Jean-Pierre Formica – Dal disegno all’immagine
Disegni realizzati su iPad: mostra personale di Jean-Pierre Formica.
Comunicato stampa
Dal disegno all'immagine - Disegni realizzati su iPad
A cura di Patrick Amine
Gli artisti non smettono di esplorare nuovi materiali (e forme espressive) attraverso le nuove tecnologie. Jean-Pierre Formica, che il pubblico bolognese ben conosce, sperimenta da cinque anni il disegno su supporto digitale, in particolare sull’iPad della Apple, con applicazioni specifiche per la grafica. Si conoscevano le sue sculture di sale e i quadri che aveva già presentato in città. L'artista ha concepito questa nuova serie di disegni su iPad durante l’ultimo anno e mezzo.
Per esporre nel 2018 a Bologna, presso la Galleria Studio d’Arte 11, ha scelto, da un corpus di 600 disegni, un centinaio di opere, le cui tematica concerne l’attualità e il suo mondo poetico. Si tratta, per lui, di legare l’immaginario e l’osservazione del mondo in un medesimo gesto : due tenui fili che s’incrociano.
Jean-Pierre Formica procede senza concetti a priori, lascia che le immagini vengano a lui, nella loro fluidità ondivaga, sorgendo attraverso la mano e gli strumenti elettronici utilizzati : lo stiletto digitale e la tavolozza dei colori. Ha una grande abilità, come testimoniano gli innumerevoli album di disegni prodotti.
« L’unità si compone nella gestualità della costruzione, è questa che collega un’idea all’altra » dice « Sono tattile, manuale, mi adatto al contatto con questa tecnica su tavola digitale con i suoi processi che mi aprono un universo grafico in grado di portarmi verso un altro senso pittorico, in uno spazio rinnovato di colori ; quest’insieme di elementi si crea sul mio nuovo supporto grafico». «Il disegno e la sua lettura si legano simultaneamente, dall’iPad al gesto della mano. Rientro nei miei elementi che si organizzano su questa superficie vergine, che si può decostruire, come nelle mie carte dipinte o col mio utilizzo del sale con le sculture».
I disegni sono stampati con laminatura ai raggi UV su diasec, Dibon o plexiglass, ciò che permette di solidificare i loro tratti e colori . Jean-Pierre Formica insiste sull’aspetto rivelatore dei materiali e di queste tecniche utilizzate, si tratta di sedimetazione tra i nuovi procedimenti e l’osservazione del mondo da parte dell ´artista, che rivela de facto un’altra visione delle cose.
« Talvolta, cancello per ricostruire le immagini, andandomene dall’inquadratura, queste tecnologie permettono di sconnettersi più facilmente che con altri procedimenti e di ritornare su nuove basi :la tavoletta è una pagina bianca e non abbiamo più bisogno di immergere i pennelli ! Gli effetti sono elaborati più liberamente e più velocemente, i colori appaiono facilmente e ogni cosa si compone all’istante. Anche le esitazioni spesso diventano molto efficaci disegnando sull’iPad. Posso realizzare la « mia immagine », con la scelta dei materiali e della tecnica che di certo bisogna saper controllare - restando sempre presente il lato aleatorio».
Queste nuove serie di immagini-disegni provengono da uno spazio-tempo diverso. Si ha l’impressione che spuntino da uno spazio mobile e galleggiante. Le scene si aggiungono alle ossessioni legate alla biografia dell’artista. Appaiono in particolare delle vanità che caratterizzano come un leitmotiv la proposta dell’artista. La natura umana rimane presente in diversi aspetti : i fatti di cronaca recenti, l’attentato al Bataclan a Parigi, gli avvenimenti di Palmira (distruzione dei templi) e di Aleppo, nel 2015, con numerosi siti archeologici distrutti - un modo di ricordarsi della storia e dell’arte. Si tratta di riattivare quella memoria riempita di sedimenti, di farla risorgere alla superficie del nostro tempo. Questo vocabolario è costitutivo di un’idea che sottende tutta l’estetica di Jean-Pierre Formica.
In conclusione, a prescindere dai nuovi procedimenti utilizzati dall’artista, le sue creazioni non formano altro che una sola opera, unica e profonda nel suo ritmo e nella sua temporalità.
©Patrick Amine Parigi, 2017 Traduzione italiana dal francese - Giancarlo Pagliasso.