Daniele D’Acquisto – Forming
Forming, l’ultimo suo ciclo di lavori, si sviluppa su fronti distinti, autonomi ma chiaramente congiunti, tra stampe fotografiche su alluminio e installazioni site-specific, opere precarie concepite per 22,48 m2.
Comunicato stampa
Daniele D’Acquisto opera sempre sul crinale tra progettualità e visione, un processo di meditazione che interroga gli spazi e i loro limiti, rimodula oggetti e strutture, restituisce nuove possibilità di lettura agli ambienti in cui decide di agire.
Forming, l’ultimo suo ciclo di lavori, si sviluppa su fronti distinti, autonomi ma chiaramente congiunti, tra stampe fotografiche su alluminio e installazioni site-specific, opere precarie concepite per 22,48 m2.
Il recente trasferimento di D’Acquisto nel nord dell’Italia ha costituito chiaramente un momento rivoluzionario nella sua quotidianità, oltre ad aver comportato il trasloco di ciò che conservava nel suo studio di Taranto.
L’artista da tempo ha accumulato un disordinato archivio di oggetti più o meno comuni, attratto dalla loro forma o dalla loro storia anonima e fors’anche banale, e quindi non per la loro utilità pratica nella vita di tutti i giorni. Il suo nuovo studio si è popolato di una serie di oggetti e materiali, che nel caos generale sono stati individuati e collocati su una grande parete. Uno pneumatico, un’accetta, una ramazza, un libro aperto ed altro ancora: le dinamiche attraverso cui sono stati posizionati sulla superficie precedentemente ridipinta sono diverse, ma in tutti i casi rispettano una studiata nomenclatura che tiene conto non certo di rapporti di parentela funzionale ma formale. In ogni caso sulla parete del suo studio, e quindi sulle stampe su alluminio, c’è un oggetto che assume una centralità o comunque un punto di partenza spaziale; da qui si dipana poi un sistema di nuove coordinate, autonome e al contempo connesse all’oggetto originario.
Il titolo, Forming, si riferisce al fatto che l’opera coincide con il suo processo di formazione, come suggerisce l’artista, da sempre teorico del suo lavoro, facendo poi anche riferimento al titolo – GI – di un vecchio album dei Germs, gruppo punk rock statunitense. In quel disco la band propone per due volte un pezzo, Forming. La prima traccia suonata nel momento in cui, per la prima volta, la band imbraccia gli strumenti senza averne padronanza, la seconda registrata a distanza di qualche tempo quando la consapevolezza tecnica si era mescolata all’urgenza espressiva.
Questa dualità si verifica in qualche modo anche nell’opera di D’Acquisto: le installazioni site-specific riprese in fotografia nel suo studio e stampate su alluminio come primo momento della sua nuova indagine e le installazioni presentate in galleria. In queste fotografie, non si tratta di un’immagine meramente documentale, ma del prosieguo dell’opera stessa, che nella seconda fase assume i connotati di un oggetto mobile, un quadro. D’Acquisto costruisce pertanto questo nuovo ciclo attraverso un processo, in qualche modo ecologico, di riutilizzo dell’esistente.
Si spiegano così alcune rimodulazioni, le cui radici vanno rintracciate nell’ambito dell’Arte Povera e di altre ricerche di taglio sperimentale posizionatesi in Europa e in America a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta. L’approccio di D’Acquisto è chiaramente mentale prima che manuale e operativo. Non a caso il curatore Alberto Zanchetta ha scritto che “Da anni l’artista continua a interrogarsi intorno alla zona liminale che separa ciò che è reale (i fenomeni fisici indagati dalla scienza) da ciò che è ideale (l’immaginazione esercitata dall’arte). In pratica l’artista intende tradurre dei concetti in oggetti, mettendo in contiguità il piano fenomenico con il livello neurologico, perché immaginare o vedere una cosa stimola le medesime aree del cervello”.
Daniele D'Acquisto è nato a Taranto nel 1978. Tra le mostre personali: S-Reverse, a cura di Lorenzo Madaro, Fondazione Pino Pascali (Polignano a mare, 2014); Strings, a cura di Alberto Zanchetta, MAC (Lissone, 2014); Strings, Galerie Territoires Partagés (Marsiglia, 2013);Volta NY 13, testo di A. Zanchetta, The Pool NYC (New York 2013); F-V Prelude (Dust), testo di Chiara Canali, Gagliardi Art System (Torino, 2012); GoRe, testo di Francesco Poli, Gagliardi Art System (Torino, 2009). Tra le mostre collettive: Aggiustare lo sguardo, a cura di Angela Madesani, Gagliardi Art System (Torino 2014); No.2, Nesrin Esirtgen Collection (Istanbul, 2012).