D’Annunzio a Bologna
Organizzata in collaborazione con la Fondazione Carisbo e allestita negli spazi di Palazzo Saraceni, la mostra sarà suddivisa in sezioni e realizzata attraverso l’esposizione di manoscritti e materiali autografi, immagini fotografiche, edizioni rare e alcuni significativi cimeli provenienti da collezioni private e dal Vittoriale.
Comunicato stampa
Dopo Lugano e Budapest, dove due importanti mostre sono state inaugurate nei giorni scorsi, le celebrazioni del 150° anniversario dannunziano approdano a Bologna: dall’11 ottobre al 19 novembre l’intera città si prepara a festeggiare l’importante compleanno del Vate.
Si parte dunque l’11 ottobre, con l’inaugurazione della mostra - la più importante realizzata su d'Annunzio nell'anno in cui si celebrano i 150 della nascita - D'Annunzio a Bologna - E séguito a vivere, studiosamente voluttuosamente… curata da Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, storico e biografo dannunziano. Organizzata in collaborazione con la Fondazione Carisbo e allestita negli spazi di Palazzo Saraceni, la mostra sarà suddivisa in sezioni e realizzata attraverso l'esposizione di manoscritti e materiali autografi, immagini fotografiche, edizioni rare e alcuni significativi cimeli provenienti da collezioni private e dal Vittoriale.
Anche lo storico Circolo della Caccia di Bologna, che pochi giorni fa ha celebrato il 125° anniversario di fondazione, ha voluto rendere omaggio al 150° compleanno dannunziano con un evento esclusivo: in occasione dell’inaugurazione della mostra, una cena di gala consentirà a soci e invitati di ascoltare la conversazione su Gabriele d’Annunzio, Il fabro del suo proprio ingegno, tra Giordano Bruno Guerri e Alain Elkann.
Due le ideali prosecuzioni della mostra di Palazzo Saraceni: l’esposizione a Casa Carducci, per la prima volta a Bologna, del manoscritto originale autografo di Gabriele d'Annunzio Orazione in morte di Giosuè Carducci, le cui tracce si erano perse fino al recente ritrovamento e acquisto da parte della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani. Il documento sarà visibile dal 12 ottobre fino al 10 novembre.
A seguire, dal 12 al 19 novembre a Palazzo Pepoli arriverà un altro cimelio molto atteso: l’autovettura Isotta Fraschini appartenuta a Gabriele d’Annunzio e per l’occasione eccezionalmente uscita dai cancelli del Vittoriale.
Il 12 ottobre alla Libreria Coop (l’ex storica Libreria Zanichelli) Giordano Bruno Guerri presenterà il suo libro La mia vita carnale. Amori e passioni di Gabriele d'Annunzio, edito da Mondadori all’inizio del 2013, proprio in occasione delle celebrazioni.
Il 24 ottobre alla Fondazione Marconi presso Villa Griffone si terrà l’incontro dal titolo D’Annunzio tecnologico – conferenze su Marconi, d’Annunzio e la modernità. Presenteranno Alessandro Luciano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni, Gabriele Falciasecca, presidente della Fondazione Guglielmo Marconi, e Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani.
Dall’8 al 10 novembre nell'atrio di Palazzo Saraceni verranno esposti i dipinti di Antonio Saliola ispirati al gusto dannunziano e alle stanze del Vittoriale, la straordinaria residenza che d'Annunzio allestì sulle rive del lago di Garda.
L’8 novembre, infine, presso Santa Maria della Vita si potrà assistere alla conferenza-spettacolo Non so che agitazione va correndo: d'Annunzio e il vortice del Compianto, dedicata al gruppo scultoreo del Compianto del Cristo morto, a cura della professoressa Paola Goretti dell'Accademia di Bologna e di Raffaella Morselli dell’università degli Studi di Teramo.
Gli eventi bolognesi si svilupperanno dunque in tutto il capoluogo emiliano, significativamente legato a d’Annunzio che proprio qui ebbe tra l’altro la sua “iniziazione”. Durante una sosta a Bologna in compagnia del padre, giovanissimo vide infatti nella vetrina della libreria Zanichelli (oggi Libreria Coop) il volume Odi barbare di Giosuè Carducci. L’impressione che ricavò dalla lettura fu enorme, al punto che elesse Carducci maestro di poesia e di etica. Alla morte del poeta, gli dedicò un’Ode, il cui manoscritto sarà esposto a Bologna per la prima volta, e decise di accoglierne l’eredità letteraria e morale, assumendone l’epiteto di Vate nazionale.
Anche alcune importanti aziende hanno voluto unirsi significativamente alle celebrazioni. In particolare vanno ricordati Eberhard, la storica casa di orologi svizzera, che per la mostra di Palazzo Saraceni ha prestato un orologio della nuova collezione dedicata a Nuvolari. Il gioiello verrà esposto a completamento della vetrina dedicata al rapporto tra il Vate e il pilota, insieme ai cimeli provenienti dal Museo Nuvolari di Mantova, tra cui la scatola dell’orologio Eberhard storicamente appartenuto a Nuvolari e la mitica Targa Florio del 1932.
Alla mostra verrà esposto anche il manoscritto con cui d’Annunzio celebrava la dolcezza del “liquore delle virtudi”, prestato per l’occasione da Montenegro.
La mostra sarà infine l’occasione per presentare al pubblico il modellino dello SVA, l’aereo con cui d’Annunzio effettuò il Volo su Vienna, oggi custodito presso l’Auditorium del Vittoriale: la miniatura è stata realizzata da Italeri, azienda emiliana leader mondiale nel modellismo, con una confezione speciale dedicata ai 150 anni in cui sono raffigurati d’Annunzio con Palli sullo SVA e la foto ufficiale della squadriglia prima della partenza. In occasione delle celebrazioni bolognesi il modellino verrà distribuito dalle tre testate del Quotidiano Nazionale.
Quirino di Marzio, nato a Spoltore (Pescara) il 6 luglio 1883, fu uno dei più brillanti oculisti del primo novecento.
Dopo il primo conflitto mondiale – nel corso del quale fu organizzatore e direttore di un grande ospedale oftalmico – fu direttore del settore di ricerche istologiche, batteriologiche e radiologiche della clinica oculistica universitaria di Roma. Nel 1931 si trasferì a Bologna per ricoprire la prestigiosa cattedra universitaria, ove operò alacremente per oltre un ventennio rendendola uno tra i più progrediti centri di studio e di cura delle malattie oculari esistenti in Europa.
Lo studio scrupoloso e attento che condusse per anni, l’acume di scienziato e le più straordinarie innovazioni tecnologiche che portò nella clinica universitaria bolognese, gli permisero di sperimentare con successo interventi sino a quel momento mai collaudati dai maggiori rappresentanti dell'oftalmochirurgia internazionale, rendendolo meritatamente famoso in tutto il mondo scientifico.
Tra i suoi illustri pazienti, riconoscente e amico, fu Gabriele d’Annuzio, che si rivolse a Quirino di Marzio a seguito della menomazione patita all’occhio destro il 16 gennaio 1916, durante un incidente aviatorio. La preziosa fotografia di Gabriele d’Annunzio con dedica autografa al suo amico medico è testimonianza del profondo legame che si instaurò tra lo scienziato e il poeta. L’opera appartiene oggi a collezione privata bolognese.