Daniela Gorla / Maya Pacifico – Migrazioni
Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli alla mostra Migrazioni di Daniela Gorla e Maya Pacifico.
Comunicato stampa
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ha varato nel 2013 un programma di patrocinio, denominato Matronato, volto al riconoscimento e alla promozione di progetti (senza scopo di lucro e aventi sede in una delle seguenti regioni italiane: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) che, per il loro valore e qualità culturale, stimolino la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione e alla mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo.
Il Matronato è stato concesso alla mostra Migrazioni di Daniela Gorla e Maya Pacifico a cura di Daniela Ricci nell'ambito della seconda edizione della rassegna Land Art che sarà inaugurata sabato 5 agosto alle ore 18.00 al MoMu-Molino Museo a Montenero Valcocchiara (Isernia). Il progetto, realizzato con il patrocinio della Regione Molise, offre l’opportunità di esplorare nuove relazioni tra ambiente e comunità rafforzando i legami che il territorio instaura con i suoi abitanti attraverso un’azione artistica in situ.
Daniela Gorla e Maya Pacifico, dopo un periodo di residenza nel MoMu-Molino Museo, un antico mulino restaurato e funzionante a a Montenero Valcocchiara, hanno realizzato con materiali naturali e biodegradabili opere e installazioni tridimensionali situate nei giardini del mulino e nelle zone limitrofe: un percorso a cielo aperto che analizza le possibili declinazioni del rapporto arte/paesaggio attraverso opere collettive, individuali e performative. Nell'installazione a living book Maya Pacifico inserisce il ramo di un albero in un libro inchiodato alla terra, destinandolo alla trasformazione degli elementi che lo circondano: con il passare del tempo le componenti del libro come oggetto si deterioreranno a contatto con gli agenti atmosferici creando una nuova scultura modellata solo dalla forza della natura. Nell'installazione MeMORY - Oggetti migranti Daniela Gorla prevede una contaminazione tra i confini, una migrazione di un oggetto rurale, collocato all'interno del Molino, verso l'esterno, avvolgendolo in forme di reti a spirale, arcaiche come antichi simboli d'infinito posti in dialogo con i fiori, l'erba e gli alberi integrati nella natura: una liberazione dall'alienazione di luoghi reclusi, un ponte simbolico di forme tra la Terra e il Cielo.
“Il progetto di Gorla e Pacifico – spiega la curatrice Daniela Ricci - intende evidenziare la relazione che intercorre tra l’io e il tu, tra il noi e gli altri, la natura e il cosmo infinito. Uscendo dal dominio dell’individualità narcisistica, le due artiste interagiranno all'unisono, senza schemi prestabiliti, mettendo in campo le abilità pregresse, i frutti delle proprie ricerche artistiche, le poetiche e le scelte esistenziali. Si muoveranno intorno a intime corrispondenze, profonde convinzioni nate dall'idea di un’arte che arrivi ai sensi e quindi alle emozioni, che sussurri e non urli ai desideri inespressi, alla psiche e ai sogni, all'indicibile e all'invisibile, a quelle aree di essenza spesso sepolte. Un’arte lontana dalle grevi rappresentazioni dei mali contemporanei, che vuole porsi nello slancio utopistico di trascendenza, respirare aria in altri modi, mondi e possibilità di esistere”.
La mostra sarà visitabile fino al 31 agosto 2017 nei consueti giorni e orari di apertura del MoMu-Molino Museo: dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 19.00.
Daniela Gorla (Cremona, 1960). Selezionata nel 1990 alla Biennale d'Arte Contemporanea, nuove generazioni-Regione Lombardia, tra gli anni '90 e 2000 si è occupata di arte come formazione e pratica sociale. Dal 2012 si occupa di Land Art e arte digitale e dall'anno successivo le sue ricerche approfondiscono il rapporto tra l’arte e la natura attraverso installazioni ambientali di grandi dimensioni, come grandi teli posati nell'ambiente che mettono in relazione ciò che resta della biodiversità autoctona e la storia delle migrazioni testimoniante da sassi di fiume, rocce, frammenti di vegetali ritrovati nel mare. Collabora con Naturarte di Lodi, con il Movimento Arte da mangiare, mangiare Arte presso la Fondazione Umanitaria di Milano e con Land Art Campi Flegrei di Napoli. Vive e lavora a Cremona.
Maya Pacifico (Torino, 1962). Ha esposto in importanti spazi pubblici e istituzioni museali, sia in Italia che all'estero, fra cui Expo 2015 a Milano, London Biennale, PAN e e Castel dell’Ovo di Napoli, Museo Vittoria Colonna di Pescara, Palazzo Medici Riccardi a Firenze, Biblioteca Angelica di Roma, Castello Aragonese di Ischia, e alla Biennale di Pechino.