto d’indagine e soggetto in innumerevoli rappresentazioni visive ed interrogazioni filosofiche, dai graffiti rupestri alle performances della body art, è il protagonista. Per Freud era la “scena delle pulsioni”, con Lacan diventa linguaggio, dispositivo sensoriale, che in quanto soglia di scambio con il mondo, rappresenta di fatto il canale di connessione tra l’interno e l’esterno. Nell’accezione latina il corpŭs è: corpo, individuo, persona, essere vivente, ma anche il suo opposto, cioè cadavere, corpo inanimato, oltre a materia, massa, sostanza immateriale; ma anche organismo, struttura, complesso unitario, società, classe, corporazione, unione, casta e gruppo organizzato; la medesima parola si utilizzava per indicare una raccolta di scritti, un’opera, un volume, oppure l’essenza, “la sostanza”. Intorno ai molteplici ed apparentemente discordanti significati di questa parola, gli artisti in mostra, tessono la trama delle loro riflessioni, mediante molteplici media: pittura, scultura, video, fotografia, installazione. Il percorso espositivo si compone delle opere di tredici artisti di diverse generazioni e nazionalità: Alexandra Penris (Austria), Joyce Kubat (USA), Joseba Eskubi (Spagna), Pietro Lista (Italia), Francesco Cocco (Italia), Como Seta (USA), Marco Fantini (Italia), Alfonso Auriemma (Italia), Ilaria Cozzolino (Italia), Maurizio Elettrico (Italia), Navid Azimi Sajadi (Iran), Blak Napkin (Italia), Matilde de Feo (Italia). Nelle loro opere il corpo reale, simbolico o virtuale, prolifera, fiorisce, deperisce e rinasce, si scompone e ricompone in forma in/forme; si lacera, dilata, si lascia leggere e si nasconde, come un abbecedario di segni, riconoscibili o enigmatici; diventa punto di unione, ponte tra diverse culture e religioni. Compatto o frammentario, ben delineato o diafano, contenuto o esteso, rarefatto e diffuso, naturale o artificiale, è qui spesso indagato nei suoi limiti e potenzialità; in relazione agli universi emozionali che ne trasformano l’apparenza, è indagato nel suo continuo divenire, come una mappa immaginaria dagli indecifrabili confini.