Da Felice Giani a Luigi Serra
In mostra la Bologna dell’Ottocento dalle collezioni d’arte della Fondazione Carisbo.
Comunicato stampa
Con il patrocino del Comune di Bologna, al via a Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni, dal 21 marzo al 30 giugno 2024, un'esclusiva mostra in cui verranno presentate per la prima volta al pubblico le principali opere dell’Ottocento bolognese.
L'Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
La mostra, a cura della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, in collaborazione con Genus Bononiae, esporrà le opere appartenenti alle Collezioni d’arte e di storia dell’istituzione. L'esposizione, dal titolo "Da Felice Giani a Luigi Serra - L'Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna", a cura di Angelo Mazza, si inserisce nel progetto "La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796-1915", iniziativa promossa dal Settore Musei Civici Bologna e Museo Civico del Risorgimento che coinvolge quattordici sedi espositive cittadine nel delineare un percorso nella pittura bolognese dall’età napoleonica all’inizio della Grande Guerra.
L'esposizione
Strutturata in sei sezioni tematiche, la mostra presenta circa 30 artisti e oltre 100 opere tra dipinti, disegni, acquerelli, sculture e incisioni, a cui si aggiungono le maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier. Il visitatore avrà modo di ammirare una vasta selezione di opere.
Il percorso espositivo
La mostra inizia nella Sala di Giasone del Piano Nobile di Palazzo Fava, dove al centro è collocato il grande gesso della Maddalena penitente di Antonio Canova. La sezione presenta una raccolta di dipinti realizzati da artisti attivi a Bologna a cavallo tra Settecento e Ottocento fino ad arrivare alle opere dei decenni della Restaurazione e dell’Italia unita con i maestri legati all’Accademia di Belle Arti e al Collegio Venturoli. Tra le opere, la grande tela di Gaetano Gandolfi, Morte di Socrate del 1782, il piccolo dipinto ad olio La Madonna, il Bambino e san Giovannino di Felice Giani e gli immancabili i ritratti di Pietro Fancelli e di Pelagio Palagi.
Sempre nel campo della ritrattistica, Clemente Albèri, di cui sono esposte varie opere a partire dal Ritratto di Giuseppe Gaetano Mazzacorati. Da segnalare anche l’operato di Alessandro Guardassoni, che si esercita sui modelli della pittura bolognese del Seicento a partire dai capolavori di Guido Reni, fino ad arrivare alla figurazione di Luigi Busi, con il dipinto Nicolò de’ Lapi prima del supplizio. Chiudono la sezione le opere di Luigi Serra, Felice Vezzani e Giovanni Masotti, di cui sono esposti il Ritratto di Alberto Caburazzi in veste di Garibaldi e Preludio.
Si prosegue nella Sala Albani che presenta la produzione della manifattura Minghetti. A testimonianza di questa attività, le collezioni della Fondazione Carisbo possiedono dal 2016 una parte consistente del celebre servizio da tavola commissionato da Antonio Maria Luigi Filippo di Borbone-Orléans, duca di Montpensier e infante di Spagna, per Palazzo Caprara. Meravigliose fruttiere, centritavola e monumentali candelabri decorati, la collezione da tavola più imponente prodotta dalla casa bolognese.
Nella Sala di Enea, invece, il visitatore incontrerà le opere di Antonio Basoli, al centro della vita artistica bolognese tra la fine dell’Ancien Régime, l’età napoleonica e la Restaurazione. Tra le opere esposte le quattro tele celebrative di Roma e delle sue conquiste eseguite nel 1809 per il palazzo di Cesare Lambertini. A queste si aggiunge un cospicuo gruppo di bozzetti per scene teatrali di Giuseppe Badiali, autore che lavorò per i più noti compositori del melodramma ottocentesco.
