Daniel Spoerri – Bronze Age
La mostra, che presenta una decina di bronzi di grandi dimensioni e un egual numero di sculture più piccole, mostra come l’attività di uno dei massimi artisti contemporanei si sia declinata negli ultimi anni anche in una fitta produzione scultorea, che continua ad affiancare quel lavoro dedicato ai Tableaux Piège che lo ha reso internazionalmente noto al grande pubblico fin dai primi anni Sessanta.
Comunicato stampa
DANIEL SPOERRI - BRONZE AGE
a cura di Achille Bonito Oliva
curatore esecutivo Gianluca Ranzi
organizzazione e lay-out espositivo Fondazione Mudima
La mostra, che presenta una decina di bronzi di grandi dimensioni e un egual numero di sculture più piccole, mostra come l’attività di uno dei massimi artisti contemporanei si sia declinata negli ultimi anni anche in una fitta produzione scultorea, che continua ad affiancare quel lavoro dedicato ai Tableaux Piège che lo ha reso internazionalmente noto al grande pubblico fin dai primi anni Sessanta.
La scelta di mostrare una selezione delle più importanti e recenti opere scultoree di Daniel Spoerri risponde inoltre al desiderio di ricollegarsi alla tradizione espositiva del Festival di Spoleto che, sotto la direzione di Giovanni Carandente, aveva mostrato in Italia le ricerche di artisti attivi internazionalmente e profondamente innovatori rispetto al linguaggio della scultura classica e tradizionale.
Lo stesso avviene nelle opere in bronzo di Daniel Spoerri che, prodotte in Italia dove a Seggiano ha anche sede la fondazione dell’artista "Il Giardino di Daniel Spoerri", ribadiscono sia il vincolo che lega l’artista all’Italia, sia la caratteristica del Festival di Spoleto di mostrare opere di artisti internazionali che sono però state pensate in relazione al nostro paese, se non addirittura quivi prodotte e realizzate.
Le sculture esposte in mostra sono tutte state ideate e realizzate tra il 2005 e il 2016, attraverso un percorso scandito in tre tappe: l’opera che nasce dall’assemblages di alcuni oggetti trovati da Spoerri nei mercatini delle pulci di tutto il mondo, la prima fusione in bronzo con le canaline di scorrimento del metallo ancora attaccate e infine l’ultima versione, quella della scultura in bronzo ripulita e patinata. In questo modo le sculture in bronzo di Daniel Spoerri confermano l’interesse dell’artista ad indagare come gli oggetti, prelevati dal loro contesto abituale e dalla vita quotidiana, riescano a caricarsi di altri significati e diventino evocativi e spaesanti attraverso la loro decostruzione, l’assemblaggio e la contaminazione. Anche le sculture quindi, alla pari dei suoi famosi quadri-trappola (Tableaux Piège) intrappolano il caso e sembrano congelare il flusso della vita per diventare un potente ripensamento sul valore del tempo e sul ciclo della vita e della morte, oltre che sul senso profondo dell’agire umano e del suo essere nel mondo.
In questo modo le sculture di Daniel Spoerri ruotano attorno all’idea di fissare per sempre quanto il caso e la vita hanno naturalmente determinato, così come sono la manifestazione del tentativo dell’artista di conservare e di trattenere le tracce e la memoria di situazioni vissute, di tradizioni e di costumi passati. Il percorso che si snoda attraverso le sculture selezionate, che con naturalezza dialogano con uno spazio espositivo anch’esso austero e carico di riferimenti storici, delinea così una sorta di ricostruzione archeologica e antropologica del nostro tempo, rivissuta attraverso la pratica millenaria della scultura e dell’arte.