Dana Danica Ondrejovic – Silenzio delle parole

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA POW ALESSANDRO ICARDI
Via Rocciamelone 7c, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al sabato orario pomeridiano 15.30-19.00;

Vernissage
08/06/2012

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Dana Danica Ondrejovic
Curatori
Edoardo Di Mauro, Lorenzo Bonini
Uffici stampa
B52
Generi
arte contemporanea, personale, disegno e grafica

Pow Gallery è lieta di presentare la personale dell’artista slovacca Danica Ondrejovic con un’esposizione di grafica, pittura e animazione che rappresentano, non solo l’artista, ma un’ intera cultura generazionale fortemente ispirata alla reazione dei poeti, filosofi, narratori e dissidenti cecoslovacchi al regime sovietico.

Comunicato stampa

Pow Gallery è lieta di presentare la personale dell’artista slovacca Danica Ondrejovic con un’esposizione di grafica, pittura e animazione che rappresentano, non solo l’artista, ma un’ intera cultura generazionale fortemente ispirata alla reazione dei poeti, filosofi, narratori e dissidenti cecoslovacchi al regime sovietico.

Nata a Bratislava nel 1976, si diploma in grafica all’Istituto Poligrafico di Bratislava ed inizia a collaborare con la Televisione Slovacca, continuando a dedicarsi allo studio della pittura partecipando a concorsi e mostre collettive a Bratislava e a Praga.
Dal 2002 si trasferisce in Italia per studiare all’Accademia di Belle Arti di Brera dove si laurea in Pittura e nel 2010 si diploma in Organizzazione e Comunicazione per l’Arte Contemporanea. Durante il periodo didattico lavora come assistente presso lo studio del professor Nino Mustica. Espone le sue opere in numerose mostre collettive riscontrando l’attenzione di noti critici e galleristi che la incoraggiano a continuare. Attraverso il disegno molto semplice, quasi infantile esprime la sua poetica mitteleuropea con asciuttezza, eleganza e sensibilità in un linguaggio attuale e contemporaneo, attraverso l’uso di materiali diversi e occasionali, riesce a elaborare un percorso di visione intima, forte e struggente.

“La formazione di Danica, nata a Bratislava, si sviluppa a contatto con l’ambiente culturale dissidente ceco, legato all’arte ed alla musica, formatosi subito dopo l’infausta invasione sovietica del 1968, che segnò un trauma ed una rottura nel movimento giovanile ed operaio occidentale di quegli anni. In particolare l’artista, per sua stessa testimonianza, venne fortemente influenzata dalla carismatica figura di Egon Bondy, poeta, narratore e filosofo ceco…. Una narrazione delicata, ma forte nel denunciare i problemi della nostra attuale condizione esistenziale. Se allora gli artisti lottavano contro un regime ottuso, negatore della libertà, in primo luogo di quella d’espressione, al giorno d’oggi lo scenario è diverso ma non presenta meno problemi, anche se di segno opposto. Nulla più sfugge al dominio dell’immagine e viviamo sospesi in una dimensione di eterno presente, incapaci di prospettare un futuro. L’alienazione del vivere quotidiano, in una società apparentemente “aperta”, ma costituita in realtà da tante monadi iperattive e non comunicanti, costituisce lo spunto a partire dal quale Danica tesse la trama della sua introspezione psicologica, che , a partire da sé, sa aprirsi al mondo.
La dimensione autenticamente narrativa dell’artista è simboleggiata dagli esemplari “libri d’artista”, suggestivi racconti di immagini e parole che saranno certamente apprezzati in un città come Torino, che vanta una importante tradizione in questa tipologia espressiva. “ Edoardo Di Mauro, maggio 2012

“Divulgatrice del patrimonio intellettuale boemo, crocevia dei popoli ceco, tedesco, ebraico e straordinario punto d’incontro di culture nel cuore dell’Europa. A questo punto, la bella Dana, è toccata dai rivolgimenti artistici che si producono intorno a lei, il suo è un rapporto col pensiero filosofico puntualmente messo in luce dalla critica militante, utilizza una maggiore aridità rispetto alle più note trasposizioni dell’informale, forse per una più serena riflessione sull'idea stessa di materia, di trama e spazi pittorici.” Il Silenzio delle parole di Lorenzo Bonini