Da Raffaello. Raffaellino del Colle
Il Comune di Urbino, con il contributo della Regione Marche e del Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, dedica una importante mostra monografica a Raffaellino del Colle, pittore colto, che elaborò una delle più originali ed autentiche espressioni del manierismo fuori Firenze.
Comunicato stampa
Il Comune di Urbino, con il contributo della Regione Marche e del Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, dedica una importante mostra monografica a Raffaellino del Colle, pittore colto, che elaborò una delle più originali ed autentiche espressioni del manierismo fuori Firenze.
L’esposizione “Da Raffaello. Raffaellino del Colle”, a cura di Vittorio Sgarbi, ospitata dal 17 maggio al 13 ottobre a Palazzo Ducale - Sale del Castellare, fa da apripista alle celebrazioni urbinati del 2020 per il quinto centenario della morte di Raffaello Sanzio (1483 - 1520), del quale Raffaellino (1494/97 - 1566) fu uno dei più fedeli e intelligenti seguaci.
Sarà questo l’evento di apertura del nuovo ciclo di mostre diffuse tra Urbino, Fano e Pesaro in programma tra primavera ed estate, dal titolo “Mostre per Leonardo e per Raffaello”, nell’ambito delle celebrazioni promosse dal MIBAC per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci nel 2019 e di Raffaello Sanzio nel 2020.
“Il sostegno della Regione Marche a questo importante progetto - spiega il presidente Luca Ceriscioli - si lega non solo alle celebrazioni di artisti di straordinario valore come Raffaello e Leonardo che hanno segnato la storia artistica e culturale della nostra regione, ma intende favorire la costituzione e l'affermazione dell’identità del territorio anche attraverso la promozione di forme di collaborazione inter-istituzionale funzionali alla valorizzazione dei beni culturali”. Continua l’assessore Moreno Pieroni “la promozione della cultura e del turismo si rafforza con lo sviluppo policentrico del territorio, trasformando il patrimonio culturale e gli eventi espositivi in un volano per lo sviluppo turistico”.
La mostra di Urbino intende ripercorrere l’attività del maestro biturgense discepolo del “divin pittore” che, pur essendo stato largamente attivo nelle Marche, necessita ad oggi di una rivalutazione storica e di una maggiore divulgazione. Per la prima volta si potranno ammirare riunite alcune delle sue opere più significative provenienti da chiese e musei di Roma, Cagli, Mercatello sul Metauro, Perugia, Piobbico, Sansepolcro, Sant’Angelo in Vado, Urbania, Urbino.
Il percorso sarà introdotto da due opere di Raffaello custodite nella raccolta dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma: una tavoletta, pressoché inedita, con la Madonna con il Bambino e l’affresco staccato con Putto reggifestone.
In estate apriranno le esposizioni a Fano, che celebra Leonardo riscoprendo il legame con Vitruvio con la mostra, a cura di Guido Beltramini, Francesca Borgo e Paolo Clini, “Leonardo e Vitruvio. Alla ricerca dell'armonia. I leggendari disegni del Codice Atlantico” al Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti dall’11 luglio, e a Pesaro dove l’artista Agostino Iacurci sperimenterà una visione contemporanea del De Architectura di Vitruvio con un progetto originale. Dal 13 luglio, a Palazzo Mosca – Musei Civici, “Agostino Iacurci Tracing Vitruvio. Viaggio onirico tra le pagine del De architectura”, a cura di Marcello Smarrelli. Tutte le mostre saranno visitabili fino al 13 ottobre.
BIOGRAFIA
Raffaellino del Colle
Raffaellino del Colle (Sansepolcro, 1496 circa-1566) fu uno dei più fedeli e intelligenti seguaci di Raffaello. Artista colto e raffinato, il pittore biturgense elaborò una delle più originali ed autentiche espressioni del manierismo italiano. Tra i favoriti della corte urbinate dei Della Rovere già dagli anni trenta del Cinquecento, fu attivo in molte località del Ducato, come Urbino, Urbania, Sant’Angelo in Vado, Mercatello, Lamoli, Cagli e Piobbico.
Dopo la prima formazione con Giovanni di Pietro detto lo Spagna, Raffaello di Michelangelo di Francesco, detto Raffaellino del Colle (frazione di Sansepolcro, nella quale si credeva fosse nato), si recò a Roma, entrando nella bottega di Raffaello (1517-1518). Alla morte del “divin pittore” divenne collaboratore di Giulio Romano, partecipando alla decorazione della Sala di Costantino in Vaticano.
