Dategli le brioche
III rassegna di video arte russa, a cura di Antonio Geusa. Uno sguardo sulla Russia attraverso la sua video arte.
Comunicato stampa
DATEGLI LE BRIOCHES. VIDEO ARTE DALLA RUSSIA/III
a cura di Antonio Geusa
La Galleria, fino a oggi conosciuta come Galleria Nina Lumer, apre un nuovo capitolo della sua storia con il nome Nina Due.
Giovedì 13 settembre 2012, in occasione della START WEEK organizzata da STARTMILANO, inaugura la III rassegna di video arte russa, a cura di Antonio Geusa. Uno sguardo sulla Russia attraverso la sua video arte.
Tra i vari vantaggi che l’Arte offre c’è quello di essere un valido sistema di misura per valutare il mondo in cui viviamo. Corollario di ciò è la candida constatazione che un paese lo si capisce veramente appieno quando si impara a conoscere i vari modi di esprimersi degli artisti che in questo paese sono cresciuti. In fondo, l’Arte, quando veramente tale, gode del privilegio di dire le cose come stanno, ovvero il privilegio di non mentire mai. Certo, non sempre la verità che viene raccontata è immediata da capire – e di questo naturalmente agli artisti non si può farne colpa. Tuttavia è lì. Basta solo sapere guardare con attenzione.
Per parlare di Russia, quel mastodontico crogiolo di contraddizioni che è la Russia di oggi, tra le varie unità che l’arte come sistema di misura ha, si è scelta la video arte perché storicamente è questa una forma di espressione artistica abbastanza giovane in quanto nata sulle ceneri della perestroika di Gorbachev. Ed è proprio questa la forma che meglio delle altre ha rappresentato (e continua a rappresentare) il bisogno vitale di dar voce alla nuova identità dell’artista post-sovietico. Dategli le brioches è una selezione di lavori che, ognuno a suo modo, fanno meglio comprendere la Russia. Se non proprio capirla, almeno conoscerla un po’ oltre la soglia di alcuni di quei luoghi comuni che la circondano.
Questa raccolta di video vuol essere essenzialmente una riflessione – sia come specchio che come decisione mentale – di/su un paese che sembra sempre essere in qualche modo così lontano anche se geograficamente vicino, che affascina e spaventa allo stesso tempo (sia chi ci abita, sia coloro che di lei sentono parlare), che sa stupire ed irritare, che si apre pur rimandendo in molti aspetti totalmente chiuso. Questi lavori ci raccontano quasi sottovoce dello stato (e della forza) d’animo odierno di un paese (e di un popolo) che comincia a non sentir più propria la tolleranza della transizione (due decennni-cuscino da Unione Sovietica a Russia), ma che guarda avanti, anche senza avere ancor una precisa, machiavellica direzione da prendere.
Il crollo nel 1991 del gigantesco impero sovietico ha imprigionato sotto le proprie macerie una volta per tutte l’assurda pretesa del Realismo socialista – unico canone stilistico permesso per circa sessanta anni – di asservire l’arte ad una ideologia politica, un vero e proprio voler dare inesistenti brioches ad un popolo affamato di pane. All’arte contemporanea russa di oggi si può e si deve dunque guardare se si vuole veramente capire, se si vuole vedere la verità, sempre che la si voglia cercare. (A. G.)
Artisti partecipanti:
Polina Kanis - Petr Kiryusha - Taysia Krugovikh - Kuda begut sobaki - Vladimir Logutov