Daniele Innamorato – Inguardabili
Circondati dalle tele “Inguardabili” di Daniele Innamorato, la sensazione che si prova è esattamente quella descritta dai famosi versi di Jimi Hendrix. Colore, confusione, perdita di fuoco – impossibile capire se sia il proprio occhio o la pittura sulla tela a sfumare i contorni e abbandonare ogni finitezza –, stordimento.
Comunicato stampa
Purple haze all around
Don’t know if I’m coming up or down...
Circondati dalle tele “Inguardabili” di Daniele Innamorato, la sensazione che si prova è esattamente quella descritta dai famosi versi di Jimi Hendrix. Colore, confusione, perdita di fuoco – impossibile capire se sia il proprio occhio o la pittura sulla tela a sfumare i contorni e abbandonare ogni finitezza –, stordimento.
Sovvertite le regole degli spot-painitings hirstiani, abbandonata la giustapposizione armonica e precisa del puntinismo, la visione è disturbata fin quasi all’annebbiamento, accecata dalle macchie fluorescenti, appesantita dalla solidità degli sfondi.
Uno studio cromatico puro, quello degli “Inguardabili”, che sconfina dal quadro per espandersi all’ambiente e inglobarlo, mimetizzando oggetti e arredamento come materia viva che si nutre del proprio habitat, e destabilizza chi tenta di entrarvi.
Una ricerca fino ad ora ancora inedita, che vede per la prima volta la luce in una chiesa sconsacrata, impossessandosi degli stilemi tipici dell’arte sacra: la monumentale pala d’altare supera la figurazione, per condurre lo spettatore a quella sensazione di perdita di sé tipica dell’estasi spirituale solo attraverso lo specchio visivo; la foglia d’oro degli addobbi sacri si posa, violenta, su teschi e pennelli, generando un nuovo simulacro da adorare, simbolo dell’impossibilità di scindere arte e vita, vanitas e memento mori, realtà e finzione, in un coinvolgimento sensoriale trascendente
Guia Cortassa