Daniel Spoerri
L’intenzione di Spoerri non e’ tanto quella di produrre un’opera d’arte, quanto di bloccare un momento nel suo accadere temporale. In esposizione la scultura del 2005 “La vache qui rit”.
Comunicato stampa
Romeno di nascita, vittima delle persecuzioni naziste, rappresentante tra i più originali del Nouveau Réalisme, Daniel Spoerri è arrivato all'arte attraverso la danza, il mimo, il teatro. Con la definizione di Eat Art ha sviluppato un interesse viscerale per il cibo e la cucina, ha aperto poi ristoranti e imbandito banchetti entro gallerie d’arte, attribuendo ai critici il ruolo di camerieri; è stato poeta e scrittore, ha aderito a Fluxus e ha ideato con altri le edizioni “MAT”, multipli d'arte. La sua prima mostra individuale si svolge a Milano nel 1961, curata da Arturo Schwarz. Grande viaggiatore, l'artista ha stabilito la sua residenza in Toscana dove ha sede la Fondazione da lui creata Il Giardino di Daniel Spoerri.
La capacità di vedere il reale da inediti punti di vista, l’ispirazione poetica priva di preconcetti, liberamente dissacratoria, esercitata in assurdi assemblages di oggetti pescati nei mercati o nelle discariche, assieme alla sua innata abilità di “metteur en scene” ne fanno il personaggio al quale, all’interno del movimento, meglio si addicono le parole di Pierre Restany, che ne fu il teorico: “Questi nuovi realisti considerano il mondo come un quadro, la grande opera fondamentale di cui si appropriano certi frammenti dotati di significato universale. Ci mostrano il reale negli aspetti diversi della sua totalità espressiva”.
L'intenzione di Spoerri non è tanto quella di produrre un'opera d'arte quanto di bloccare un momento nel suo accadere temporale. Ricompare così (non è un precedente casuale l’amicizia con Marcel Duchamp, Man Ray) il concetto dadaista dell’artista che trasforma l’oggetto comune in oggetto artistico solo attraverso il potere del suo gesto demiurgico, nel caso di Spoerri con risultati talvolta inquietanti e cupi, in relazione all’uso di oggetti macabri che richiamano l’idea della morte, conservando tuttavia nella sua opera sempre un tono popolare che la rende accessibile ed accettabile da un vasto pubblico.
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