Dalla polvere alla forma
La mostra presenta un bell’insieme di realizzazioni sperimentali di Silvana Alasia e Laura Pezziardi, che sono il frutto della messa a punto di una particolare tecnica di manipolazione plastica e di decorazione pittorica.
Comunicato stampa
Dalla polvere alla forma
La mostra presenta un bell’insieme di realizzazioni sperimentali di Silvana Alasia e Laura Pezziardi, che sono il frutto della messa a punto di una particolare tecnica di manipolazione plastica e di decorazione pittorica.
Il supporto di base, prodotto con la mescolanza di materiali naturali, poveri e di derivazione dai ricettari tradizionalmente propri della bottega artistica, mostra una consistenza e una elaborabilità manuale non dissimile da quella operabile con la creta, e il risultato finale, con l’aggiunta dell’intervento pittorico, appare strettamente affine alla ceramica, da cui si discosta quasi esclusivamente per l’assenza dell’utilizzo della cottura e , dunque dell’impiego del fuoco.
Gli oggetti così prodotti si possono avvalere di un’estesa gamma di forme, in cui possono essere giocati con una certa libertà non solo i dosaggi degli ingredienti della “ricetta”, ma anche, e di conseguenza, le intenzioni creative sia sul piano della costruzione plastica, sia per la varietà delle soluzioni decorative.
In tal modo Laura e Silvana si possono lanciare in un’aperta sperimentazione delle potenzialità della materia, fino a ricercarne deliberatamente i limiti intrinseci, come, d’altra parte, accade inesorabilmente per tutte le tecniche artistiche, tradizionali o di avanguardia.
La selezione di opere in mostra nasce dall’intenzione di proporre una prima campionatura di articolazioni di forme, ispirata a criteri di essenzialità, tanto negli sviluppi spaziali, quanto negli interventi pittorici.
I volumi, mantengono volutamente tratti di elementarità, di valenze plastiche che rinviano a gestualità primigenie, conservando nell’oggetto l’immediatezza del gesto che gli dà corpo, e l’atto istintivo che si spinge a incavarvi graffiti, a imprimervi ripetute impronte.
Quegli oggetti e quelle loro particolari forme rivelano, con discrezione, il progetto che nel loro insieme li accomuna e che ce li rende facilmente raffrontabili e imparentabili con i reperti ceramici degli scavi archeologici condotti negli insediamenti preistorici.
Anche le specifiche modalità della decorazione pittorica, con quei fitti richiami alla gestualità della pittura informale e con le citazioni, per semplici tracce, come porzioni sopravvissute di arcaici geometrismi, vanno deliberatamente nella stessa direzione, creando una perfetta sintonia con le convessità e concavità delle forme e con la ricercata imperfezione delle bocche e degli orli.
Paolo Nesta