Daniela Gullotta – Urbex
Urbex è l’acronimo inglese di urban exploration ed è un’attività che consiste nel cercare e localizzare infrastrutture abbandonate con l’obiettivo di visitarle, fotografarle e trasmetterne i contenuti, con particolare coinvolgimento di metodologie provenienti dalla geografia, antropologia, sociologia fino agli studi culturali.
Comunicato stampa
Urbex è l’acronimo inglese di urban exploration ed è un’attività che consiste nel cercare e localizzare infrastrutture abbandonate con l’obiettivo di visitarle, fotografarle e trasmetterne i contenuti, con particolare coinvolgimento di metodologie provenienti dalla geografia, antropologia, sociologia fino agli studi culturali.
Intorno a questi concetti si muove il lavoro di Daniela Gullotta che, partendo appunto dalla ricerca di vecchie fabbriche, chiese abbandonate, monumenti storici perlopiù fatiscenti, li sublima sulla superficie pittorica creando immagini di una intensa forza introspettiva.
L’artista, con pennellate e segni decisi, fa sentire la sua presenza vibrante, restituendo vitalità ad edifici che sembrano vuoti, ma in realtà ancora pulsanti di potenziale energia creativa.
Dalle architetture storiche estrae forme cariche dell’importante passato, con immagini che sembrano farle apparire quasi miraggi nel deserto e nelle quali la “sua” Bologna si ritrova spesso nelle prospettive a tunnel che ne richiamano i famosi portici, oggi patrimonio dell’Unesco.
Splendidi poi gli interni che, apparentemente vuoti, sembrano abitati da poeti alchemici che con i loro versi mascherano ad occhi poco profondi verità e bellezza.
Richiami di un non lontano passato ci vengono invece trasmessi nelle opere dedicate alla Torre Velasca di Milano, recentemente restaurata e restituita alla città.
I suoi lavori sono stati in passato avvicinati alle opere di Anselm Kiefer (n. 1945) e di Giovanni Battista Piranesi (1720-1770), ma nei dipinti della Gullotta l’assenza di colore rende gli spazi particolarmente eterei, permettendo così di sollevarli idealmente per trasportarli in nuovi luoghi e a nuova vita.
Questa è la sintesi del lavoro di Daniela Gullotta: esplorazione, scoperta, memorizzazione e riproposizione di immagini antiche o storicizzate e, in molti casi, quasi dimenticate.
Il tutto attraverso la realizzazione di opere “forti” per l’impatto visivo dato dal soggetto e in molti casi dalla dimensione importante, necessaria per meglio permetterci una profonda immersione in esse.
Si parla spesso di “fuga di cervelli”, ma in questo caso siamo veramente felici di poter dire che si tratta di un “rientro”, e di quelli importanti: un artista di caratura internazionale che ha deciso di affidare il proprio ritorno in terra natia ad Almach Art Gallery di Milano, pur mantenendo il collegamento con importanti gallerie, quali Marlborough Fine Art di Londra e Galerie Koch di Hannover.
Almach Art Gallery è lieta di raccogliere questo impegno, con la responsabilità e la convinzione di poter esprimere le estreme potenzialità che Daniela Gullotta porta con sé.