Dario Fo – Lazzi Sberleffi Dipinti
Milano realizza la prima mostra dedicata all’opera pittorica di Dario Fo con oltre 400 lavori realizzati dal grande genio della satira, esposti a Palazzo Reale.
Comunicato stampa
“Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista.”
“Se non possedessi questa facilità naturale del raccontare attraverso le immagini,
sarei un mediocre scrittore di testi teatrali, ma anche di favole o di grotteschi satirici!”
Dario Fo
Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale, la Compagnia Teatrale Fo - Rame e la Fondazione Antonio Mazzotta celebrano Dario Fo con la prima grande mostra dei suoi lavori pittorici e con la ricostruzione live della sua “bottega d’artista”, un evento lungamente atteso per rendere omaggio a uno dei personaggi più illustri della città.
Straordinario uomo di teatro e Premio Nobel per la letteratura nel 1997, Dario Fo è noto al grande pubblico anche per il suo impegno politico e per la sua naturale abilità affabulatoria. Pochi invece conoscono la sua pittura, nonostante questo linguaggio abbia accompagnato da sempre la sua attività teatrale e l’abbia anzi preceduta.
Per mostrare il legame tra Fo e la pittura, a Palazzo Reale verrà ricostruita la sua bottega d’artista, un vero e proprio “laboratorio” che aprirà in anteprima dal 13 al 18 marzo: accesso su prenotazione dalle 10 alle 12.20, mentre il Maestro lavorerà alle sue ultime opere, e ingresso libero dalle 12.30 alle 17.30 per osservare gli assistenti al lavoro e assistere alle proiezioni delle sue lezioni-spettacolo sulla storia dell’arte. Un’opportunità unica per conoscere le tecniche, le fasi di lavorazione e i momenti creativi, ma soprattutto gli spunti quotidiani che trasformano il pensiero in arte. È nella bottega – intesa nella sua accezione rinascimentale – che Dario Fo, partendo da disegni e dipinti, elabora i suoi canovacci portati poi sulla scena come testi grazie all’amorevole lavoro di stesura e riscrittura apportato da Franca Rame. Al termine della settimana l’atelier diventerà parte integrante dell’esposizione.
La mostra, a Palazzo Reale dal 24 marzo, sarà lo strumento per capire come la pittura abbia costituito un punto cardine nel linguaggio espressivo di Fo che, accanto all’attività teatrale e letteraria, ha costantemente coltivato il rapporto con la pittura rivisitando contenuti, tecniche e stili dei grandi maestri del passato. La passione per l’arte figurativa di tutti i tempi ha così nutrito la sua produzione teatrale, sfociando anche in una fortunata serie di lezioni-spettacolo sulla storia dell’arte.
A testimoniare l’inesauribile e imprevedibile creatività dell’artista saranno esposte oltre 400 opere con una grande varietà di stili e tecniche: dalle pitture a olio su tela dei primi anni ai collages e agli arazzi, fino ai monumentali acrilici più recenti. In mostra anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame. Nutrita la presenza di disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, fondali, ampie scenografie, locandine e stampe che per osmosi sono diventati parte integrante della drammaturgia della Compagnia Teatrale Fo - Rame.
La mostra si apre con una sezione dedicata alla formazione pittorica dell’artista, dai primi studi sul natio Lago Maggiore al trasferimento a Milano e alla frequentazione dell’Accademia di Brera, dove incontrò maestri e compagni come Achille Funi: alcune sue opere dialogheranno in mostra con i lavori coevi di Dario Fo.
Il percorso prosegue documentando il fondamentale incontro con Franca Rame avvenuto nel 1952. Appartenente a una famiglia di artisti girovaghi che dal Seicento ha operato nel solco delle antiche tradizioni teatrali legate alla commedia dell’arte, Franca Rame fece scoprire a Dario Fo la satira come strumento fondamentale per la propria elaborazione artistica.
Il visitatore entra così nel vivo di un entusiasmante viaggio attraverso la storia dell’arte, partendo dai lavori ispirati alle incisioni rupestri preistoriche e giungendo fino ai nostri giorni, in un fitto gioco di rimandi e corrispondenze tra pittura, scultura e architettura, in relazione alla magia del teatro, alla vitalità della letteratura.
Il confronto con gli antichi ha prodotto opere che si ispirano alle pitture murali e rupestri primitive, ai linguaggi della classicità greca e romana, giungendo alla ieratica e sacrale preziosità dei mosaici ravennati e bizantini.
L’interesse di Dario Fo per l’arte del Medioevo e del Rinascimento e per le rispettive straordinarie esperienze teatrali e artistiche, è testimoniato dai lavori che celebrano i rilievi scultorei del Duomo di Modena e la decorazione del Duomo di Parma, insieme agli studi e dalle lezioni-spettacolo su Giotto e Pietro Cavallini, su Mantegna, Giulio Romano, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Caravaggio e Correggio.
Con Tiepolo si interrompe il cammino nella storia dell’arte per proseguire con le regie liriche delle opere rossiniane: Il Barbiere di Siviglia (1987), L’Italiana in Algeri (1994), La Gazzetta (2001) e Il Viaggio a Reims (2002). È proprio con l’elaborazione registica dell’amato Rossini che Dario Fo costruisce la più consistente documentazione visiva, elaborando un’impressionante serie di tavole e disegni, molti dei quali presenti in mostra accanto a quelli dedicati al teatro di Molière e all’Histoire du soldat di Stravinsky, un caposaldo della letteratura musicale del primo Novecento da lui rivisitato e allestito al Teatro alla Scala nel 1978.
Il glorioso periodo di permanenza alla Palazzina Liberty del Collettivo Teatrale La Comune, fondato da Dario Fo e Franca Rame nel 1974, è rievocato in mostra attraverso la presenza di dipinti che il surrealista cileno Sebastian Matta realizzò per quello spazio.
Una straordinaria documentazione video e televisiva d’archivio – fatta di inediti montaggi di spettacoli, interviste e dichiarazioni di Dario Fo e Franca Rame, dei loro collaboratori e spettatori – ricostruisce il giusto rapporto tra le opere teatrali e pittoriche e il contesto storico, artistico e sociale che le ha ispirate.
Sono inoltre previste visite di approfondimento per scuole di ogni ordine e grado, gruppi e famiglie a cura della società Ad Artem.
Il catalogo, realizzato dalle Edizioni Mazzotta, è l’ennesima testimonianza del lungo sodalizio tra la casa editrice milanese e Dario Fo. Oltre ad aver pubblicato il recente catalogo della mostra Dario Fo. La pittura di un narratore al m.a.x.museo di Chiasso e aver ospitato nel 1999 la mostra Federico Fellini & Dario Fo. Disegni geniali negli spazi della propria Fondazione in Foro Buonaparte a Milano, Gabriele Mazzotta ha curato fin dagli anni ’70 importanti pubblicazioni sul teatro di Dario Fo e Franca Rame, compresa la loro opera più famosa in assoluto: Mistero buffo.