Cristina Volpi – Internità
Oltre trenta opere e piccole installazioni compongono l’esposizione che lo Spazio Arte Duina dedica a Cristina Volpi, artista il cui lavoro si nutre di tutto quanto la quotidianità offre, rendendo evidente che l’esistenza è in bilico fra vita e arte e che ogni azione, anche la più semplice o ripetibile, può essere essa stessa contemplazione.
Comunicato stampa
“L’INTERNITÀ è uno stato emotivo, fluido, irrefrenabile. Si ispessisce nel tempo del colore tracciato ripetutamente ad acquerello e declina in innumerevoli, possibili variazioni, generando un sistema linfatico, un apparato circolatorio capillare, nel quale fluisce l’aspetto più intimo del sentire e del suo procedere.
L’INTERNITÀ è un quotidiano scorrere di pensieri fitti, di fili che recido dall’interno grazie a una sorta di potatura emotiva, vitale e necessaria. I pensieri, le emozioni, i sentimenti, le paure, le angosce, la gioia e la vitalità scorrono invisibili dentro di noi, si dispiegano e inseguono tracciando una mappatura interna liquida: “stato” fisso e mutevole, al contempo, di una cartografia emotiva unica ed irripetibile.
L’INTERNITÀ è contemplazione e il suo senso più originario è già compreso nel termine stesso, ricco di dualità, contraddizioni e possibilità, coniato comprendendo possibili somme o sovrapposizioni simultanee…”
Queste sono le parole con cui l’artista introduce la sua ricerca.
Le opere di Cristina Volpi in mostra nello Spazio Arte Duina - di diverse serie eppure tutte accumunate da un fil rouge evidente- descrivono alcune delle differenti possibilità di espressione e di mappatura del quotidiano alle quali da sempre l’artista lavora. In esse è palpabile, come il Mito di Penelope narra, la laboriosità dell’attesa e la transitorietà delle forme che ci giungono come tali, ma potrebbero essere diversamente generate da un calarsi nel proprio tempo totalmente.
Come le opere esposte suggeriscono, vista la materia della quale si nutrono, è evidente che per l’artista trovare e raccogliere foglie, fiori e petali è una compulsione che si allinea all’esigenza di tessere una relazione tra micro e macro cosmo, tra un infinito nell’invisibile universo e un finito che si riflette e sconfina su un prato di erba, fiori e foglie. Alla domanda “che forma ha tutto ciò che ci circonda?”, Cristina Volpi risponde: “un cerchio… Due punti invisibili: il punto di partenza, dove poggia la matita e parte la linea circolare, e il punto in cui si ferma. Dentro quello spazio c'è un terzo punto, quasi mai fermo, mimetizzato nel colore ad acquerello che stendo col pennello. Quel Terzo punto è qualcosa di estremamente intimo e indicibile se non internamente”.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo di Federico Sardella.