Daniele Alonge – Crack
Nel fare arte di Alonge si coniuga pensiero e azione, denuncia e forti realtà vissute. Una apparente narrazione educativa traspare nelle installazioni di questo artista che rivisita la globalità cosmica e terrena come una sfera di incongruenze e mistificazioni etniche e collettive.
Comunicato stampa
Città di Noto/ Assessorato alla Cultura/Unesco/Studio Barnum/Palazzo Rau della Ferla:
CRACK
DANIELE ALONGE
mappe concettuali e realtà migratorie
Nel fare arte di Alonge si coniuga pensiero e azione, denuncia e forti realtà vissute. Una apparente narrazione educativa traspare nelle installazioni di questo artista che rivisita la globalità cosmica e terrena come una sfera di incongruenze e mistificazioni etniche e collettive.
Si potrebbe facilmente parlare esclusivamente di Mediterraneo e delle sue migrazioni umane, il grande barcone tombale della Speranza, ma per l'artista è solo un momento di quello che lui denuncia come CRACK globale, la nostra sferica terra...che si schiaccia autonomamente, grazie a delle politiche non più geografiche, ma umane. La presenza quasi mistica, non è solo il pretesto di una cattolica visione della società contemporanea, ma forse quel senso apparente di colpa, che conduce l'essere, non sempre umano, a espiare colpe, una sorta di misticismo pubblicitario, dove la crocifissione di Cristo, icona perenne di una comunità, giusta e perfetta, si traduce in una agonia territoriale e globale, una visione di annullamento antropologico mondiale.
La forte e ironica ludicità iconica di Daniele Alonge, il cane petrolifero, il Game Over e altri ancora, possono deviare il senso dell'analisi urbana verso una rivisitazione Pop delle arti contemporanee, ma il nostro artista è ben definito nel suo attraversare una metafora sottile e ineluttabile, una distruzione invisibile, che invece Alonge denuncia come pura e chiara visione di una cronaca annunciata.
Credo che proprio con questi temi e principi l'artista siciliano ha coinvolto il pubblico e il comitato scientifico di un concorso collettivo a Noto, dove il tema dello “straniero” , del “Perché ci imbarazza e ci interroga? Perché ci spaventa e ci attrae?, così come afferma nel suo saggio il filosofo Umberto Curi, Alonge lo traduce come una alterità culturale e antropologica, una visione ancestrale della Madre terra dell'essere altro e il porsi e il costituirsi come altro.
Michele Romano
La mostra di Daniele Alonge è l'appendice all'evento Kairos organizzato dall'associazione Le Rotte di Ulisse che, tra gli altri appuntamenti ed incontri prevedeva una mostra-concorso destinata a giovani artisti.
In mezzo alle riflessioni a più voci e più sensibilità sul tema di quest'anno, l' Alterità, vi era l'obiettivo di ascoltare il mondo dell'arte valorizzando le proposte dei suoi giovani interpreti.
Alonge risultò il vincitore del concorso e questa mostra, che ci spinge ad approfondire i temi della sua arte, è il giusto riconoscimento.
Corrado Spataro
Presidente Associazione Le rotte di Ulisse