Cristina Pancini – A casa
Come di consuetudine nella prassi di Cristina Pancini, una molteplicità di suggestioni (letterarie, visive, e oltre) si fondono ad una dimensione più intima e privata per dare corpo all’ossatura della mostra e, al tempo stesso, alimentare la complessità di senso di ogni sua singola componente.
Comunicato stampa
Antonio Colombo è lieto di presentare la personale di Cristina Pancini (Arezzo, 1977), a cura di Matilde Martinetti.
A casa propone un nuovissimo corpo di lavori che esplora la dimensione “domestica” del vivere. Per questa occasione, l'artista ha trasformato il contesto espositivo nella rappresentazione di una casa. Immagini e spazio si nutrono a vicenda, per dare corpo ad un percorso che va dall'esterno (il cortile, rappresentato al piano superiore della galleria, dove si apre una processione di animali), all'interno (il piano inferiore, dove è invece ricreato il nucleo abitativo). Ne risulta una sapiente narrazione visuale, che “costruisce” una casa dalla posa della prima pietra alla sedimentazione della dimensione più intima e inviolabile dello spazio vissuto: la Memoria.
Come di consuetudine nella prassi di Cristina Pancini, una molteplicità di suggestioni (letterarie, visive, e oltre) si fondono ad una dimensione più intima e privata per dare corpo all'ossatura della mostra e, al tempo stesso, alimentare la complessità di senso di ogni sua singola componente. Complessità di senso che il nuovo taglio compositivo di questi ultimi lavori rimarca. Un ampio spazio bianco, infatti, avvolge i soggetti per astrarli da qualsiasi riferimento spazio-temporale così che, sebbene parte di un progetto corale, ogni elemento metta in risalto anche la sua precisa funzione nel quadro della narrazione/mostra. Che si tratti di mani (anziane o giovani, ci parlano della casa come scambio osmotico tra memoria e proiezioni future), o di animali (nel cortile, ad esempio, il lupo è portatore di equilibrio, mentre il gatto rappresenta la concentrazione). E così via. Incardinati in un unico nucleo tematico, tutti i soggetti del piano superiore convergono verso quello inferiore, dove è ormai evidente come la dimensione installativa sia entrata a pieno titolo nel lavoro di Cristina Pancini. Armadi, scrivanie, specchi e mobili vari impongono la loro presenza, accolgono i disegni, ne condizionano le dimensioni (e il senso), e contribuiscono ad alimentare quel concetto di casa, teso tra passato, presente e futuro che informa di sé tutta la mostra. Concetto che, qui, al piano inferiore, diventa sintesi, praticabile, di spazio abitativo/abitato e spazio simbolico.
Rimane un dubbio rispetto al senso di quel “a” casa, se si tratti di un andare verso (un moto a luogo), o di un esserci (uno stato in luogo). Ma, tutto sommato, è un dubbio irrilevante.
Il termine “casa” agisce comunque sul nostro vissuto, per sollecitarci ad accogliere un invito. Ovvero, rispolverare (per condividere?) le nostre memorie. E i nostri sogni. Proprio quelle cose, appunto, custodite, gelosamente, nei cassetti.
In galleria sarà disponibile il catalogo della mostra con un testo di Matilde Martinetti.
La mostra inaugurerà giovedì 17 gennaio alle ore 18:30
e resterà aperta fino al 2 marzo
da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 – sabato dalle 15.00 alle 19.00
Cristina Pancini è nata ad Arezzo il 19 dicembre 1977.
Si è laureata nel 2003 in Scienze per la Conservazione dei Beni Culturali e, nello stesso anno, ha frequentato L'Ecole Nationale Supérieure d'Art di Bourges. Si è poi diplomata nel 2008 presso il dipartimento di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Firenze.
Ha preso parte a mostre personali tra cui Cambio d'abito, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano (2011), Opus, a cura di Ivan Quaroni, Nur Gallery, Milano,(2009) e Niente, a cura di Matilde Puleo, Galleria d'arte contemporanea Mega+mega, Arezzo(2009).
Tra le collettive si ricordano, Dolomiti Contemporanee, Sass Muss 2011, a cura di Gianluca D’Incà Levis, Officine dell'Umbria 011, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori, Ex Mattatoio, Trevi (2011), Premiata Officina Trevana 2011, a cura di Maurizio Coccia e Matilde Martinetti, Palazzo Lucarini, Trevi (2011), Orde di Segnatori, a cura di Giuliano Guatta, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano (2010)
Nel 2009 si è classificata seconda al Premio Celeste e nel 2012 finalista al Premio Combat.
Attualmente vive e lavora tra Arezzo e Milano.
In concomitanza, nel LITTLE CIRCUS, Little Works, un’affollata mostra di nuove opere a prezzi accessibili di oltre 50 artisti.