Successivamente rientrò a Sansepolcro (1524), dove licenziò i suoi primi lavori (come la Resurrezione di Cristo nel duomo), ispirati ai modelli di Raffaello e di Giulio studiati nell’Urbe. Databile attorno al 1528 è l’Annunciazione di Città di Castello, opera che inaugurò un lungo impegno tra Umbria e Marche. Dal 1530 Raffaellino lavorò alla Villa Imperiale di Pesaro assieme a un gruppo di pittori convocati da Girolamo Genga su commissione di Francesco Maria I della Rovere e sua moglie Eleonora Gonzaga.
Successivamente, oltre a Sansepolcro, fu attivo a Urbania (decorazione dell’oratorio del Corpus Domini), Bibbiena (Cenacolo affrescato nel refettorio di Santa Maria del Sasso), Gubbio (decorazione di una cappella nella chiesa di San Pietro), Cagli (Sacra Conversazione in San Francesco) e Sant’Angelo in Vado (Sacra Conversazione nella chiesa dei Servi). Nell’aprile del 1536 Raffaellino giunse a Firenze per coadiuvare Giorgio Vasari negli apparati effimeri per l’ingresso in città dell’imperatore Carlo V. Tra il 1543 e il 1544 si spostò a Perugia, chiamato a decorare, assieme ad altri pittori, la cappella e l’appartamento del castellano nella Rocca Paolina (oggi non più esistente).
Successivamente soggiornò prima a Napoli, dove affiancò Vasari nella decorazione del refettorio del monastero di Monteoliveto, e poi a Roma, coadiuvando questa volta l’aretino nella sala dei Cento giorni in palazzo della Cancelleria. Nel 1548 Bronzino, già suo compagno di lavoro all’Imperiale, lo convocò a Firenze perché lo aiutasse nella realizzazione dei cartoni per gli arazzi con Storie di Giuseppe destinati al salone dei Dugento in Palazzo Vecchio. Nel suo ultimo decennio di attività il maestro biturgense licenziò notevoli opere per Città di Castello, Sansepolcro e Perugia.
Morì il 17 novembre 1566 a Sansepolcro, e venne sepolto nella chiesa di San Giovanni. Come hanno chiarito gli studi recenti Raffaellino del Colle occupa un ruolo non secondario nel panorama artistico italiano di pieno Cinquecento, così come nel processo di aggiornamento stilistico degli ambienti umbro-marchigiani del tempo.
OPERE IN MOSTRA
1. Raffaello (?), Madonna con il Bambino, olio su tavola, cm. 30x25, 1502 ca., Roma, Accademia di San Luca
2. Raffaello (attr.), Putto reggifestone, affresco staccato, cm.110x41,5, 1511-1512, Roma, Roma, Accademia di San Luca
3. Raffaellino del Colle, Madonna con il Bambino e S. Giovannino, olio su tavola, cm. 111x88, 1523 ca., Roma, Galleria Borghese
4. Raffaellino del Colle, Santa Caterina d'Alessandria incoronata da due angeli, tempera su tavola, cm. 119x72, 1527-1530, collezione privata
5. Raffaellino del Colle, Altare dell’Assunzione Assunzione della Vergine (tavola centrale), olio su tavola, cm. 223x158; S. Antonio Abate, S. Sebastiano (sportelli lato interno);
S. Girolamo, S. Francesco d'Assisi (sportelli lato esterno), olio su tavola, cm. 223x80, 1529-1530 ca., Piobbico, Santa Maria in Val d’Abisso
6. Raffaellino del Colle, Madonna del Velo con gli Arcangeli Gabriele, Raffaele e Michele, olio su tela, cm. 154x104, 1531-1532, Urbania, Museo Leonardi
7. Raffaellino del Colle, Purificazione della Vergine, olio su tavola, cm. 192x139, 1535-1536, Sansepolcro, Museo Civico
8. Raffaellino del Colle, Madonna con il Bambino e i santi Rocco, Francesco d'Assisi, Geronzio, Stefano e Sebastiano, olio su tavola, cm. 380 x 230, 1541 ca., Cagli, San Francesco
9. Raffaellino del Colle, Madonna con il Bambino e S. Giovannino tra i Santi Antonio, Abate, Pietro, Paolo, Giuseppe e il donatore, olio su tavola, cm. 270x160, 1543, Sant'Angelo in Vado, Santa Maria dei Servi
10. Raffaellino del Colle, Sacra Famiglia con S. Elisabetta, S. Giovannino e angeli, olio su tavola, cm. 43x37, 1555 ca., Urbino, Casa di Raffaello
11. Raffaellino del Colle, Immacolata Concezione, olio su tavola, cm. 299 x 180, 1556, Mercatello sul Metauro, Pieve Collegiata
