Cristina Ariagno – E’ solo questione di tempo
Terza tappa della mostra di Cristina Ariagno, E’ solo questione di tempo, curata da Guido Curto, già presentata a Romano Canavese e Palermo. Il progetto nasce all’inizio del 2009 con un’opera intitolata E’ solo questione di tempo. Da allora prende il via una lunga ricerca e una trasformazione nell’ uso della materia, vista anche come risposta estetica alla nozione del tempo.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 10 marzo alle ore 17, presso Palazzo Albertini, Piazza Saffi 50 - Forlì, la terza tappa della mostra di Cristina Ariagno, E’ solo questione di tempo, curata da Guido Curto, già presentata a Romano Canavese e Palermo.
Il progetto nasce all’inizio del 2009 con un’opera intitolata E’ solo questione di tempo. Da allora prende il via una lunga ricerca e una trasformazione nell’ uso della materia, vista anche come risposta estetica alla nozione del tempo.
L’artista, forte del precedente ciclo Seasons, dedicato alle riflessioni dell’uomo e del suo divenire, conduce la sua indagine non solo sotto il profilo concettuale, ma anche dal punto di vista tecnico, con la costruzione di installazioni, per le quali si è avvalsa della consulenza di Claudio Pieroni, docente di pittura presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.
Una serie di quadri propongono il passato a confronto con il presente: dai colori di Seasons, in cui le cuciture in filo di titanio sottolineano con una poetica artistica l’evoluzione e il progresso che l’uomo è tentato di fare durante la propria vita, si passa alle installazioni del nuovo ciclo, dove nuovi materiali e nuovi approcci focalizzano la riflessione sul tempo e, dunque, ancora una volta sulla vita.
E’ solo questione di tempo, risulta quindi un progetto globale, dove l’opera ambientale si caratterizza dall’uso di tecniche apparentemente distanti ma sapientemente integrate quali la calcografia e la scultura in titanio. Acciaio, fili in seta, fili elettrici, lana di roccia, carta, foglie, sono solo alcune delle materie usate. Tutte le opere sono titolate con l’ora nella quale l’opera stessa viene terminata concettualmente, per esempio 19:25 o 8:47.
La mostra ha inizio con l’ installazione 10:17, in cui alcuni tappeti recano le scritte: Tempo, evoluzione, vita, movimento, pulsazione. Su queste “basi da meditazione” sono poste due sculture in acciaio che contengono materiale debordante che evidenzia lo spazio-tempo.
Saperlo usare, il tempo, è come avere una possibilità per rendere il nostro “stare al mondo” un momento creativo unico e irripetibile. E intanto lo scorrere del tempo si trasforma in pulsazioni, in movimento, in vita, in evoluzione.
Il grosso parallelepipedo nero crea il contrasto. E’ l’installazione 8:47. Un leggerissimo gomitolo di lana nera inserito in una gabbia di fili di titanio è appoggiato sopra questo enorme solido: il Tempo è uno spazio indefinito formato da una successione illimitata di istanti oppure una porzione limitata di un periodo circoscritto?
Percepito nella sua doppia natura di Kronos (tempo logico e sequenziale) e Kairos (tempo psicologico), il tempo pone l’uomo di fronte alla necessità di sviluppare un approccio che consenta di acquisire gli elementi fondamentali per una consapevole gestione dei propri tempi esistenziali, e mentre Kronos è un tempo scandito e misurabile (così come le opere esposte, create in un preciso momento), Kairos è un periodo di tempo indeterminato nel quale "qualcosa" di speciale accade. E’ il tempo qualitativo della natura nel corso del quale l’artista ha immaginato l’opera, l’ha realizzata e l’ha donata agli osservatori, che a loro volta, percepiscono davanti all’opera, un momento indeterminato ed indefinito in cui accade qualcosa di speciale.
In fondo, è solo questione di tempo.