Da Giotto a… Dario Ballantini
Ernesto Trivoli presenta: Dipinti del ‘300 e ‘400 italiano da importanti collezioni private e Dario Ballantini, scultore.
Comunicato stampa
21 opere di 21 maestri (da Giotto ad Antonio da Viterbo, Cenni di Francesco di Ser Cenni, Bartolo di Fredi, Lorenzo di Bicci e molti altri, sino ad arrivare al ventiduesimo ‘gotico contemporaneo’ Ballantini, presente con 3 sculture), offrono a Milano uno spaccato davvero inedito e non altrimenti ammirabile del Gotico italiano a cavallo del XIV e del XV secolo.
Un periodo unico nella storia dell’arte italiana, in cui le botteghe nostrane, con fervore e carica innovativa, impressero un segno profondo e imperituro al pensiero e alla produzione artistica italiana, costruendo il solido piedistallo del favoloso Rinascimento.
La mostra, curata dall’avv. Ernesto Trivoli – noto collezionista e nome di spicco nel mondo delle case d’aste internazionali – percorre alcuni passaggi essenziali del Gotico in cui affondano le radici della storia della pittura italiana, di uno stile, essenziale quanto minuzioso, luminoso quanto profondo, che ha condizionato l’arte nei secoli a venire.
Tavole, tavole cuspidate, anconette, tempere e oli, certificati, di valore inestimabile, di dimensioni rilevanti e dall’ottimo stato di conservazione, accompagnano i visitatori nel pieno della storia artistica italiana del Tre e Quattrocento, sino ad arrivare alle 3 opere contemporanee che, richiamandosi a elementi primitivi, ancestrali e senza frivolezze, annullano 700 anni di distanza: antico e moderno si fondono così, senza soluzione di continuità, nella storia dell’espressione del pensiero umano che l’arte, instancabilmente, da secoli racconta.
Il salto improvviso nella contemporaneità dei bronzi di Dario Ballantini - noto al grande pubblico televisivo e sempre più nome di rilievo, e valore, dell’arte contemporanea italiana – è temporale, non concettuale.
“Le sculture di Dario Ballantini emanano una forza incredibile e straordinaria nella loro apparente staticità”, afferma Trivoli. “Esprimono una visione ancestrale, primitiva, senza legami col tempo, esattamente come i fondi oro di questa collezione inimitabile, frutto di anni di ricerca appassionata presso raccolte e collezioni private”.