Daniela Bertol – Archetipi e armonie

Informazioni Evento

Luogo
UNICORNO
Rampa Mignanelli 10 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/03/2018

ore 18,30

Artisti
Daniela Bertol
Curatori
Silvia Bordini, Diletta Borromeo
Generi
arte contemporanea, personale

Frutto di una visione globale del design come procedimento mentale che abbraccia diverse discipline, concetti e teorie, le opere di Daniela Bertol appartengono a un’idea di creazione che instaura una profonda connessione tra natura, filosofia e tecnologia avanzata, e che si spinge a stimolare una particolare sensibilità nella percezione del quotidiano.

Comunicato stampa

Frutto di una visione globale del design come procedimento mentale che abbraccia diverse discipline, concetti e teorie, le opere di Daniela Bertol appartengono a un’idea di creazione che instaura una profonda connessione tra natura, filosofia e tecnologia avanzata, e che si spinge a stimolare una particolare sensibilità nella percezione del quotidiano.
La ricerca prende il via nell’ambito dell’architettura contemporanea e si sviluppa accogliendo alcuni principi delle teorie e delle pratiche orientali. Fondamentale, nell’elaborazione di oggetti quali la serie Wearable Art o nelle installazioni ambientali abitate da strutture, è il riferimento alle forme geometriche presenti in natura - spirali, esagoni, eliche - nella loro relazione matematica con il corpo umano e l’ambiente circostante, intese come sistemi in perenne evoluzione. Non a caso l’intero progetto del lavoro di Bertol prende il nome di Worldmaking o Making Worlds: Form Becomes Matter, ovvero “creare mondi ove la forma si tramuti in sostanza”, scegliendo un termine, matter, traducibile anche come “materia vivente”.
Da un lato l’artista osserva le variazioni e le dimensioni infinite della ripetitività dei frattali, dall’altro si concentra sulle geometrie affascinanti dell’astronomia, assumendo l’interazione mentale di questi mondi per trasformarli in segni e oggetti: sottili filamenti e grovigli armoniosi che sembrano plasmati da una materia in divenire. “La geometria – scrive – non è solo un’invenzione della mente umana, che può essere utilizzata per misurare e comprendere il mondo fisico. La natura stessa presenta composizioni geometriche nella maggior parte delle forme che si trovano in fisica e in biologia”. Forme che assumono il senso di archetipi, configurazioni primordiali di modelli che possono andare a coincidere sia con gli spazi di solidi dal sapore rinascimentale – l’icosaedro accoglie l’uomo di Vitruvio – sia con la leggerezza e la grazia di gioielli e oggetti, semplicissimi seppur complessi. Bertol fa uso di strumenti solitamente non associati fra loro, ad esempio il design e la creazione di video, entrambi incentrati sulla natura attraverso la concezione di una “bio-arte” e lo studio del corpo in movimento, anch’esso vivo nella dimensione del luogo in cui dimora, al pari delle strutture collocate in contesti architettonici o nel paesaggio.
Dall’invenzione alla produzione, caratteristica comune a tutti i modelli di design digitale è l’intento di dare forma a un’espressione di funzione. Nelle strutture, negli oggetti e nella Wearable Art - forme leggere da indossare, i gioielli - vengono esplorate le potenzialità di alcune forme biologiche e archetipi geometrici. A volte, la ricerca è focalizzata su sistemi complessi che possono abbracciare lo spazio proiettando patterns di luce/ombra. É la messa in opera del Worldmaking, l’idea di un mondo in cui il medium del design si può applicare “dall’orecchino alla galassia”, a partire dall’infinitesimale e fino a una progettazione complessiva dell’ambiente, secondo il principio che muove la sfera d’azione dell’architetto invitandolo a prestare maggiore considerazione ai fattori umani e antropologici, nel progresso della pratica architettonica.
Diletta Borromeo

Research artist e architetta, Daniela Bertol vive a New York. Da oltre trenta anni lavora su progetti che integrano la scienza, l’arte e il movimento, indagato attraverso l’insegnamento e la pratica dello Yoga. Nel 1991 è stata co-fondatrice di Space Ink, laboratorio per l’innovazione dell’architettura e del design. É autrice di alcuni libri, fra cui Visualizing with CAD (Springer Verlag, 1994), Designing Digital Space (John Wiley & Sons, 1997) la prima pubblicazione a prendere in esame la realtà virtuale in architettura, e Geometry, Form, Structure: from Nature to Design (Bentley Institute Press, 2011).