David Jablonowski / Merlin James
Mostra doppia personale di David Jablonowski “Hello Prediction!/Text Mining” e di “ In Penombra”
Comunicato stampa
La telematica e l’utilizzo del web in una rete sempre più diffusa e globale permette la veicolazione di informazioni a ritmi sempre più serrati e veloci. Questa enorme massa di informazioni sembrerebbe rispondere a innumerevoli quesiti ma non ha però la possibilità di essere verificata in tempo reale secondo la formula di vero o falso, la stessa che il computer usa e da cui attingiamo informazioni.
Lo stesso problema, attualmente analizzato da alcuni filosofi contemporanei, è la corrispondenza del linguaggio usato che definisce i concetti con l’utilizzo e la trasformazione del significato delle parole che assumono valori contrastanti o opposti in contesti diversi. Negli ultimi tempi Google ha lanciato un programma chiamato Prediction API che sembrerebbe soddisfare la domanda filosofica di vero o falso distinguendo e catalogando nel web, attraverso un algoritmo, le informazioni che possono essere utili o non utili nella grande confusione delle informazioni che vi circolano. Anche se sembra assurdo, addirittura, dovrebbe essere in grado di analizzare gli stati d’animo di chi le ha prodotte. In pratica le predizioni analitiche oggi sono utilizzate in diversi settori : marketing, servizi finanziari, assicurazioni ed altri campi commerciali, di indagine sociologica e di settore ed avrebbero l’arduo compito di analizzare il linguaggio umano ed il suo significato.
Per David Jablonowski queste domande sono molto vicine a ciò che egli fà quando affronta il problema della scultura e quando dall’immaginazione deve dar forma all’opera che esporrà scegliendo i materiali idonei e la posizione che gli oggetti avranno nella composizione che essi assumeranno. David si è sempre interessato al valore della veicolazione della conoscenza e all’utilizzo di materiali legati a strumenti che riproducono le informazioni utilizzandone pezzi di produzione attuale o di archeologia tecnologica. Nel fare scultura l’artista non sottovaluta la sfera evocativa dei materiali classici come pietra o marmo, oppure attinti dal mondo naturale o impalpabili, come le impronte umane lasciate su materiali freddi come l’alluminio o plexiglass, che cortocircuitano simbioticamente le informazioni che essi contengono. Nella costituzione di queste sculture installate sono presenti hardware e software contemporaneamente e solo una analisi attenta può rivelare il significato riposto all’interno degli elementi usati alla sua realizzazione. Infine la ricerca costante delle caratteristiche umani o naturali come fonte originaria e primordiale che genera informazione anche se dissimulate in tracce o materiali non direttamente riconducibili ad esse.
Tuto ciò non e molto dissimile a quando pensiamo all’arte e al linguaggio che utilizza e alla nozione di vero e falso che rimane strettamente connesso al campo dell’arte ed anche paradossalmente a quello del lancio di algoritmi elettronici all’interno del web.
David Jablonowski è nato a Bochum (Germania) nel 1982. Vive e lavora ad Amsterdam NL.
Ha esposto recentemente in musei con personali al Westfälischer Kunstverein, Münster, Germany Baltic Center of Art, Newcastle UK - Prosumer, Gemeentemuseum Den Haag, The Netherlands
lavora con gallerie internazionali a Berlino, Amsterdam e Londra
MERLIN JAMES “ In Penombra”
inaugurazione venerdì 31 Gennaio 2014 – dal 31 gennaio al 7 marzo 2014
orari galleria . dal martedì al venerdì dalle 15,00 alle 18,30
Quando si parla di pura pittura nell’ambito del contemporaneo si tende sempre a sottovalutarne l’importanza. Di solito questo medium è reso contemporaneo puntando l’attenzione su un processo intellettualizzante che ne giustifica la presenza in una mostra. Parlare di pittura, nel caso di Merlin James, è invece come parlare di rare persone che si incontrano dopo tempo e in un momento inaspettato.
Le opere di Merlin James potrebbero essere interpretate sulla base di questo incontro ed offrirci varie e curiose interpretazioni che ci indirizzano nel tempo e nello spazio attraverso la lettura dei dettagli della materia dei suoi dipinti. Infatti gli stessi materiali, nella realizzazione di un quadro, rappresentano gli elementi che ci fanno riflettere sulla natura dei suoi lavori. Telai e tele non sono solo la base su cui stende il colore ma parte integrante del lavoro. Un metodo che alcune volte utilizza supporti recuperati da altri quadri o suoi lavori precedenti su cui l’artista ridipinge. La costruzione del dipinto non è solo legata ad una dimensione immobile e sacrale che definisce il quadro ma può essere rimaneggiata o cambiata nel tempo creando l’imponderabilità e atemporalità dell’opera.
Nei suoi dipinti Merlin James crea spazi, volumi e composizioni che riconducono a contatti diretti con la pittura moderna senza che questi assumino caratteristiche citazionistiche. L’uso sapiente del colore, di vari materiali e delle superfici, anche attraverso finestre tagliate nella tela che lasciano intravedere al di là dell’oggetto percepito, sono vettori che allargano l’aspetto bidimensionale dell’oggetto in un’atmosfera familiare e confortevole.
Alcuni dei dipinti, ad un’attenta analisi, rivelano che la materia non costituisce solo la parte portante dell’opera e, per quanto questa affermazione possa risultare banale, è quella che realizza la visione del dipinto. I toni scuri e chiari e le pennellate stese sulle superfici allontanano e avvicinano le forme creando uno sfondamento del dipinto sino a fargli assumere le caratteristiche di finestre aperte su nuove dimensioni. Queste diventano esplicite in alcune opere che , realizzate con cornici e veli semitrasparenti, lasciano intravedere le strutture che le compongono ed il muro su cui esse poggiano, donando una doppia percezione nello spettatore. Infine, questi dipinti, sia che siano composizioni astratte o realizzino visioni di paesaggi o altri soggetti, non sono aulici o distaccati ma tendono a trasportare chi li guarda in un atmosfera rilassata in cui la comunicazione diventa semplice ed immediata.
Merlin James è nato nel 1960 a Cardiff, Wales, è conosciuto non solo come artista ma anche come studioso e valente critico della pittura moderna. Con la sua partner e artista Carol Rhodes conduce uno spazio a Glasgow dove presentano mostre sulla pittura di artisti non conosciuti o ignorati dalla critica . Negli ultimi anni ha esposto, invitato dalla Biennale di Venezia, nel padiglione del Galles nel 2007, Douglas Hide Gallery, Dublino nel 2012, al Parasol Unit nel 2013 e in numerosi altri musei ed importanti gallerie internazionali.
Attualmente una sua personale è in corso presso il Kunstverein Freiburg : http://www.kunstvereinfreiburg.de/index_e.htm