Cuoghi Corsello / Dado – Ailanto
L’esposizione ruota intorno a una metafora poetica che ha una ricaduta in ambito critico: il parallelismo tra una pianta invasiva non autoctona, l’ailanto, e alcuni linguaggi artistici che si sono diffusi a partire dagli anni Ottanta a oggi.
Comunicato stampa
Il 13 febbraio 2016 alle 17 presso la Biblioteca Poletti di Modena (all’interno del Palazzo dei Musei in piazza Sant’Agostino 337) inaugura la mostra di Cuoghi Corsello e Dado dal titolo AILANTO. Ailanthus altissima alla presenza dei tre artisti. L’esposizione, curata da Fulvio Chimento, è visitabile fino all’11 giungo 2016 nel seguente orario: lunedì 14.30-19; da martedì a venerdì 8.30-13 e 14.30-19; sabato 8.30-13.
L’esposizione ruota intorno a una metafora poetica che ha una ricaduta in ambito critico: il parallelismo tra una pianta invasiva non autoctona, l’ailanto, e alcuni linguaggi artistici che si sono diffusi a partire dagli anni Ottanta a oggi. Il nome stesso della pianta è di per sé affascinante e si ammanta di connotati magici, taumaturgici e spirituali: in latino è definita Ailanthus altissima, mentre in italiano viene chiamata anche albero del cielo o albero del paradiso. Originaria della Cina, questa specie si è poi diffusa ovunque, principalmente negli Stati Uniti. In Europa è stata introdotta nel XVIII secolo come pianta da giardino, ma ha poi “viaggiato” ovunque: dall’Inghilterra al Mediterraneo. In Italia la sua presenza è aumentata esponenzialmente negli ultimi tre decenni (circa la stessa tempistica di diffusione del writing dagli Stati Uniti ad altri paesi in tutto il mondo) a causa del progressivo abbandono delle aree urbane e sub-urbane. In alcune caratteristiche dell’Ailanthus, infatti, è possibile scorgere dei legami profondi con il modo totalizzante e germinativo di intendere l’arte per Cuoghi Corsello, oltre a una condivisione suggestiva di habitat connessa ai luoghi in disuso e allo stesso spazio scenico del writing: treni, binari, stazioni, stabilimenti abbandonati, muri di periferia. Fulvio Chimento nel catalogo-libro d’artista realizzato in occasione della mostra afferma: “L’ailanto è diventato per me simbolo di una diversità artistica che si pone come alternativa all’arte “ufficiale” o a quella “storicizzata”, propensa quindi ad “ailantizzarsi”, a innestarsi e diffondersi rapidamente negli ambienti più disparati e a differenti latitudini, come il writing e altri fenomeni artistici che nascono per necessità impellente da semi spontanei”. L’intera biblioteca Poletti secondo Chimento può dunque essere interpretata come una fabbrica in disuso e “le tracce artistiche che compongono la mostra possono essere intese come piante spontanee che qui hanno avuto modo di attecchire grazie a un ordine superiore e non precisato”.
La biblioteca di Storia dell’Arte di Modena accoglie alcuni significativi lavori della produzione artistica del duo bolognese Cuoghi Corsello, come le “trasformazioni” della celebre Pea Brain, l’ochetta simbolo di molta arte sviluppatasi negli anni Novanta, e un ricco repertorio di materiale cartaceo relativo ai tempi in cui i due artisti vivevano a Villa Genziana (1989-1994) e successivamente all’interno di fabbriche occupate. Un focus particolare riguarda i Quaderni di Villa Genziana, raccolte di disegni che venivano realizzati durante le serate in compagnia di altri artisti. Una parte del materiale esposto è stato realizzato da Cuoghi Corsello, mentre altre raccolte presentano lavori di loro amici artisti, tra questi spunta la figura del pittore Pier Paolo Campanini. La pratica del disegnare in compagnia è largamente diffusa soprattutto a Villa Genziana, ma anche negli anni successivi legati all’occupazione delle fabbriche non si interrompe mai del tutto. Dal 1994 al 1996 i due artisti vivono presso gli ex Magazzini Generali Raccordati della Banca Del Monte, lungo la ferrovia di Bologna; dal 1996 al 2001 si trasferiscono in una ex fabbrica di materassi, la ex Silma; mentre dal 2001 al 2005 abitano nell’ex concessionaria FIAT di Bologna. Tutti questi luoghi abitati diventano delle vaste superfici animati dalla presenza stessa degli artisti e concepita come opera unica, con grandi installazioni ambientali ovunque. I luoghi abitati da Cuoghi Corsello diventano spazi di aggregazione per l’arte, che accolgono con discrezione e riservatezza amici, critici, giornalisti e docenti universitari.
