das – dialoghi artistici sperimentali – Alessandro Lupi
CUBO, museo d’impresa del Gruppo Unipol, promuove la terza edizione di das – dialoghi artistici sperimentali, progetto espositivo e culturale che nasce come territorio di confronto – di contenuti, tecniche, linguaggi – fra maestri dell’arte contemporanea, già storicizzati, ed esponenti della new generation.
Comunicato stampa
Dal 20 gennaio al 28 marzo 2020, CUBO, museo d’impresa del Gruppo Unipol, promuove la terza edizione di das - dialoghi artistici sperimentali, progetto espositivo e culturale che nasce come territorio di confronto – di contenuti, tecniche, linguaggi – fra maestri dell’arte contemporanea, già storicizzati, ed esponenti della new generation.
ONE TOO FREE. Specchi ombre, visioni è il titolo della mostra personale dedicata ad Alessandro Lupi (Genova, 1975) e curata da Ilaria Bignotti per das.03, Main project nell’ambito di ART CITY Bologna 2020 in occasione di Arte Fiera.
Alessandro Lupi, che da anni vive e lavora a Berlino ed espone a livello internazionale, in occasione di questo progetto bolognese che si pone anche quale sua prima, importante retrospettiva italiana, trasformerà gli ambienti di Spazio Arte di CUBO con quattro grandi installazioni site-specific, mai prima d’ora riunite e strettamente interconnesse fra loro.
Frammenti di realtà è la prima installazione, progettata e costruita dall’artista nei mesi che precedono l’apertura della mostra, che accoglie il pubblico all’esterno dello Spazio Arte di CUBO. Qui, a seconda dell’ora del giorno e della sera e delle condizioni atmosferiche, una miriade di frammenti specchianti e riflettenti si staglia davanti al nostro sguardo, estendendosi dai piani alti dell’edificio al verde del giardino: una installazione delicata e impegnativa, monumentale e diafana, si muove e muta con l’incidenza dell’aria e della luce naturali.
L’opera di Lupi si riversa in un rimando continuo dal fuori al dentro al fuori, invitandoci in un percorso di scoperta che ci conduce all’interno dell’edificio, dove varcata la soglia dello Spazio Arte, altre tre installazioni coinvolgono tutti i sensi, in un percorso di scoperta e meraviglia, contemplazione e azione. Disposte su un basamento, si stagliano immagini discordi rispetto alle piccole sculture che le hanno generate: lo spettatore, suggestionato dalla visione, attiva un processo immaginifico e al contempo cerca di scoprire il meccanismo di una così stravolta relazione tra l’immagine chiara e il suo doppio oscuro: fin dal titolo infatti, Ombre, l’installazione allude a questa ambigua e intrigante relazione.
Seconds, la seconda installazione all’interno di Spazio Arte, è invece formata da sessantuno congegni di orologi disposti su una parete: dapprima essi si muovono a ritmi irregolari e producono un rumore discordante, poi si allineano e creano un ticchettio puntuale e ridondante: attraverso la percezione uditiva e visiva dell’installazione, il pubblico riflette sul tempo e sui meccanismi che lo controllano e scandiscono, recuperando una dimensione liberata a giocosa.
Antiego, l’ultima opera che completa la mostra, è uno specchio dove non possiamo specchiarci. Vediamo chi e cosa si muove, esiste, attorno a noi nel frangente in cui siamo davanti al campo riflettente. Il titolo del lavoro contiene il suo significato: nell’epoca attuale, dove l’identità è multipla e virtuale, l’io è scomposto e asservito al suo doppio, apaticamente asservito ai social network in cerca di un consenso temporaneo, Lupi ci impone di fermarci e di ri-trovarci negli altri.
Sono, queste, solo alcune delle suggestioni e delle riflessioni scaturite dalla mostra di Alessandro Lupi, che si connota come percorso esperienziale e coinvolgente, aperto a diversi livelli di lettura e laboratorio di indagine sui grandi temi del XXI secolo: l’immagine e il suo doppio, il tempo e lo spazio, la relazione dell’individuo con sé e con l’altro.
Lunedì 20 gennaio ore 18:00, Inaugurazione di ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni alla presenza dell’artista.
I temi in mostra sono anche alla base dell’articolato susseguirsi di performance, proiezioni, incontri che come di consueto compongono il Public Program das.03, curato da Federica Patti e che a CUBO vedrà i seguenti appuntamenti:
Martedì 21 gennaio
20:45/ CATTEDRALE SOMMERSA/ZIMMERFREI, Massimo Carozzi sonorizza dal vivo materiale video inedito registrato al CERN di Ginevra dal collettivo ZimmeFrei durante la realizzazione di “Almost Nothing” qui presentato secondo un nuovo montaggio, in anteprima per das.03.
