Daniela Frongia / Annemarie Kroke
Negli spazi del CEDAP, nel Parco del Limbara, prosegue la programmazione del Museo di arte ambientale Organica, con le due nuove mostre “Un altro luogo” di Daniela Frongia e “Specchi d’acqua” di Annemarie Kroke.
Comunicato stampa
È un’installazione di grandi dimensioni “Un altro luogo” di Daniela Frongia, che pervade lo spazio interno del museo e avvolge parte dell’edificio e della natura circostante. L’artista, nello spazio immateriale del vuoto, con un filo di cotone costruisce preziose e complesse architetture tattili. Con gesti ritmici, misurati e ripetuti in un tempo scandito a volte da ore, altre da giorni o mesi, fa dell’esperienza temporale materia visibile, concreta e palpabile.
Le sue opere sono imponenti interventi site-specific di grande suggestione, la cui “costruzione” non è mai immediata: nasce da un’intuizione catturata attraverso l’obiettivo della reflex, fissata sulla carta come un appunto o un veloce bozzetto che poi viene lentamente elaborata finché non diventa urgenza creativa. Un processo in divenire, quindi, che origina dagli stati d’animo dell’artista, dalle sue emozioni, dalla relazione che, nell’arco di un dato tempo, instaura con lo spazio e con i luoghi. Nel vuoto di una stanza o all’aperto, tra gli alberi e le rocce, crea forme dinamiche mutevoli, avvolgenti e attraversabili, morbide, leggere e fluttuanti. Con un semplice filo crea un legame profondo tra il passato, il presente e il futuro, connessioni nuove che amplificano lo sguardo. La natura e il mondo sono il telaio su cui Daniela Frongia, recuperando in modo originale la tradizione artigianale della tessitura, tesse con fragili fili di materiali organici – cotone lana canapa capelli – un luogo “altro” da attraversare o in cui sostare per dare nuova forma l’esistenza (Giannella Demuro).
Daniela Frongia nasce nel 1981 a San Gavino Monreale. Inizia il percorso formativo presso l’Istituto Statale d’Arte “Carlo Contini” di Oristano e matura la propria preparazione all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, laureandosi in Scenografia e Storia dell’Arte Contemporanea. Prende parte a diverse residenze d’artista e workshop. Viene selezionata per la V e alla VI edizione di “Networking”, il progetto per la promozione dell’arte contemporanea in Toscana, durante il quale affianca personalità internazionali come Robert Pettena, John Duncan, Cesare Pietroiusti. L’intensa attività della Frongia abbraccia produzioni e media espressivi differenti: installazioni, performance, video e fotografia, atti ad evolversi nei vari ambiti sperimentali quali la fiber art, l’arte sociale, la psicologia dell’arte e la street art. Ha all’attivo diverse mostre personali e collettive, premi nazionali e internazionali e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Assieme alla mostra di Daniela Frongia, presentata anche la mostra fotografica “Specchi d’acqua” di Annemarie Kroke. La psicanalista e fotografa tedesca, che vive tra Berlino e la Sardegna, ha scelto di rivolgere il suo sguardo sull'elemento acquatico. Stagni, laghi, acquitrini, pozze che pullulano di vita, diventano il riflesso di un io proiettato nella ricerca di forme, di piani prospettici che emergono in superficie o che si intuiscono al di sotto del pelo d’acqua, di luci e riflessi che baluginano sottovoce. Gli scatti, nati durante le innumerevoli passeggiate in natura con la macchina fotografica, sono la restituzione di uno sguardo puro, lontano dalla ricerca premeditata e dall’ossessione per la composizione dell’immagine: il mezzo fotografico acquista, per Annemarie Kroke, un forte valore affettivo che si traduce in immagini calme ma dense di contenuti.
Di cultura e territorio si è parlato nel pomeriggio nel corso della presentazione del libro dell’urbanista Lidia Decandia “Territori in trasformazione: il caso dell’alta Gallura”. Il saggio edito da Donzelli, analizza il territorio gallurese quale “una ossimorica città natura in cui il già stato si unisce con l’adesso e in cui si intrecciano città e campagna, natura e cultura”.
Un pubblico numeroso e partecipe ha preso parte alla conversazione tra l’autrice e la curatrice Giannella Demuro, durante la quale è stato presentato l’Atlante dell’Alta Gallura (http://www.atlantealtagallura.com/index.html), sito nato con l’intento di far emergere le mutazioni in corso nel territorio. L’atlante raccoglie storie, mette in luce nuove forme di produzione e di uso dello spazio, sperimentazioni, artistiche ed eventi della storica regione del Nord Sardegna, in cui è immerso il Museo ORGANICA.
La giornata ha anche sancito l’inizio della collaborazione tra il Museo di arte ambientale ORGANICA e il Tempio Faber Festival. Giunto quest’anno alla sua diciassettesima edizione, il Festival dedicato alla figura di Fabrizio De André ha scelto il Bosco di Curadureddu per la chiusura della tre giorni di eventi con tema “Nei luoghi di Faber tra musica, arte e cultura”. Al mattino il suggestivo trekking letterario sul Limbara “Anime Salve – Sentiero De André” a cura di Sentieri di Sardegna, e la sera il trio composto da Ilaria Porceddu, Emanule Contis e Fabrizio Lai , che ha dato vita a un delicato concerto nella suggestiva cornice del bosco di querce e lecci dal titolo “Quando ero piccola mi innamoravo di tutto” che ha proposto le canzoni di De André – da “Coda di lupo” a “Sidún” – intrecciate a brani originali della cantante. In apertura al concerto di Ilaria Porceddu Trio, il pubblico ha potuto ascoltare anche un’anteprima di “Kinda”, l’ultimo lavoro del M° Sandro Fresi, musicista, etnomusicologo e direttore artistico del Festival, e Marco Muntoni, cantante melismatico depositario della tradizione del canto tradizionale.
Tutti gli eventi di Organica si tengono alle pendici del Monte Limbara, nei dintorni di Tempio Pausania: nel bosco di Curadureddu e presso il CEDAP - Centro di Educazione e Documentazione sull’Ambiente e sul Paesaggio.
Lo spazio del CEDAP dispone di due sale espositive, una dedicata all’arte contemporanea e l’altra alla fotografia ed è anche un punto informativo per le attività escursionistiche, ambientali e culturali del territorio.
La località è raggiungibile da Tempio, Olbia e Sassari lungo la strada statale SS 392, e poi a piedi percorrendo uno dei suggestivi sentieri che si inoltrano nei boschi del Limbara.
ORGANICA – museo di arte ambientale nel Parco del Limbara è un progetto dell’associazione culturale tramedarte curato dal critico d’arte Giannella Demuro e realizzato in collaborazione con il Comune di Tempio Pausania, la Fondazione di Sardegna, la Regione Sardegna, Fo.Re.S.T.A.S. - Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell'Ambiente della Sardegna, la Fondazione Sardegna Film Commission, il Touring Club Italiano, l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari e il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari, le associazioni culturali: Colorart, Iskeliu, La Sardegna vista da vicino, Progetto contemporaneo, S’Ala Produzione, Sa Domo, Sèmiti di Paràuli e i partner Escursì.com, Confcommercio Nord Sardegna, Gallura Mia srl, Hotel Pausania Inn, La Baita Limbara, Panificio Cossu.