Daniel Spoerri – Was bleibt
La Fondazione Mudima presenta per la prima volta in Italia l’ultimo ciclo di lavori di Daniel Spoerri.
Comunicato stampa
La Fondazione Mudima presenta per la prima volta in Italia l’ultimo ciclo di lavori di Daniel Spoerri. La serie di opere esposte consta di una trentina di Tableaux Pièges eseguiti dall’artista nel 2016 e intitolati
Was Bleibt (Quello che resta), realizzati con gli oggetti recuperati da Spoerri direttamente dalla strada alla fine della giornata di mercato. Sono quindi gli oggetti avanzati, gli scarti degli scarti, quelli che apparentemente non interessano più a nessuno, non solo a coloro che in origine se ne sono disfatti, ma anche a quelli che, pur avendoli visti per strada in vendita, lì li hanno lasciati. Così però non ha fatto Daniel Spoerri che rintraccia, recupera e reinveste d’attenzione anche gli oggetti ultimi tra gli ultimi. Tutti questi oggetti, ritrovati da Daniel Spoerri nei mercatini, sono qui ripresentati come se fossero stati letteralmente prelevati dall’asfalto nelle stesse posizioni in cui giacevano. L’asfalto della strada ne costituisce infatti ancora il supporto su cui sono fissati, tutti conservati e bloccati dall’artista in una raccolta ideale, che è tanto un riferimento al gesto del collezionare, quanto all’idea della conservazione come traccia e memoria di situazioni vissute, di tradizioni e di costumi che delineano una sorta di ricostruzione archeologica del nostro tempo.
In questo modo le opere di Daniel Spoerri ruotano attorno all’idea di fissare per sempre quanto il caso e la vita hanno naturalmente determinato, così come sono la manifestazione del tentativo dell’artista di conservare, di trattenere e di rimettere in circolo le tracce e la memoria di situazioni vissute, di tradizioni e di costumi passati. La memoria e la vita trascorsa, le loro connessioni e le infinite storie che parlano attraverso questi oggetti reietti e abbandonati, delineano così una sorta di ricostruzione archeologica e antropologica del nostro tempo, rivissuta attraverso la pratica creativa dell’arte.
Sono oggetti “sentimentali”, perché è come se trattenessero in sé le vite passate, e quindi concluse, di chi li ha posseduti e vissuti (usandoli e consumandoli, venerandoli, odiandoli, collezionandoli o anche semplicemente ignorandoli e abbandonandoli). Il valore soggettivo di ogni singolo oggetto rimane “dimenticato a memoria” nel Tableau Piége, in cui però due nuovi fattori vanno ad aggiungersi: in primo luogo l’invenzione dell’artista e del suo prelievo dalla strada al muro del museo, in secondo luogo l’effetto sempre diverso che ogni opera e ogni raccolta di oggetti avranno su chi le guarda, il che comporterà di volta in volta significati e associazioni personali e sicuramente inediti in quanto non previsti dall’artista all’inizio del suo lavoro. In questo modo l’opera di Daniel Spoerri è sempre stata, fin dai suoi inizi e poi in ognuna delle innumerevoli varianti da lui sviluppate intorno al tema del Tableau Piège fino al ciclo Was Bleibt, un ponte tra la vita dell’artista e quelle degli altri, vite evocate dagli oggetti usati nelle sue cene, o da quelli abbandonati e infine ritrovati dall’artista, con tutto quanto di inaspettato questi oggetti possono evocare in ognuno di noi.
Il catalogo in fase di preparazione contiene un'introduzione di Gino Di Maggio, un’intervista a Daniel Spoerri a cura di Hans Ulrich Obrist, un testo critico di Bazon Brock e Tex Rubinowitz.