Daniele Galliano – Do you remember?
Acuto osservatore della realtà, Daniele Galliano interpreta e restituisce attraverso la pittura la sua visione del mondo e soprattutto dell’essere umano.
Comunicato stampa
DO YOU REMEMBER?
Acuto osservatore della realtà, Daniele Galliano interpreta e restituisce attraverso la pittura la sua visione del mondo e soprattutto dell’essere umano, come singolo individuo e come parte di una comunità, con uno sguardo attento a coniugare le sfumature cromatiche a quelle antropologiche.
I suoi dipinti, animati da pennellate rapide ed evocative, sembrano frames estratti da una narrazione più ampia, una sommatoria di fotogrammi con coordinate spazio-temporali differenti, che raccontano all’unisono di un’umanità contemporanea complessa, plurale e variegata.
Scorci di vita vera e istanti appartenenti a una quotidianità spesso considerata scontata compongono il caleidoscopio di immagini racchiuso in Do You Remember, in cui appare evidente come la “normalità” – a cui siamo stati avvezzi sino a ieri – sia da considerare a tutti gli effetti un valore da preservare, in quanto stato fragile e precario.
Momenti di solitudine o privata intimità tra le mura domestiche, crepuscolari scorci urbani o moltitudini dense di corpi prossimi e contigui, da sempre soggetto prediletto da Galliano, possono assumere un significato differente a seconda dello sguardo di chi osserva e del presente in cui si vive.
Gli accadimenti e stravolgimenti epocali del passato prossimo recente, e che ancora oggi non si sono certo conclusi, hanno cambiato la percezione relativa rispetto a situazioni considerate prima comuni e ordinarie, tanto da innescare in ognuno di noi uno stato d’animo e un sentimento di spaesamento e nostalgia intermittente.
Do you Remember suggerisce il mood sotteso alla raccolta dei lavori in mostra, che inducono a riflettere, attraverso un blob di immagini che scorrono veloci in un flusso di coscienza pittorico, sulla spensieratezza, e in alcuni casi la libertà, improvvisamente venute a mancare.
Nella distorsione percettiva indotta dagli eventi accaduti, le scene di quiete e intimità domestica riconducono la mente inevitabilmente ai periodi di lockdown in cui ci si è trovati prigionieri nella propria dimora; gli scorci urbani, brulicanti di vita, vengono istintivamente associati all’inedita visione di piazze e strade cittadine desertificate mentre la vista di folle e assembramenti sono ancora tutt’oggi un qualcosa che può suscitare timore e diffidenza.
Il titolo del progetto espositivo coincide con quello della grande opera realizzata su carta, in cui una sequenza ripetuta e ossessiva di strisce orizzontali di pittura irregolare si configura come un enorme contact sheet. L’opera rammenta infatti i provini a contatto caratteristici della fotografia analogica (risultato della stampa su carta sensibile delle pellicole di negativi in dimensione originale), metodo con cui si effettuava la selezione degli scatti migliori.
In questa prospettiva i dipinti sembrano istantanee amarcord, salvate da confuse matrici di negativi ripescate da un cassetto, per ricordare con nostalgia “come eravamo”, riportando alla mente flashback sparsi come gli scenari ormai desueti di folle o raduni che sembrano incredibilmente appartenere a un’altra era. Uno dei leit-motiv ricorrenti da sempre nei lavori di Galliano è infatti la folla, densa e grondante umanità, che popola i suoi quadri, filtrata da quel “realismo fotografico” che da sempre lo contraddistingue.
Nell’accavallarsi sfuggente delle immagini che sembrano dissolversi l’una nell’altra, mescolandosi in un fast motion estremo, Do you remember racchiude in sé tutte le altre opere, rappresentando allo stesso tempo lo scorrere inarrestabile del presente, l’evanescenza e l’inevitabile affievolirsi della memoria e dei ricordi.
Perfetto testimone e interprete del suo tempo, Daniele Galliano in quanto artista dotato di potere immaginifico registra, scompone, elabora e restituisce la realtà in un flusso liberatorio e catartico, dipingendo un prezioso ritratto collettivo dell’individuo contemporaneo e della società, in tutte le sue contraddizioni, vizi e insite fragilità.
Francesca Canfora