David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale
Una mostra-dossier che indaga un tema interessante per la storia della critica perché ricostruisce un periodo poco noto della fortuna del Merisi.
Comunicato stampa
Apre al pubblico dal 5 dicembre 2019 al 19 aprile 2020 alle Gallerie d’Italia
– Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, la mostra-dossier David e
Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale che indaga un tema interessante per la
storia della critica perché ricostruisce un periodo poco noto della fortuna del Merisi.
La mostra, a cura di Fernando Mazzocca, è realizzata grazie alla collaborazione dell’Institut Français di
Napoli, del Museo di Capodimonte e di istituzioni culturali italiane e musei internazionali che hanno
concesso importanti prestiti, come il Petit Palais di Parigi e il Fine Arts Museum di San Francisco.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, afferma: «David e
Caravaggio riflette, in senso pieno, i valori che sono alla base delle iniziative espositive nelle nostre Gallerie
d’Italia dedicate all’arte, alla bellezza e alla conoscenza. Vale a dire valorizzazione e studio delle collezioni
di proprietà, che suggeriscono sempre nuovi temi, artisti e stagioni da indagare. Promozione e riscoperta
del patrimonio culturale e artistico che è espressione dell’identità della città e del territorio, e visione
internazionale. La provenienza dei capolavori in mostra restituisce l’ampiezza delle sinergie, degli scambi
e dei dialoghi costruiti con istituzioni e musei di tutto il mondo, segno forte e concreto della riconosciuta
serietà, su scala globale, dell’impegno culturale di Intesa Sanpaolo».
L’opera più importante conservata nelle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli è il Martirio
di sant’Orsola di Caravaggio. Tale presenza ha motivato, negli anni, un’intensa attività culturale e di ricerca
volta all’approfondimento di alcuni temi caravaggeschi.
In particolare, l’occasione di questa mostra nasce dalla presenza nella basilica reale pontificia di San
Francesco di Paola a Napoli di una copia molto fedele e delle stesse dimensioni dell’originale, di uno dei
maggiori capolavori di Caravaggio, la Deposizione nel sepolcro, in origine nella chiesa di Santa Maria in
Vallicella a Roma e oggi ai Musei Vaticani. La copia era stata eseguita nel 1824 dal pittore napoletano
Tommaso De Vivo quando l’originale, requisito dopo il trattato di Tolentino per entrare significativamente
a far parte delle prestigiose collezioni del Musée Napoléon, era rientrato a Roma e trasferito nelle raccolte
vaticane.
Tali circostanze offrono l’opportunità di ripercorrere la fortuna di questo capolavoro in un momento in cui
Merisi, pur non godendo di considerazione da parte della storiografia artistica e della critica, catturava
invece l’attenzione dei pittori francesi che in età neoclassica soggiornavano a Roma per un periodo di
formazione. Tra questi, come ormai già evidenziato dagli studi ed in particolare da un fondamentale saggio
di Pierre Rosenberg (pubblicato nuovamente in catalogo nella traduzione italiana), ha avuto un peso
decisivo Jacques-Louis David, nelle cui opere ritroviamo vari richiami a quelle di Caravaggio.
Si tratta di una mostra dossier che, grazie a materiali documentari e al suggestivo confronto, ormai
consacrato dagli studiosi di David, tra la Deposizione nel sepolcro e La morte di Marat, rievoca questo
momento affascinante e meno noto della fortuna di Caravaggio, la cui riscoperta viene generalmente
attribuita alla critica (in particolare a Roberto Longhi) e ai pittori del Novecento.
Non essendo possibile esporre i due originali di Caravaggio e David, il confronto avviene tra la copia
napoletana della Deposizione – restaurata in questa occasione – e una delle quattro belle repliche, quella
conservata a Reims, della Morte di Marat, eseguite dagli allievi del maestro francese nell’atelier e sotto la
sua direzione. Esse sono documentate, dopo la sua morte, nello studio di Bruxelles dove si trovava in esilio.
Il percorso della mostra è arricchito da alcuni capolavori del grande protagonista del Neoclassicismo e da
volumi dei primi decenni dell’Ottocento dedicati alle raccolte vaticane, in cui notevole risalto è dato alla
Deposizione di Caravaggio.
Il catalogo, edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, contiene saggi di Pierre Rosenberg, Francesco Leone,
Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca.
Didascalia opera allegata:
Jacques-Louis David (atelier di)
La morte di Marat (replica da David)
post 7 luglio 1793, olio su tela, 111,3x86,1 cm
Reims, Musée des Beaux-Arts
©Photo: C. Devleeschauwer