12. Raffaellino del Colle, Sacra famiglia con S. Giovanni Battista, olio su tavola, cm. 202x170, 1560, Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria
13. da Raffaello, inizio del XVII secolo, Mosè salvato dalle acque, tavola, cm. 23 x 27, metà del XVI secolo, Urbino, Museo Albani
14. da Raffaello, inizio del XVII secolo, Fuga da Sodoma, tavola, cm. 23 x 27, metà del XVI secolo, Urbino, Museo Albani
15. da Raffaello, inizio del XVII secolo, Spiegazione dei sogni al faraone, tavola, cm. 23 x 27, metà del XVI secolo, Urbino, Museo Albani
MOSTRE PER LEONARDO E PER RAFFAELLO
Le esposizioni a Fano e Pesaro
I Comuni di Urbino, Fano e Pesaro proseguono nella condivisione di progetti che fanno rete e dopo il successo delle mostre “Rinascimento Segreto” nel 2017 e “Rossini 150” nel 2018 tornano unite quest’anno nel rendere omaggio ai due grandi geni del Rinascimento. Un altro passo avanti nella valorizzazione policentrica del patrimonio locale, favorevole alla formazione di un'identità culturale e allo sviluppo turistico.
Con il sostegno della Regione Marche, del Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, del Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, del Centro Studi Vitruviani di Fano, della Biblioteca Oliveriana di Pesaro e l’organizzazione curata da Sistema Museo, in programma tre appuntamenti concepiti dai comitati scientifici come un percorso con un filo conduttore univoco che racconti gli artisti e le connessioni con il territorio.
FANO
Leonardo e Vitruvio. Alla ricerca dell'armonia.
I leggendari disegni del Codice Atlantico
Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo Malatestiano, Sala Morganti
11 luglio – 13 ottobre 2019
La mostra in programma a Fano racconterà al pubblico, per la prima volta, la storia di Leonardo e Vitruvio, nella città del grande architetto romano, luogo della leggendaria basilica; un topos che le indagini archeologiche stanno rivelando in tutta la sua concretezza e su cui si sono misurate generazioni di architetti dal Rinascimento in avanti, tra cui lo stesso Andrea Palladio.
I curatori della mostra Guido Beltramini, Francesca Borgo e Paolo Clini hanno affrontato sistematicamente una lettura a tutto tondo dell’incontro-scontro fra due protagonisti del Rinascimento, uno in carne ed ossa, l’altro di carta e inchiostro. Verrà infatti indagato il multiforme rapporto fra Leonardo (1452-1519) e il testo di Vitruvio (I secolo a.C.), il celebre trattato latino di architettura che costituì le fondamenta teoriche della nuova maniera del costruire. Il De Architettura è, per Leonardo, un riferimento molto più presente di quanto si pensasse e va ben oltre il noto Uomo vitruviano, vale a dire la teoria delle proporzioni. Leonardo si misura con l’autorità di Vitruvio anche su problemi di idraulica e meteorologia, di geometria e ottica, di materiali e tecniche antiche.
PESARO
Agostino Iacurci. Tracing Vitruvio.
Viaggio onirico tra le pagine del De architectura
Palazzo Mosca – Musei Civici
13 luglio – 13 ottobre 2019
La mostra, curata da Marcello Smarrelli, presenterà dieci edizioni del De Architectura di Vitruvio, conservate nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro e raccontate da Brunella Paolini, ognuna aperta su una pagina diversa dei dieci libri di cui il trattato si compone.
Come un sogno ad occhi aperti attraverso le forme vitruviane, l’artista contemporaneo Agostino Iacurci (1986) realizzerà inoltre un’installazione di scenografie tridimensionali e di pittura; un’ambientazione immersiva che accompagnerà le immagini vitruviane come una specie di Hypnerotomachia Poliphili (Combattimento amoroso di Polifilo in sogno), romanzo allegorico stampato nel 1499, riferimento molto calzante soprattutto per la vicinanza ad Urbino dove, molto probabilmente, il libro fu di ispirazione per i cicli decorativi di Palazzo Ducale, del Laurana.