David Benedetti – Ritratti di marmo
Immagini nel marmo, raffigurazioni di personaggi più o meno illustri, la cui storia forse ci è ignota, ma non di meno ne ignoriamo la presenza. Una presenza fisica e metafisica.
Comunicato stampa
Il patrimonio scultoreo romano è immenso, e in alcuni luoghi particolarmente concentrato e intenso.
Quello che ci accoglie al Museo Nazionale Romano è una moltitudine, un popolo.
Immagini nel marmo, raffigurazioni di personaggi più o meno illustri, la cui storia forse ci è ignota, ma non di meno ne ignoriamo la presenza. Una presenza fisica e metafisica. C’è il carattere della persona ritratta e la fisiognomicità inconscia dello scultore, c’è il marmo e chi lo ha affrontato con capacità e strumenti sempre più appropriati, c’è il tempo che si aggiunge alla superfice e lavora magari sulla forma con mutilazioni più o meno opportune. E c’è poi la storia che si racconta nella loro fissità. Una fissità secolare, che conserva nella pietra il peso di un passato glorioso ma anche dei molti sguardi sostenuti.
Provarsi a ritrarre tali corpi di marmo, per un fotografo non è quindi meno impegnativo e coinvolgente che ritrarre altri corpi nostri contemporanei. E la scultura poi, è un'arte tridimensionale che impone un vero rapporto fisico: ci si gira intorno, ci si guarda, ci si tocca, e si guarda di nuovo, si aspetta pure il tempo che si muove intorno anche lui. È da questa attesa che sono nati i Ritratti di Marmo di David Benedetti. Traccia fotografica di questa esperienza di contemporaneità tra noi e loro, così come solo nell’arte succede.
-Tiziana Rivoni -