Cristina Gardumi – Puellae
Una narrazione che diventa mostra-evento-performance della durata di due giorni nella quale l’artista si confronta con il tema dell’identità femminile e della comunicazione tra le persone.
Comunicato stampa
Sabato 20 maggio alle 17.00 inaugura presso 79rosso la personale di Cristina Gardumi “PUELLAE ovvero Educazione al nascondimento della fanciulla contemporanea” a cura di Alessandra Ioalè. Una narrazione che diventa mostra-evento-performance della durata di due giorni nella quale l’artista si confronta con il tema dell’identità femminile e della comunicazione tra le persone.
«Il mondo di oggi ci vuole forti, invincibili, performanti nel senso più capitalistico del termine. Ma cosa significa davvero essere forti? Oppure confondiamo l’essere forti con l’essere coraggiosi? Se prima era chiesto solo agli uomini di non piangere in pubblico, oggi è richiesto anche alle donne di andare a nascondersi per non farsi vedere piangere. Cosa significa quindi “essere forti” per la fanciulla contemporanea? Significa forse portare i pantaloni anche quando va a lavoro in tailleur?»
Cristina Gardumi risponde con il suo “Manuale pratico di nascondimento per la fanciulla contemporanea”, una serie di tessuti su cui l’artista inscena situazioni disegnate in cui personaggi femminili dalla testa animale sono le protagoniste. Il tessuto, nella sua funzione primaria e nel suo movimento voluttuoso di parti in ombra e parti in luce, è metafora perfetta di quel dovere a coprire e nascondere ciò che deve stare nascosto mostrando solo ciò che deve essere mostrato. Gardumi dà alla metafora una declinazione diversa. Sui tessuti non illustra soltanto il concetto di nascondimento ma anche quello di rivelazione. Le sue fanciulle adesso, nel mostrare il loro dovere a nascondere le proprie paure o vergogne, esprimono finalmente la volontà di essere scoperte dall’altrui. Da questa prima serie di opere passiamo alla seconda, che si ricollega alla prima per il richiamo alla dimensione domestica della donna. Se gli strofinacci servono al nascondimento, presupponendo allo stesso tempo la scoperta, le “Puellae” di Cristina Gardumi sono l'inno al piacere intimo e alla sua manifestazione. Sette “angeli del focolare” che, procurandosi piacere con i loro oggetti domestici, raccontano una verità assoluta, l’autoerotismo è conoscenza e affermazione del proprio sé, slegato dal dovere e dalle convenzioni sociali. Rimanendo in tema di oggetti propri della sfera casalinga femminile, incontriamo il grembiule, protagonista invece della performance che va a chiudere concettualmente tutta la mostra. Cristina Gardumi indosserà un grembiule a più veli che sfoglierà e mostrerà al pubblico come si fa con un libro raccontandone/impersonandone la storia racchiusa al suo interno.
Per Cristina Gardumi, Puellae Ovvero Educazione al nascondimento della fanciulla contemporanea è una dichiarazione di emancipazione da ciò che è realmente pauroso ovvero il nascondimento delle proprie fragilità e limiti. Introduce a un nuovo modo di scoprire e parlare delle nostre fragilità, attraverso il disegno e l’illustrazione, informati da una certa vena di teatralità; attraverso la performance e la modalità di fruizione che presuppone la condizione di creare una relazione con l’altro. Un altro tema importante, che sottende alla riflessione di Cristina Gardumi e a tutta la mostra, è quello della comunicazione fra individui. Se in teatro, i tempi dell’ascolto e dell’azione sono dettati da una sceneggiatura precedentemente scritta, nella vita quotidiana questi tempi sono dettati dagli individui stessi, dalla loro capacità di ascoltare, della loro difficoltà a comunicare e dalla loro capacità a reagire. In questa prospettiva, l’artista concepisce le opere, la loro collocazione nello spazio e la performance al fine di stimolare le relazioni ed insinuare l’importanza dell’ascolto, propedeutico alla comprensione; l’artista introduce al valore di complicità nella relazione, indispensabile per capire l’altro, i tempi di ascolto dell’altro; dimostra quanto ridicola e di scarso valore sia la famosa frase “il tempo è denaro”, perché ognuno di noi deve concedere tempo a sé stesso e agli altri per non interrompere il moto armonico della comunicazione che sottende alla costruzione stabile di qualsiasi cosa.
Il percorso espositivo induce a un incedere calmo, riflessivo, accorto, che stimoli la scoperta dell’altro/a, del “cosa vi sta dietro”; insegna al pubblico ad assumere un andamento diverso da quello prestabilito dalla società di oggi che vuole tutti al passo coi tempi che corrono, che ci vuole attori in un tempo preconfezionato.
Bio
Cristina Gardumi è artista visiva e performer, diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Verona e l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico a Roma. Nata nel Bresciano vive e lavora tra Pisa, Roma e Milano. La sua poetica spazia dal disegno alla video art, fino alla performance e al teatro, in cui si cimenta come attrice, aiuto regista e scenografa al seguito del regista Massimo Di Michele e della compagnie PesoPiuma che ha fondato con il compagno attore Paolo Cioni. Collabora con vari autori e registi illustrando le loro opere in scena (attraverso proiezioni come in "La Prossima Stagione" di Michele Santeramo nominato tra i dieci migliori spettacoli del 2016 a Sao Paulo in Brasile) e sulla carta (come per il nuovo romanzo di Andrea Porcheddu "Infedele alla linea" con prefazione di Ascanio Celestini). Al suo lavoro sono state dedicate numerose personali tra cui nel 2012 Girlbook_Boybook, a cura di Chiara Pirozzi, Dino Morra Contemporary Art, e nel 2015 Mädchen/wrinkle vacuum elastomer/dry preservation of fairy damsels met in forest wide, a cura di Alessandra Timossi e Maurizio Vallebona, Aboutness Contemporary Art, Genova. Adults don't exist/Gli adulti non esistono, a cura di Beatrice Giovannoni, Sala Dogana, Genova. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all'estero. Vincitrice del Premio Celeste Pittura 2011, del Premio Arte Laguna Pittura 2012 e il Celeste Prize visitors' choice 2013.