Cristiano Carotti – Xenia. L’estraneo sacro

Informazioni Evento

Luogo
CREA CANTIERI DEL CONTEMPORANEO
Giudecca 211 - 211b Isola della Giudecca, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
23/11/2024
Artisti
Cristiano Carotti
Generi
arte contemporanea, personale

Progetto installativo e site-specific, Xenia nasce come parte del programma Palcoscenici Veneziani e momento di restituzione del percorso di ricerca e collaborazione con gli artigiani del Consorzio di Cantieristica Minore Veneziana.

Comunicato stampa

XENIA
L'estraneo sacro

Cristiano Carotti torna a Venezia con una nuova mostra personale presso Crea Cantieri del Contemporaneo. Progetto installativo e site-specific, Xenia nasce come parte del programma Palcoscenici Veneziani e momento di restituzione del percorso di ricerca e collaborazione con gli artigiani del Consorzio di Cantieristica Minore Veneziana.
La xenìa (in greco antico: ξενία, xenía) riassume il concetto dell'ospitalità e dei rapporti tra ospite e ospitante nel mondo greco antico, della cui civiltà costituiva un aspetto di grande rilievo. Era un dovere per i Greci ospitare coloro che richiedevano ospitalità; porre domande fino a che l'ospite non lo avesse concesso, era considerato sconveniente. Rivelarsi poco ospitali avrebbe inoltre potuto significare di incorrere nella collera divina, qualora gli dèi avessero assunto sembianze antropomorfe presentandosi presso l’oikos di qualcuno.
Nella storia più attuale, Xenia ha assunto un significato, opposto e grottesco, quando il termine è stato impiegato per indicare il processo intentato a Mimmo Lucano, sindaco della cittadina di Riace, imputato per presunti illeciti nell’atto dell’accoglienza di migranti, nel tentativo di costituire un sistema di spazi, integrazione e correlazioni contro la retorica dei porti chiusi e dei respingimenti.
La pratica artistica di Cristiano Carotti è costantemente tesa al recupero della valenza dicotomica tra Homo Naturalis e Homo Mechanicus, rivolgendo lo sguardo alla Natura e alla possibilità del ristabilimento di un ruolo attivo da parte dell’Uomo. Nell’approccio sia scultoreo che pittorico, l’artista si pone come un alchimista capace di indagare, con uno sguardo altro, le dinamiche sottese alla perdita di centro implicita negli ecosistemi universali e umani. Muovendosi tra pittura, scultura e installazione indaga le dinamiche sociali attraverso lo studio del potere archetipico del simbolo. Tale approccio pone l'artista in costante ascolto dei segnali provenienti dalla natura, e in particolar modo dal regno animale, ponendo maggiore attenzione alle specie che presentano un forte collegamento con la mitologia e il simbolismo esoterico.
Nel 2021, alla Giudecca e nella discarica a Sacca Fisola, sono comparsi numeri esemplari di Ibis sacro Threskiornis aethiopicus, uccello venerato come simbolo del Dio Thot, raffigurato anticamente nei geroglifici, e divenuto ormai una specie stanziale in Laguna, dove ha iniziato recentemente a nidificare. A partire da questa presenza, inaspettata e perturbante, Carotti ha sviluppato un nuovo progetto espositivo site-specific, pensato appositamente per Crea Cantieri del Contemporaneo.
In perfetta coerenza con il tema della 60 Biennale di Venezia, Foreigners Everywhere, Carotti volge lo sguardo a questo ospite inatteso e, con fare rabdomantico, ne segue le tracce realizzando un video dal titolo Veritas (2024) - in riferimento al nome dell'azienda veneta incaricata della gestione dei rifiuti, sulle cui piattaforme intere colonie di Ibis si spostano in cerca di cibo e in convivenza con altre specie di volatili - che testimonia l’incontro con questo uccello maestoso.
Nel Pantheon Egizio, Toth è una divinità dal culto antichissimo, venerata come consigliere e scriba del dio Ra, ammesso a stare a prua della barca solare con cui Ra compie il viaggio notturno attraverso gli Inferi che porta il Sole a sorgere ogni mattino. Toth è poi l’autore del Libro dei Morti, un insieme di formule magiche e indicazioni pratiche attraverso cui il defunto è in grado di raggiungere, a bordo della barca solare, il Duath, il fiume sacro dell’aldilà.

Sulla base di queste premesse contenutistiche, il progetto espositivo si apre con una prima installazione in cui una barca, ricoperta da un grande telo in pcv dipinto, è posta in dialogo con il video girato dall'artista nel corso dei suoi primi sopralluoghi in Laguna. La barca potrà essere svelata quando, simbolicamente, il viaggio nell'Aldilà sarà compiuto.
La mostra prosegue, al piano superiore, con la realizzazione di un unico ambiente, simile a una basilica paleocristiana, in cui convergono scultura e installazione, come da prassi nella ricerca di Carotti. Trovando corrispondenza con la posizione delle piramidi di Ghiza, rispetto alla cintura di Orione, questo nuovo corpus di lavori si presenta come un insieme di glifi, di marcatori sacrali dello spazio, consacrati al dio Toth; Nido (2024) è una piattaforma di nidificazione artificiale funzionale, ornata da due teste di ibis realizzate mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa. Riparo offerto all’estraneo sacro, questa grande installazione simboleggia, allo stesso tempo, l’albero della vita cabalistico di cui Toth fornisce le chiavi, gli arhum, sotto forma dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi.
In dialogo con questa imponente installazione è posto un abbeveratoio - ottenuto dal calco in cemento di una ruota d’aeromobile - all’interno del quale, mediante un sistema di pluviali zincati, confluisce acqua piovana. La ruota Goodyear, con il suo simbolo del calzare alato, celebra Mercurio, corrispettivo di Thot nel Pantheon Romano e dio dalle molteplici caratteristiche.
Attraverso la commistione tra simbolo e ricerca esoterica, Cristiano Carotti sperimenta una potenziale contaminazione interculturale, nella prospettiva dell’accoglienza, dell’ascolto e della cura verso l’”estraneo”, lo xenos. A una dimensione terrena, connotata da una forte valenza politica, Carotti interpola un piano magico e astrale dove la dicotomia straniero/patrio è completamente riassorbita.
La mostra, nell’ambito del progetto Palcoscenici Veneziani, il cui ente capofila è Forcoop Cora, nasce grazie al Bando «Culture in Rete», pr veneto fse+ 2021 - 2027 priorità 1 - occupazione, che la Regione del Veneto ha destinato alla realizzazione di progetti rivolti ai lavoratori delle imprese culturali, in una logica di rete territoriale. Si propone come un'innovativa iniziativa mirata a creare un vibrante e collaborativo ecosistema culturale nella Città Metropolitana di Venezia. Attraverso la collaborazione di imprese del settore culturale, artistico e dello spettacolo, il progetto si concentra sulla formazione, sull'ampliamento del pubblico e sull'integrazione sociale, promuovendo iniziative che uniscono tradizione e innovazione. Con il supporto di partner locali e accademici, Palcoscenici Veneziani vuole consolidare il ruolo di Venezia come centro dinamico per le arti e il turismo culturale-creativo, valorizzando sia le sue antiche tradizioni che le più moderne espressioni culturali.