Dall’Arte nel Sociale al Teatro d’Artista
La mostra a cura di Lidia Carrieri e Anna D’Elia, con la collaborazione di Stefano Taccone, raccoglie opere, video, fotografie e documenti sugli “Incontri di Martina Franca” che furono organizzati dallo Studio Carrieri dal 1979 al 1981 quando, per quindici giorni, i vicoli, le corti, le piazze, ogni angolo del centro storico di Martina Franca si riempirono di suoni, echi, parole, passi, gesti misteriosi volti a misurare, rivedere, orientare, documentare.
Comunicato stampa
La Fondazione Studio Carrieri Noesi invita all’inaugurazione della mostra
Dall’Arte nel Sociale al Teatro d’Artista Incontri di Martina Franca’79/’80/’81
Mirella Bentivoglio, Enrico Cattaneo, Pietro Coletta, Mimmo Conenna, Mario Costa, Mario Cresci, Giuseppe Desiato, Fabio Donato, Gruppo Salerno’75, Christina Kubisch, Laboratorio 3, Leonardo Mosso, Orlan, Antonio Paradiso, Fabrizio Plessi, Franco Summa, Mauro Staccioli, Giovanni Tariello, Antonio Tateo, Giuliano Zosi.
In catalogo testo critico di Anna D’Elia, intervista a Enrico
Crispolti di Stefano Taccone, testimonianza di Vittorio Fagone
Martina Franca 19 Maggio 2012, ore 18,30
La mostra a cura di Lidia Carrieri e Anna D’Elia, con la collaborazione di Stefano Taccone, raccoglie opere, video, fotografie e documenti sugli “Incontri di Martina Franca” che furono organizzati dallo Studio Carrieri dal 1979 al 1981 quando, per quindici giorni, i vicoli, le corti, le piazze, ogni angolo del centro storico di Martina Franca si riempirono di suoni, echi, parole, passi, gesti misteriosi volti a misurare, rivedere, orientare, documentare. Artisti, critici, performer furono, insieme ai martinesi, protagonisti degli “Incontri” tra arte e vita, organizzati con la cura e il coordinamento di Enrico Crispolti e Vittorio Fagone, per combattere modelli e forme di un’arte elitaria e specialistica.
“Dopo trent’anni – scrive Anna D’Elia in catalogo- la mostra ci consente di riflettere su chi eravamo e chi siamo. In quest’arco di tempo il panorama artistico è non solo mutato ma ribaltato, in simbiosi con lo scenario sociale nel suo complesso. Che fare? Prendere atto o prendere le distanze, rileggere il passato per ripensare al futuro? Forse. Ma quel che conta è fare tesoro della memoria e non credere, come spesso accade, che in periferia nulla accada, la storia per fortuna comincia a essere riscritta proprio da qui.”