Cosimo Damiano Tondo – Opere anni ’60 e ‘70

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO VERNAZZA
via palazzo dei conti, Lecce, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a domenica dalle 11 alle 12.30 e dalle 17 alle 20.30

Vernissage
28/10/2016

ore 19

Artisti
Cosimo Damiano Tondo
Curatori
Lorenzo Madaro
Generi
arte contemporanea, personale

Questa mostra – patrocinata dall’assessorato al turismo, spettacoli e marketing territoriale del Comune di Lecce – raccoglie per la prima volta, a distanza di mezzo secolo, un nucleo significativo di opere concepite tra la seconda metà dei Sessanta e i primi anni del decennio successivo, comprese le serigrafie, all’epoca tecnica molto in voga tra gli artisti sperimentali, dove le cromie accese riappaiono con vigore nell’impaginazione dello schema modulare.

Comunicato stampa

Questa mostra – patrocinata dall’assessorato al turismo, spettacoli e marketing territoriale del Comune di Lecce – raccoglie per la prima volta, a distanza di mezzo secolo, un nucleo significativo di opere concepite tra la seconda metà dei Sessanta e i primi anni del decennio successivo, comprese le serigrafie, all’epoca tecnica molto in voga tra gli artisti sperimentali, dove le cromie accese riappaiono con vigore nell’impaginazione dello schema modulare.
È alla crisi dell’informale che dobbiamo riferirci quando osserviamo le sculture della seconda metà degli anni Sessanta di Cosimo Damiano Tondo (San Cesario di Lecce, 1938; vive e lavora a Lecce), in mostra negli spazi del piano terra di Palazzo Vernazza. E, naturalmente a un territorio – la Puglia –, che nonostante la collocazione periferica era perfettamente in grado di esprimere, forse più di adesso, processi e tendenze avanzate, in stretto contatto, talvolta anche diretto, con indagini in corso nei centri culturali più impegnati d’Italia e non solo.
Con l’abbandono dei mezzi e delle espressioni dell’Informale, in Italia come in altre aree, si è fatta largo una tendenza che ha inteso agire in maniera più rigorosa sotto il profilo formale, rinunciando alla veemenza gestuale e all’apporto materico e privilegiando invece un interesse per una leggerezza e una concezione spaziale di radice minimal.
Un testimone oculare – e un critico attento e militante – di quegli anni in Italia è stato certamente Franco Sossi, il quale nel suo La scelta del presente. Ultimi modelli d’arte in Puglia (Tèchne, Firenze 1970) appunta, con convinzione, che «[…] vi sono oggi operatori dotati di una adeguata coscienza critica e capaci di prestare attenzione alle più attuali ricerche, in seno alle quali hanno aperto il loro discorso idoneo ad offrire un contributo serio alla promozione culturale della regione». Tra questi Tondo ricopre un significativo ruolo, con le compenetrazioni di forme nello spazio, opere modulari realizzate forgiando l’alluminio con un lavoro quasi rituale di corpo a corpo tra le mani e la materia tecnologica.
Forme concave e convesse, talvolta con declinazioni del tutto minimal e geometriche, in cui uno degli aspetti peculiari è il dialogo dialettico tra pieni e vuoti, forme costruite e porzioni di spazio lasciate intonse. È lo spazio, insieme alla luce e al ritmo visivo – Luce Spazio Strutture è anche il titolo di un esauriente saggio di Sossi pubblicato sul finire dei Sessanta – ad emergere costantemente dall’osservazione diretta di queste opere di Cosimo Damiano Tondo, così come il colore industriale, monocromo, che ben evidenzia la sinuosità delle forme e la ripetitività di alcuni moduli. Il modulo è difatti un’incessante ossessione anche perché esplicita la condivisione di un concetto di riproducibilità industriale, che però segue le regole di un approccio creativo, lo stesso che interviene sui materiali, rielaborando forme e suggerendo aspirazioni visuali.

Cosimo Damiano Tondo nasce a San Cesario di Lecce nel 1938. Nel corso della sua cinquantennale attività ha affiancato alla docenza nei licei artistici un’intensa attività espositiva. Tra le rassegne più significative: 1963 – Maggio di Bari; 1965 – IX Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1968 – Premio Suzzara; 1969 – Mostra Internazionale, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Co/incidenze, Massafra (TA); 1970 – Arte Settanta in Puglia, Torino; 1972 – Serigrafia Contemporanea, Cagliari; 1973 – 15 Tracce, Pinacoteca Provinciale, Bari; 50 Artisti Italiani a Palazzo Braschi, Roma; 1991 – Sculture a Corte, Comune di San Cesario di Lecce (LE); 2003 – Percorsi Artistici Liceo Artistico “Mattia Preti”, Reggio Calabria; 2004 – Prospettive Rovesciate, Villa San Giovanni (RC); 2007 – I Maestri dell’Istituto d’Arte, Castello di Carlo V, Lecce; 2011 – Clausure, San Francesco della Scarpa, Lecce.