Dario Moretti
Mostra personale di Dario Moretti, artista che coniuga la materia e il colore dalle tonalità forti in una sintesi e stilizzazione dei soggetti che rappresenta.
Comunicato stampa
La galleria Artepassante ArTèGalleria del Passante Ferroviario di Porta Vittoria ospiterà dal 22 aprile al 14 maggio 2017 la personale di Dario Moretti, artista che coniuga la materia e il colore dalle tonalità forti in una sintesi e stilizzazione dei soggetti che rappresenta.
Una tracciabilità minimale, che però non nasconde del tutto le vere identità dei suoi soggetti, rendendo la grafica l'elemento di spicco per la composizione delle sue opere. Una resa che va oltre l'immagine normale, come a coglierne il sogno personale, che la nostra anima interiore trattiene, quell'aspetto che nascosto in noi emerge solo al contatto con le altre persone, lasciando libera la mente e l'immaginazione di chi osserva i vari soggetti.
“C’è una componente nei lavori di Dario Moretti che è fondamentale per comprenderne l’opera, ma anche perché la sua realizzazione, ovvero la spontaneità: niente simbologie e panegirici concettuali. I suoi ritratti sono privi di fronzoli, sono schietti, una testimonianza di ciò che l’artista vede e che poi riporta su tela, azzardando solo sugli accostamenti di colore.
Complesse sono le tecniche utilizzate per la realizzazione delle opere, molteplici e sovrapposte che convivono infine perfettamente in un risultato anche di design: alla pittura più classica viene affiancata ora la colatura che delinea il volto, ora il collage, ora l’applicazione di rame ed altri materiali. L’esigenza poi di Moretti di virare verso la tridimensionalità appare evidente e diventa innegabile la sua necessità di uscire dalla mono-dimensione e occupare spazio: Dario Moretti, con una manualità innata che sa di antico, quasi perduto, intaglia gli strati di colore, impiega tempo e con una meticolosità certosina ottiene inaspettati giochi di colore.
I quadri che ne nascono sono anche un po’ scultura, con i toni sgargianti e un po’ vintage che ricordano quelli dei mobili in formica degli anni ’60, con fantasie optical che appagano la vista. Dei ritratti, in sostanza, che vanno oltre la pittura e, pur mantenendo l’esclusività del pezzo unico, diventano complemento d’arredo.
La stessa cosa che si riscontra nella produzione di opere di dimensioni più piccole ma che mantengono la stessa essenza: collage snelli, ritratti in cui appare più equilibrato il rapporto tra esercizio della materia e disegno. Guardando le sue opere si potrebbe fare riferimento ai ritratti pop di Andy Warhol e ai fumetti di Roy Lichtenstein, ma è forse è fuorviante citare padri che sono uguali per tutti.
Meglio allora godersi un (proprio?) ritratto scanzonato di Dario e non farsi troppe domande. È così che fa lui.”
- Commento da “Ritratti pop di un artista artigiano”, di Simone Zeni.