David Leverett / Roberto Pugliese – Risonanze
Risonanze: doppia personale curata da Valerio Dehò, con opere di David Leverett, artista inglese, classe 1938 e Roberto Pugliese, giovane sound artist napoletano.
Comunicato stampa
Studio la Città inaugura sabato 3 marzo 2018, alle ore 11.30 la mostra Risonanze: doppia personale curata da Valerio Dehò, con opere di David Leverett, artista inglese, classe 1938 e Roberto Pugliese, giovane sound artist napoletano.
La decisione di accostare due artisti diversi tra loro, sia da un punto di vista temporale sia per l’utilizzo di tecniche, è nata dall’interesse per la composizione - in senso estetico e musicale - che accomuna le rispettive esperienze artistiche. David Leverett, artista lontano da facili incasellamenti, fu uno degli esponenti del movimento definito dai più “pittura-pittura”, e iniziò ad esporre con Studio la Città già nel 1971. Bene illustra quel periodo particolare Michael Haggerty che, nel suo testo, dà conto del lavoro del giovane artista inglese e dell’atmosfera di quegli anni.
Tra lavori proposti per questa mostra, tutti appartenenti ad un ciclo realizzato da Leverett nella metà degli anni ’70, sono state selezionate una serie di opere che utilizzano tecniche e supporti diversi. Nelle Time membranes, poesie e segni calligrafici sono sovrapposti in sequenza da sinistra a destra, circolarmente, e fusi in fogli di resina trasparente. Sono sospese e staccate dal muro da piccoli morsetti per permettere alla luce di passarvi attraverso, di riflettersi sul muro bianco e ripassare all’interno del lavoro. (David Leverett in: Fragments from the laminates of continuous time, Studio la Città, 1977). In ciascuna di queste opere il colore sembra vibrare come uno strumento musicale e la comparsa di alcuni segni rimandano a partiture immaginarie che evocano quelle “risonanze spirituali”, citate da Kandinskij nel suo Lo spirituale nell’arte, che Valerio Dehò riporta nell’incipit del testo sulla mostra:
Il colore è il tasto, l’occhio è il martelletto, l’anima è il pianoforte dalle molte corde, l’’artista è la mano che toccando opportunamente questo o quel tasto, mette opportunamente in vibrazione l’anima umana.
Ecco quindi il punto di tangenza con le installazioni sonore di Roberto Pugliese che, servendosi dell’utilizzo di apparecchiature meccaniche governate da software, intende esaminare nuovi fenomeni legati al suono come anche il rapporto che intercorre tra uomo, arte e tecnologia, senza mai perdere di vista l’aspetto visivo. Nelle opere esposte, dalla grande Emergenze Acustiche - installazione di tubi in plexiglass e speaker - alla cascata di cavi audio Unità minime di Sensibilità, fino alle opere più piccole a muro, come la nuova Possibile Riflessione, il suono diventa sia oggetto di ricerca, sia mezzo di espressione acustica e visiva, energia vitale che anima l’inanimato, guida per analizzare e stimolare la psiche e la percezione umana.
Osserva Valerio Dehò: […] Non solo la distanza temporale tra i due artisti viene superata, ma il confronto diventa l’occasione per una riflessione sul rapporto tra le arti e l’importanza delle sinestesie per comprendere l’illimitatezza dell’arte contemporanea, la sua necessità continua di uscire dai confini. La rilettura dell’opera di David Leverett alla luce della Sound Art di Roberto Pugliese e viceversa ha anche il senso di coprire delle distanze temporali attraverso le poetiche e scoprire che la risonanza interiore di Kandinskij non era un’ipotesi teorica ma la scoperta di una terra incognita tra la pittura e la musica.
David Leverett nasce nel 1938 a Nottingham. Vive e lavora a Londra.
Noto per i suoi dipinti astratti in acrilico e per i suoi collage, David Leverett ha studiato al College of Art di Nottingham (1957-61) e alla Royal Academy (1961-64). Ha lavorato come progettista e scenografo prima di iniziare a dipingere e di intraprendere la carriera dell’insegnamento. Nel 1966 ha tenuto la sua prima personale presso la Redfern Gallery di Londra. Il suo lavoro riflette un’attenzione continua al paesaggio, in parte per affermare la nostra identità nel mondo e in parte per attirare l’attenzione sulle notevoli dinamiche dell’ambiente naturale da cui dipendiamo. Le sue opere sono state inserite all’interno delle più importanti collettive organizzate nell’ambito del movimento “pittura-pittura” tra le quali la famosa mostra Empirica, curata da Giorgio Cortenova nel 1975 ed allestita prima alla Galleria d’Arte Moderna a Verona, poi a Rimini. La prima personale a Studio la Città risale al 1971 e con la stessa galleria veronese ha partecipato a numerose esposizioni all’estero (Atene, Berlino, Londra ecc.). Alla fine degli anni ’70 ha esposto alla Tate Gallery di Londra e presso il British Art Council. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private internazionali.
Roberto Pugliese nasce a Napoli nel 1982. Attualmente vive e lavora a Bari. Conseguita la laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sotto la guida del M° Agostino di Scipio, divide il suo tempo tra l´insegnamento presso il Conservatorio di Bari (cattedra di Multimedialità), l'attività musicale e la produzione di installazioni sonore. La sua ricerca trae energia principalmente da due correnti artistiche, quella della Sound Art e quella dell’Arte Cinetica e programmata. L’artista ha conseguito numerosi riconoscimenti importanti come la menzione d'onore nella categoria “sound art and music” ad Ars Electronica di Linz nel 2013 e una menzione speciale a Vida 14 - Telefonica Fundaciòn - a Madrid. Tra le mostre principali, sono da ricordare: La Finta Semplice, Museo degli Affreschi, Verona (2016); Concerto per natura morta, Studio la città, Verona (2014); Emergenze acustiche, Tenuta dello Scompiglio, Vorno, Capannori (Lucca, 2013); Noise, Evento collaterale alla 55° Biennale di Venezia (2013), Echi liquidi, TRA, Treviso ricerca arte, Treviso (2012); Aritmetiche architetture sonore, Studio la Città, Verona (2012); Data Deluge, Ballroom Marfa, Marfa, Texas (2012).