Dan Rees – Cryogenic Blue
T293 inaugura la terza personale di Dan Rees, la sua prima mostra nello spazio di Roma. L’artista gallese, attualmente di base a Berlino, presenta una nuova serie di dipinti e di sculture contenenti elementi fotografici. La ‘temperatura’ dell’atmosfera e il vocabolario del progetto evocano gli attuali climi ed umori sociali.
Comunicato stampa
‘Fotografando il mondo naturale mi sento connessa con la vita e provo il desiderio di preservarne l’eredità. Io amo la fotografia perché essa accresce il mio profondo rispetto per la bellezza e la varietà grafica della natura; che si tratti del coinvolgimento in un progetto sui senza tetto in America o di riprendere ghiacciai, fauna o paesaggi, io spero di contribuire alla conoscenza di alcuni dei problemi e dei tesori del nostro mondo. Forse, in piccola parte, questo può contribuire ad una maggiore comprensione’. - Tipper Gore
T293 inaugura la terza personale di Dan Rees, la sua prima mostra nello spazio di Roma. L'artista gallese, attualmente di base a Berlino, presenta una nuova serie di dipinti e di sculture contenenti elementi fotografici. La ‘temperatura’ dell'atmosfera e il vocabolario del progetto evocano gli attuali climi ed umori sociali.
Il titolo 'Cryogenic Blue' fa riferimento alla criogenesi, il processo che serve a solidificare a temperature estremamente basse diverse sostanze, addirittura i corpi umani in attesa di essere successivamente “scongelati” con la speranza di poter tornare a vivere; un'idea a cui viene simbolicamente sottoposta un’intera società in cerca di una scossa che la faccia risvegliare dal torpore in cui è calata.
Il primo elemento in mostra è costituito da una successione di dipinti dai colori vivaci sospesi ad una serie di appendiabiti di legno. Questo sistema è ispirato dai disegni del movimento Shaker definito da un'estetica artigianale epurata e da uno stretto codice morale.
Precisa e ben delineata, la successione degli elementi si rifà all’ordine simbolico e ai comportamenti compulsivi che l’Occidente impone agli individui attraverso il rituali di consumo. L’esclusione di molti da quest’ordine è stata la recente causa degli scontri in Inghilterra, paese di origine dell’artista, indirizzati contro le vetrine e gli oggetti in esse esposti. Questi dipinti sono anch’essi ‘in vetrina’ simulando un qualsiasi stock di vestiario di strada.
Un gruppo di teche luminose di varie misure e disposte irregolarmente nello spazio compone il secondo elemento della mostra. All’interno di questi dispositivi che imitano un'esposizione museale, Dan Rees ha inserito alcune foto di ghiacciai scaricate dal sito di Tipper Gore (ex moglie di Al Gore e fotografa professionista), dove i paesaggi si susseguono ad immagini di povertà. Evidenziando l'atteggiamento naive con cui vengono abbinate le foto, Dan Rees mette a confronto l'interpretazione del mondo visto dalla classe politica alla disinvolta creatività dell'artista.
Dan Rees
'Cryogenic Blue'
19 November 2011 - 12 January 2012
Opening Saturday 19 November 2011, 11 am - 6 pm
T293, Via dei Leutari 32, Roma
T: +39 (0)6 83763242
www.t293.it, [email protected]
Tues - Fri, 3 pm - 7 pm, or upon reservation
‘I love photography because it deepens my profound respect for the variety and graphic beauty of nature. Whether it’s involvement in a project about homelessness in America or photographing glaciers, wildlife, and landscapes, I hope to bring awareness of both the problems and the treasures in our world.’ -Tipper Gore
T293 Rome presents Dan Rees’s third solo show with the gallery and his first show in Rome. The Welsh artist, who lives in Berlin, presents a new series of paintings and sculptures containing photographic elements. The ‘temperature’ of the palate and imagery are evocative of the current social mood or climate.
The title of the exhibition ‘Cryogenic Blue’, refers to study of exposing different materials to extremely low temperatures, perhaps human bodies waiting to be successfully 'defrosted' in years to come; an idea that can be symbolically projected onto an entire society waiting to be stirred from its sinking lethargy.
The exhibition’s first component is a series of installations of brightly coloured paintings hanging on wooden clothing pegs. The hanging devices are inspired by the designs of the Shaker movement, evoking a simple craft aesthetic and a strict moral code. The succession of elements, well ordered and precisely delineated are inspired by the symptomatic order and impulsive behaviour that the Occident imposes through ritual consumption. The exclusion of many people from this order has caused the recent disruptive encounters in the UK, - the artist's homeland –directed towards the shop windows and their displayed objects. A certain high street feeling is maintained in the manner the paintings hang from the hooks as if they were items of clothing.
A group of different size light boxes arranged in the gallery space forms the second component of the exhibition; inside of each museum style display Rees has included images of glaciers taken from the website of Tipper Gore, (Al Gore’s ex wife and professional photographer) where landscapes and pictures of poverty come one after the other. In highlighting the naive gesture of these juxtapositions, Dan Rees compares the political classes’s portrayal of the world to the fanciful casual license of the artist.