La mostra espone anche un nucleo di modelli in terracotta di Giacomo De Maria. Nella Sala Rubbianesca si potranno ammirare alcuni abbozzi per le grandi statue disposte nell’atrio e nello scalone di Palazzo Hercolani in Strada Maggiore. Al nucleo - che include inoltre il Modello per la tomba Bersani, il Ritratto di Antonio Aldini, il Ritratto di Pietro Biron - appartiene la statuetta Virginia morente, studio per la figura esanime che compare nella più importante opera dell’artista, il grande marmo acquistato dal viaggiatore inglese Le Gendre Starkie nel 1819 ora esposto nella Walker Art Gallery di Liverpool. Presente anche Enrico Barbèri, del quale vengono esposti due bozzetti di monumenti celebrativi.
La pittura di paesaggio trova collocazione nella Sala Cesi. Una panoramica delle opere presentate è dedicata all’immagine della città e mette in luce come nell’arco di poco tempo Bologna passi da una pittura di paesaggio di valore classico a una più moderna rappresentazione del reale. A partire dalla Veduta di Imola di Felice Giani passando per i due Panorami di Bologna dal colle dell’Osservanza di Gaetano Filippo Tambroni, si giunge alla grande tela, Veduta di ponte di Riola con la Rocchetta Mattei, esposta per la prima volta e attribuita a Ottavio Campedelli. Il più noto e principale interprete del vedutismo urbano bolognese è tuttavia Antonio Basoli che concepisce un nuovo modo di intendere lo spazio e il paesaggio. Luigi Bertelli è invece riconosciuto come il principale protagonista della rivoluzione naturalistica nella pittura di paesaggio, come dimostrano opere come Il canale con Chiusa, La casa di campagna e Il tiro a volo a Casalecchio di Reno.
La sezione ospitata nella Sala Allievi dei Carracci documenta molte delle opere che restituiscono un’immagine precisa della Bologna ai tempi di Giosuè Carducci, quando la città stava iniziando a modernizzarsi in seguito all’introduzione del nuovo piano regolatore. Gli autori di queste vedute sono Antonio Zannoni, Giuseppe Ravegnani, Alessandro Guardassoni, Pietro Poppi, Alessandro Scorzoni, Emanuele Brugnoli. Chiudono il percorso alcune opere che parlano oramai un linguaggio nuovo: una delle rarissime vedute bolognesi di Giovanni Boldini e i bozzetti scultorei pensati per commemorare il sommo poeta di Leonardo Bistolfi e di Adolfo De Carolis.
La guida e i servizi educativi
La mostra è accompagnata da una guida edita da Bologna University Press con un’ampia selezione di immagini delle opere esposte e contributi di Angelo Mazza, Benedetta Basevi, Pierangelo Bellettini, Mirko Nottoli. Inoltre, l’offerta dei Servizi Educativi di Genus Bononiae dedicata alla mostra presenta un catalogo scuole con proposte didattiche per ogni ordine e grado, attività per famiglie, bambini e adulti.
Per visitare la mostra è possibile acquistare i biglietti al costo di 5 euro (intero), ridotto 3 euro. Maggiori informazioni su www.genusbononiae.it | e-mail [email protected] | Telefono 051 19936329.
Ciclo di conferenze sull’Ottocento a Bologna
In occasione della mostra, prenderanno il via nei mesi di aprile e maggio, presso la Biblioteca di San Giorgio in Poggiale (via Nazario Sauro, 20/2), anche un ciclo di conferenze dedicate all'Ottocento di Bologna. Nel dettaglio:
- Giovedì 4 aprile, ore 17:00: "L’Ottocento nelle raccolte della Fondazione Carisbo e il caso di Giuseppe Badiali “pittore di camere e di scene” con Angelo Mazza e Pierangelo Bellettini.
- Giovedì 11 aprile, ore 17:00: "Felice Giani e l'avanguardia neoclassica a Bologna" con Francesca Lui.
- Giovedì 18 aprile, ore 17:00: "Antonio Basoli pittore di camere, di teatri, di paesi, di città" con Fabia Farneti.
- Giovedì 9 maggio, ore 17:00: "Raffaele Belluzzi e i pittori del suo Album fotografico" con Isabella Stancari.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti, maggiori informazioni e prenotazione consigliata su www.genusbononiae.it.