Alessandro Ferri, in arte Dado, è uno dei giovani e talentuosi writers che negli anni Novanta inizia a frequentare Cuoghi Corsello, instaurando con loro un profondo legame e accogliendo in modo pieno e fertile il loro messaggio artistico, soprattutto in relazione al writing. In occasione di Ailanto, Dado espone alcuni blackbooks, “libri d’artista” da cui è possibile comprendere l’evoluzione grafica dei suoi “pezzi”. I blackbooks accolgono anche alcuni interventi originali di writers molto noti come Phase2, Rusty e Sky4, ma in mostra vengono soprattutto esposte in anteprima le tavole originali che compongono una pubblicazione unica nel suo genere: il trattato dal titolo Lo stile secondo Dado, di prossima pubblicazione nel 2016 per il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento. Il materiale grafico relativo al volume va a comporre un’installazione artistica sotto vetro pensata come il tronco di un grande albero e allestita lungo i sei tavoli normalmente predisposti alla consultazione. Lo stile secondo Dado assume a tutti gli effetti carattere scientifico, da questo punto di vista il testo è antitetico rispetto a un modo “più libero” di concepire la ricerca artistica da parte di Cuoghi Corsello, e si avvale per la sua stesura della consulenza di professori esperti in arte contemporanea ma anche anatomia, fisica, sociologia, matematica, filosofia, teoria della percezione. Lo stile secondo Dado traduce gli stilemi del writing in qualcosa di tangibile per gli addetti ai lavori, ma anche per un pubblico più ampio, mettendo in evidenza la sintassi stessa di questa poetica e la sua continua evoluzione.
BIOGRAFIA CUOGHI CORSELLO
Monica Cuoghi nasce a Sermide (Mn) nel 1965, Claudio Corsello nasce a Bologna nel 1964; vivono e lavorano nel capoluogo emiliano. Si conoscono frequentando l’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel 1986. Dopo alcuni anni di condivisione e sperimentazione dell’arte nell’interazione di varie discipline – musica, video, performance, disegno, scultura, installazione – decidono di presentarsi con un unico nome. Lavorando alle sculture che chiamano “selettori”, acquisiscono nozioni di elettromeccanica, idraulica ed elettronica, conoscenze fondamentali per allestire dal 1994 le grandi fabbriche che occupano vivendo la quotidianità come una performance continua. Espongono e partecipano a eventi personali e collettivi in numerose gallerie d’arte, musei e luoghi anomali. Tra le loro opere pubbliche esposte è possibile visionare: Cadaveri squisiti, installazione di disegni al neon al museo MACRO di Roma; Suf S:Sofi a, panchina di legno per il parco fluviale del Comune di Santa Sofia (Fc); L’albero Blù, dipinto a spray sul muro dell’ex teatro Contavalli a Bologna; Le tag più grandi del mondo, dipinto nel piazzale della Fondazione Teseco a Pisa. Tra i personaggi creati da Cuoghi Corsello che donano vitalità ai muri delle città italiane ricordiamo Pea Brein, CaneK8 e Petronilla, mentre altri soggetti, che portano i nomi di Kit, Cocaina, Bello, Suf e Nonno Degrado, nascono appositamente per la fotografia, la scultura, la grafica e i social network. Il 26 aprile 2012 Cuoghi Corsello hanno celebrato i loro primi ventisei anni di lavoro con la mostra dal titolo 26, presso la Galleria Guido Costa Projects di Torino.
BIOGRAFIA ALESSANDRO FERRI, DADO
Alessandro Ferri, in arte Dado, nasce nel 1975 a Bologna, dove vive e lavora. Oltre a essere uno dei maggiori writer italiani, Dado si contraddistingue per l’approccio teorico al suo mezzo espressivo. Viene invitato come relatore ad alcuni seminari organizzati in ambito istituzionale dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, dall’Università di Padova, dall’Università di Venezia, dal Museo d’Arte Moderna Bologna, dall’Università di Trento. È tra gli organizzatori di Frontiers, progetto di arte pubblica nato in collaborazione tra il MAMbo e il Comune di Bologna. Tra le sue esposizioni ricordiamo: Dado. Sinopie di un writer, Musée de l’OHM, all’interno del Museo Civico Medioevale di Bologna, a cura di Fulvio Chimento (2014); Equazione Impossibile, Museo d’Arte della città di Ravenna, a cura di Daniele Torcellini, Ravenna (2013); La Tour 13, progetto ideato e coordinato dalla Galerie Itinerrance e Christian Omodeo di Le Grand Jeu, Parigi (2013); Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia (2011); Biennale d’Arte di Nanjiing, And_Writer a cura di Z. Tong, W. Rhee ed E. Battiston (2011); Scala Mercalli, a cura di G. Marziani, Roma (2008); al PAC di Milano partecipa alla collettiva Street Art Sweet Art a cura di A. Riva, Milano (2007).
BIOGRAFIA FULVIO CHIMENTO
Nato a Roma nel 1979, vive e lavora in Emilia Romagna. Si interessa alle molteplici forme della comunicazione artistica e alla genesi dei processi creativi, con l'obiettivo di far emergere la problematicità del reale. Dal 2012 è ideatore della annuale residenza d’artista Italia-Oriente e principale referente del progetto video “Spazio Arte”, teso a creare un archivio filmico sugli artisti contemporanei. Dal 2013 al 2015 collabora in veste di tutor al master di Alta Formazione sull’Immagine contemporanea della Fondazione Fotografia di Modena; attualmente scrive per la rivista “Inside Art”, con sede a Roma. Nel 2014 pubblica Arte italiana del terzo millennio (Mimesis edizioni, Milano); il volume viene presentato al MART di Rovereto, al Dams di Bologna e in spazi pubblici e privati a Bruxelles, Roma e Milano.