Daniele Bacci – E’ domenica e non ho niente da fare
La ricerca artistica che Daniele Bacci porta avanti da diversi anni, sembra potersi inscrivere in un’estetica anti-spettacolare.
Comunicato stampa
DANIELE BACCI
E’ domenica e non ho niente da fare. Non ho neanche voglia di sognare.
Inaugurazione domenica 13 ottobre, Piano Nobile Home Gallery, Corso G. Amendola 40, Pistoia, dalle 16.00 alle 20.00.
Da lunedì 14 ottobre 2024 fino al 8 dicembre 2024 visitabile su appuntamento [email protected]
La ricerca artistica che Daniele Bacci porta avanti da diversi anni, sembra potersi inscrivere in un’estetica anti-spettacolare. Lo sguardo si sposta su quello che succede ogni giorno e che si ripete continuamente: il banale, il quotidiano, il comune, l’ordinario, l’infra-ordinario, il rumore di sottofondo. Una ricerca che, per dirla con un kanji giapponese 道 (che significa “ciò che conduce”), è un percorso, un cammino, in senso non soltanto fisico ma soprattutto spirituale.
Le opere pittoriche di Bacci richiamano alla memoria un capolavoro letterario di Raymond Queneau del 1963 dal titolo Esercizi di stile; un testo che gioca sulla retorica, sulla variazione delle combinazioni di uno stesso racconto, una sorta di architettura combinatoria. Non solo, Esercizi di stile è anche un tracciato di frammenti autobiografici e un testo politico.
Per questa mostra personale dal titolo E’ domenica e non ho niente da fare. Non ho neanche voglia di sognare, l’artista lavora sulle pareti delle tre sale di Piano Nobile Home Gallery creando un percorso che può essere considerato come una “camminata esistenziale”.
Nella prima sala troviamo quadri scuri di dimensioni contenute; tele che si presentano allo spettatore in modo austero; severe e inflessibili. Si fanno scudo rispetto all’ambiente che le circonda cercando, allo stesso tempo, un dialogo con l’esterno; tuttavia il colore scuro le imprigiona. Queste opere - sotto uno strato di pittura acrilica astratta, eseguita in modo “maniacale” - non rappresentano solo se stesse, ma nascondono internamente un’umanità ricca di variegati sentimenti.
Passando dall’oscurità e proseguendo “il viaggio”, ci ritroviamo al far del giorno.
Nella seconda stanza troviamo, infatti, il colore che porta alla luce quell’umanità nascosta presente nella prima sala. Anche qui i quattro quadri presenti, sono di dimensioni piuttosto contenute. I colori che emanano si manifestano sulle pareti come “lapilli” espulsi violentemente da un vulcano. Si respira vita, le opere non sono più chiuse verso l’interno, ma dialogano con noi e tra di loro, come se fossero personalità viventi. Si rapportano l’una con l’altra e, a loro volta, con lo spazio circostante.
Chiude il percorso espositivo un trittico di grandi dimensioni.
La prima parte è costituita da una tela a righe colorate, collocata al margine sinistro dell’opera. Le strisce rappresentano la scansione temporale di questo o di chissà quale altro cammino. Al centro, un apparente monocromo di colore giallo. Dentro quel giallo assoluto, si nasconde la società, l’uomo con le sue terrene faccende, ma anche l’uomo che si rapporta con il paesaggio. Il margine destro del trittico si mostra come un elemento impetuoso, quasi accecante, che chiude la mostra in modo folgorante.
Il trittico nell’ultima stanza può essere ben rappresentato attraverso un’immagine che ci restituisce Eugenio Montale in questa strofa de I limoni:
(…) un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
Daniele Bacci (Lucca 1975, città dove vive e lavora) ha preso parte a numerose mostre personali, collettive e residenze, tra queste ricordiamo: MAC di Lissone; Kunstraum di Monaco di Baviera; Fondazione Antonio Ratti (Como); Biennale di Carrara; Galleria T293 (Napoli); Galerie Vis-à-vis (Metz); Istituto Italiano di Cultura di Lisbona, Villa Ockenburgh (Den Haag, Olanda); Puzzle>pzzl (Ville de Thionville, Francia); Museo d'inverno (Siena).