Venerdì 24 gennaio
18:30/ MEET THE ARTIST Alessandro Lupi in dialogo con Federica Patti
Sabato 25 gennaio
18:00/ HOW LONG IS FOREVER? Simposio con Valentina Tanni, critica e docente di arte digitale, Barbara Henry, docente di filosofia politica presso Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Giovanni Matteucci docente di Estetica Contemporanea e presidente della Società italiana d’Estetica (SIE), Fabio Benfenati, professore di Neurofisiologia, direttore del Center for Synaptic Neuroscience and Technology presso l’Istituto Italiano di Tecnologia. In collaborazione con NERO Editions.
21:30/ GnuQuartet Live performance, la poliedrica band musicale interpreta le opere di Alessandro Lupi – Unipol Auditorium “Enea Mazzoli”
Domenica 26 gennaio
18:00/ CONCETTO E GLI SPECCHI. Electric live reading di e con Angela Malfitano e il musicista Franz Brini.
In collaborazione con Inventario Pozzati. Per un omaggio della Città di Bologna all’artista Concetto Pozzati a cura di Elena Di Gioia.
Biografie – l’artista
ALESSANDRO LUPI
Alessandro Lupi, nato a Genova nel 1975, vive e lavora a Berlino. Si forma all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova: in questi anni la sua ricerca artistica appare già incentrata sull’utilizzo della luce come strumento per agire sulla percezione e stimolare nuovi processi cognitivi. A partire dal 1997 inizia la serie di lavori "Densità fluorescenti", sculture realizzate affiancando innumerevoli fili dipinti con pigmenti fluorescenti. Nel corso degli anni Lupi ha poi sviluppato diversi filoni di ricerca privilegiando interventi site-specific, opere cinetiche ed interattive, ospitate da prestigiose istituzioni pubbliche internazionali. Ogni opera è realizzata da Lupi partendo da un'idea o un'invenzione che agiscano sullo spettatore stimolando l'immaginazione e permettano un diverso modo di percepire e configurare la realtà. I luoghi che ospitano le installazioni di Lupi sono musei, spazi urbani o ambienti naturali all’interno dei quali le opere creano zone di contemplazione di volta in volta realizzate in stretta relazione con il contesto.
Biografie – le curatrici
ILARIA BIGNOTTI
Nata a Brescia nel gennaio 1979, è Dottore di ricerca in Teorie e Storia delle Arti, storico dell'arte, critico e curatore indipendente. È curatrice scientifica degli archivi di Paolo Scheggi, Milano, Antonio Scaccabarozzi, Milano e del Francesca Pasquali Archive, Bologna. È professore a contratto presso l’Accademia di Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia e Coordinatore di ambito disciplinare per le Scuole di Pittura e Scultura. È nel Comitato scientifico del “MoRE Museum-museum for refused and unrealised art projects”, museo online volto alla individuazione, alla raccolta, alla catalogazione e alla digitalizzazione di progetti artistici rifiutati o non realizzati del XX e XXI secolo. Lavora con Musei, Istituzioni e Fondazioni, tra i quali Estorick Collection, Londra; Museum of Contemporary Art, Zagreb; Ca’ Pesaro, Venezia; Centro per l'arte contemporanea “Luigi Pecci”, Prato. Ha scritto decine di saggi, monografie e cataloghi di mostre dedicate alle sue aree di ricerca che si concentrano sull’arte europea del secondo dopoguerra, con particolare attenzione alle indagini spazialiste e post-spazialiste, programmate e cinetiche; al dialogo e agli scambi tra l'Europa occidentale e i Paesi Balcanici, approfonditi attraverso una lunga esperienza di residenze di studio e di curatela, tuttora in corso, al Museo di Arte Contemporanea a Zagabria. Altre aree di ricerca afferiscono al rapporto tra ricerche artistiche, società e politica, indagando in questa direzione le relazioni tra arte, ambiente, processualità e resilienza.
FEDERICA PATTI
Federica Patti è docente, storica dell'arte e curatrice indipendente, la cui ricerca si concentra sulle arti multimediali, su progetti interattivi e partecipativi. Ha all'attivo collaborazioni con diverse realtà (fra tutte: CUBO – Centro Unipol Bologna e Romaeuropa Festival) nell'ideazione e realizzazione di mostre e attività educative legate ai temi di arte, scienza, musica e nuove tecnologie. E' membro del collettivo LaRete Art Projects e di IKT – International Association of Curators of Contemporary Art. Scrive per le riviste Artribune Magazine e Creativeapplication.net.
CUBO è il museo d'impresa del Gruppo Unipol, uno spazio dove la cultura viene condivisa. Raccontiamo il patrimonio, la storia di Unipol e il ruolo sociale dell'assicurazione con il linguaggio della cultura e dell'arte, consapevoli che la cultura è il principale strumento di sviluppo, inclusione e dialogo sociale.