Cubo Garutti – Benjamin Tomasi
Con il presente progetto l’artista realizza un’installazione sonora e luminosa, dove la luce e il suono corrispondono alla frequenza di una particolare sorgente: la radiazione cosmica di fondo.
Comunicato stampa
L’invito rivolto all’artista altoatesino Benjamin Tomasi di concepire un progetto per lo spazio del Piccolo Museion – Cubo di Garutti, conclude un percorso che ha visto la presentazione di una serie di opere dedicate alla rivisitazione delle classificazioni tradizionali della storia dell’arte, ad esempio la scelta dei soggetti rappresentati o le tecniche utilizzate.
Con il presente progetto l’artista realizza un’installazione sonora e luminosa, dove la luce e il suono corrispondono alla frequenza di una particolare sorgente: la radiazione cosmica di fondo. Con questa espressione si intende ciò che rimane del Big Bang che ha originato l’universo. Nel 2001 i dati relativi alle radiazioni che ancora permeano l’universo sono stati convertiti in frequenze udibili all’orecchio umano e resi disponibili al pubblico dal fisico americano John G. Cramer. L’effetto di pulsazione e di movimento percepibile all’interno dello spazio del Cubo, così come i rumori che si sentono accostandosi al vetro del Cubo, sono la trascrizione visiva e sonora, realizzata da Benjamin Tomasi, di quel “rumore di fondo” messo a disposizione da Cramer. Si tratta tuttavia di dati e codici da decifrare, in questo contesto anche l’azione dell’artista di coprire la didascalia di Alberto Garutti sul muro del Cubo, rappresenta un tentativo di criptare la chiave d’accesso all’opera d’arte per lasciare maggiore senso di mistero al pubblico e destare il fascino dell’ignoto.