Dan Graham – Lecture
Lecture di Dan Graham introdotto da Andrea Zegna e Barbara Casavecchia in conversazione con Joseph Grima.
Comunicato stampa
Primavera italiana per Dan Graham, protagonista della sesta edizione del progetto di arte pubblica ALL’APERTO della Fondazione Zegna. L’Oasi Zegna a Trivero (BI) accoglie una sua nuova opera permanente: Two Way Mirror / Hedge Arabesque (2014), che sarà inaugurata il 31 maggio 2014 alla presenza dell’artista. Graham illustrerà il lavoro, ripercorrendo i temi della propria ricerca cinquantennale, nel corso di una Lecture introdotta dai curatori di ALL’APERTO Andrea Zegna e Barbara Casavecchia, in conversazione con Joseph Grima. Two Way Mirror / Hedge Arabesque è uno dei caratteristici padiglioni di Graham, in acciaio e vetro, qui sezionato da un’alta siepe (Hedge ) in tasso. Il Two Way Mirror (vetro a riflessione differenziata, utilizzato di norma per le facciate dei grattacieli direzionali), ha una proprietà unica: da un lato è trasparente, dall’altro riflette la luce, come uno specchio. Adottando il profilo curvilineo degli arabeschi (Arabesque , nel titolo, è lo stile decorativo caratteristico dell’arte islamica, composto da motivi vegetali e floreali intrecciati), Graham ne assembla le lastre in modo da moltiplicare gli angoli di rifrazione e il sovrapporsi delle immagini: a seconda del movimento dei visitatori nello spazio, delle condizioni naturali della luce e delle mutazioni del paesaggio circostante, chi entra viene catturato da un gioco di specchi ogni volta diverso. “Il mio lavoro è sempre dedicato a come gli spettatori vedono loro stessi”, dice Graham. L’analisi della relazione tra arte, architettura, natura e intrattenimento è uno dei fulcri della ricerca di Graham. Da qui, la scelta d’inserire Two Way Mirror / Hedge Arabesque nello scenario della Conca dei Rododendri, una delle zone più frequentate dell’Oasi Zegna, grazie alla sua spettacolare fioritura primaverile. Per l’occasione, l’area è stata ridisegnata dall’architetto di paesaggio Paolo Pejrone, per meglio accogliere l’opera e i suoi visitatori. I padiglioni di Graham, congegnati come luoghi d’incontro, svago, conversazione o raccoglimento, sono opere aperte a tutti. I primi, come Two Adiacent Pavilions (Documenta VII, Kassel, 1982), nascono proprio dalla riflessione dell’artista sull’architettura di paesaggio e sui giardini storici. Il suo Octagon for Münster (1987), di forma ottagonale, ricrea i volumi di un antico gazebo, riflettendo lo scenario idilliaco del parco cittadino. Nel saggio “Garden as Theater as Museum” (1988), Graham interpreta i giardini rinascimentali come primi musei della storia occidentale. Con opere come Two-Way Mirror Punched Steel Hedge Labyrinth (1994-6, Walker Art Center, Minneapolis), l’artista cita i labirinti di siepi barocchi, così come l’utilizzo della siepe quale dispositivo per delimitare lo spazio domestico e privato nell’ambito dell’architettura residenziale dei suburbs, altro tema fondamentale della ricerca di Graham. Fino al 2 novembre, Graham espone un nuovo padiglione (Hedge Two-Way Mirror Walkabout, 2014) sul tetto del Metropolitan Museum di New York , realizzato in collaborazione con l’architetto di paesaggio svizzero Günther Vogt per la Roof Garden Commission di quest’anno.