Costanza Alvarez de Castro – Giorno di festa
La mostra presenterà al pubblico sei opere a olio di cui tre di grande formato e tre lavori di piccole dimensioni.
Comunicato stampa
Il 12 dicembre 2017 alle ore 18:30, verrà inaugurata Giorno di festa, mostra personale di Costanza Alvarez de Castro. La mostra presenterà al pubblico sei opere a olio di cui tre di grande formato e tre lavori di piccole dimensioni. Una delle opere esposte raffigura dei limoni situati su uno “sfondo non sfondo” mentre le restanti cinque ritraggono delle foreste pluviali, paesaggi che la giovane artista inventa a partire dai propri ricordi. Il titolo della mostra è un omaggio al poeta Jorge Luis Borges e in particolare si ispira a una poesia intitolata “Jardín” che ha sempre avuto per Costanza un'importante valenza.
Con un recente passato dedicato all'apprendimento di raffinate tecniche decorative, seguito da uno stage come decoratrice di scenografie teatrali, Costanza Alvarez de Castro affronta la pittura da cavalletto da una prospettiva diametralmente opposta: la quasi assenza di sfondo. Che si tratti di un ritratto, della rappresentazione di un frutto o di un animale, lo sfondo è semplicemente neutro: non asetticamente neutro, né simbolicamente neutro, e neanche storicamente neutro, come i ‘tenebrosi' sfondi Caravaggeschi alle cui interpretazioni realistiche Costanza si avvicina con spirito moderno. Lo sfondo dei dipinti di Costanza avvolge, incamera, sostiene e mantiene vivi i soggetti rappresentati, elevandoli a icone contemporanee, destrutturandoli da ogni situazione ambientale per esaltarne gli aspetti vitali, pulsanti.
Chi conosce la Storia dell'Arte potrebbe essere tentato ad associare lo stile di alcuni suoi dipinti a un particolare ambiente cronologico o stilistico: La Natura Morta cinquecentesca fiamminga o lombarda, la ritrattistica neoclassica o del primo novecento, la metafisica contemporanea. Tuttavia i suoi soggetti emergono al di fuori di questi ambienti, pur rimanendone in qualche modo legati.
Del legame con l'antico Costanza mantiene la tecnica della pittura a olio, che adatta sapientemente attraverso una ricerca continua degli effetti. La scelta di dipingere a olio non è una scelta scontata. La materia di questa tecnica è complessa nella sua lavorazione, fatta di strati sovrapposti, velature, tempi di essicazione lenti e modi di stesura diversi che permettono sfumature, giochi di opacità e nitidezza cui l'occhio contemporaneo non è quasi più abituato; complessità cui l'artista dona sapientemente nuove possibilità, avvalendosi di una tecnica antica in chiave contemporanea, pur rispettando, con abilità e umiltà, le sue lavorazioni lente e complicate.
I suoi soggetti sono simultaneamente astratti e realistici, immortalati in un ambiente senza tempo e senza spazio reale, eppure molto tangibili nella loro fisicità e nei dettagli di ogni particolare: la luminosità di un melograno, l'espressione di un volto, la morbidezza del manto di una lepre. Dettagli non facili da eseguire a olio, soprattutto se si vuole interpretare questa tecnica allontanandosi da esempi del passato. Nei suoi ritratti si coglie un aspetto fresco, immediato e senza tempo, anche quando le persone indossano abiti contemporanei. La frutta e gli animali sono rappresentati in maniera quasi iperrealista, ma senza quell'effetto fotografico che distingue tali opere.
Tutt'altra direzione prende la serie recente di dipinti intitolati “Foreste pluviali”: in queste tele prevale lo sfondo, che fa al contempo da scenografia e da soggetto. Non è facile coniugare questi due termini in un'opera che vuole essere sia rappresentativa di un momento caro all'artista, dunque soggetto, che paesaggio naturalistico, dunque in qualche modo una scenografia naturale. Questi dipinti si pongono come opere in cui i soggetti fisici dei dipinti precedenti sono confusi in mezzo alla natura o addirittura assenti, e la maniera in cui è rappresentato il paesaggio, vuole illustrare non solo un soggetto naturalistico, ma anche un particolare “pezzo” di anima dell'artista, denotando una scelta volontaria di confondere e allo stesso tempo elevare a nuovo soggetto lo sfondo.
La grande qualità dei dipinti di Costanza sta nel sapere combinare l'accurata finezza dei dettagli con la solidità delle sue figure, eseguite con una materia pastosa e allo stesso tempo limpida e cristallina, indice di una tecnica raffinata ma sempre alla ricerca di nuove soluzioni.
Christina Underhill Danielli
Costanza Alvarez de Castro nasce, a Roma, nel 1989, da padre italiano e madre salvadoregna. Nell'aprile del 2015, si presenta per la prima volta al pubblico con una mostra personale, curata da Valentina Moncada, presso lo Spazio Cerere di Roma. Nello stesso anno, partecipa al concorso Sumarte2015, in El Salvador, esponendo l'opera Melagrana, che al termine della mostra, verrà battuta e venduta all'asta. A marzo del 2016, partecipa al BP Award, concorso mondiale organizzato dalla National Portrait Gallery di Londra, presentando il ritratto di Carlo, che la farà selezionare fra i primi quattrocento, di oltre tre mila candidati. Sempre nel 2016, dona al Palazzo della Provincia di Cosenza la tela Martinello, che viene esposta nella mostra collettiva, organizzata e curata da Roberto Bilotti per il seicentenario della morte di San Francesco di Paola. Partecipa nuovamente all'edizione di Sumarte2016, presentando il Trittico con arance e limoni. Infine il 5 novembre del 2016 inaugura la sua seconda mostra personale, Natura in Scena curata da Giovanni Argan, presso lo Spazio makemake a Roma. Nel 2017 partecipa alla seconda edizione della Rome Art Week, la settimana dell'arte contemporanea a Roma.