David Lynch – A dark optimism

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO PANICHI
Via Marzocco 2, Pietrasanta, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedi-domenica: 18-24 (chiuso: lunedi)

Vernissage
23/08/2014

ore 19

Contatti
Email: pressoffice@cavpietrasanta.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
David Lynch
Curatori
Alessandro Romanini
Generi
fotografia, personale, disegno e grafica

Una mostra dedicata all’inedita attività del regista americano David Lynch, come parte del programma d’iniziative promosse in occasione del 450° anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti.

Comunicato stampa

A DARK OPTIMISM. L’INQUIETO SGUARDO DI LYNCH
Fotografie e Litografie
Pietrasanta ospita a Palazzo Panichi, dal 23 agosto al 14 settembre la mostra dedicata all’inedita attività del regista americano David Lynch, come parte del programma d’iniziative promosse in occasione del 450° anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti.
L’iniziativa è anche parte del vasto e variegato omaggio a Lynch programmato dal Lucca Film Festival 2014, dove il regista sarà l'ospite d'onore.
Da quest’anno, il Festival è l'evento di punta delle manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Palazzo Panichi diventa quindi il palcoscenico delle visioni surreali e inquietanti che hanno reso famoso David Lynch presso tutti gli appassionati di cinema, con film come Eraserhead, Elephant Man, Velluto Blu, Cuore Selvaggio, Lost Highways, per citarne alcuni.
La sua attività “poligrafica”, che spazia dalla regia cinematografica e televisiva, dalla scrittura al fumetto, dal design ala moda, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla litografia, ne fanno il soggetto ideale per celebrare il genio enciclopedico del Buonarroti.
Visioni e temi ricorrenti che hanno caratterizzato la poetica del regista americano, declinate sul versante fotografico e litografico sono al centro della mostra ospitata da Pietrasanta.
Una serie fotografica dal titolo “Women and Machines”, costituita da 17 opere, scattate da Lynch a fine 2013 nell’atelier Idem dove ha anche stampato la suite di litografie realizzate a partire dal 2007.
Lynch da quando ha scoperto l’antica tecnica litografica, ha realizzato oltre 200 opere e ha reso omaggio con un video (proiettato nel percorso della mostra) a questo luogo leggendario dove a partire dal 1880 – anno di fondazione - hanno lavorato alcuni dei principali protagonisti dell’arte del XX secolo, da Picasso a Giacometti, da Matisse a Cocteau, da Chagall a Dubuffet e Braque per citarne alcuni.
L’opera di Lynch infatti, si caratterizza per un’attività “poligrafica”, che ha da sempre accompagnato quella cinematografica alimentandola e garantendo quelle sperimentazioni impossibili sul grande schermo.
Autore di fumetti (famosa la serie “The Angriest Dog in the World” pubblicato dal 1983 al 2003 su varie testate tra cui L.A. Reader, Creative Loafing, New York Press), oltre alla sua nota attività di sceneggiatore vi è quella meno nota di scrittore ( tra i suoi libri ricordiamo quello con Mark Frost e Richard Saul Wurman “Welcome to Twin Peaks”), musicista, compositore e cantante ( primo album da cantante e musicista è del 2011, “Crazy Clown Time” e del 2013 il secondo “The Big Dream”, dove compare una cover di “The Ballad of Hollis Brown” di Bob Dylan e tra le collaborazioni spicca quella con la cantante svedese Lykke Li), pittore (fortemente debitore dell’opera di Francis Bacon per sua stessa ammissione, come si evince da mostre come quella ospitata dalla Fondation Cartier di Parigi nel 2007 “Air is on Fire”, con opere disegnate e dipinte su tovaglioli di carta, scatole di fiammiferi oltre ai classici quadri tridimensionali).
Ma la sua poliedrica attività non si ferma qui, perchè Lynch ha voluto anche sperimentare installazioni, regie per video musicali (si ricordano quelle di “Shot in the Back of the Head” per Moby di cui è autore anche dell’animazione per pitchfork.tv e “Crazy Clown Time” per il brano omonimo dal suo disco oltre ad altri videoclip come il recente per i Nine Inch Nails), spot pubblicitari (dalla Playstation ad Armani passando per altri brand come Gucci e Dior), performance teatrali (come Industrial Symphony n°1: The Dream of Broken Hearted), design (ha realizzato l’intero arredamento del club “Silencio” di Parigi, caratterizzato da un decor chiaramente ispirato alle atmosfere di Twin Peaks), progettazione e realizzazioni di mobili e scenografie ( passione dovuta all’attività del padre che aveva un laboratorio di falegnameria. Molti mobili e arredi dei suoi film sono realizzati da lui come quelli di Strade Perdute) collaborazioni con il mondo della moda (come quelle con lo stilista Christian Laboutin, per il quale ha proposto in chiave scultorea-totemica i famosi souliers dello stilista francese, oggetto della mostra “Fetish” realizzata nel 2007).
La fotografia ha accompagnato l’evoluzione poetica di Lynch a partire dal 1980, con l’acquisto della sua prima macchina fotografica (una Canon Eos 1) a ridosso dell’inizio delle riprese di Elephant Man.
Negli ultimi anni la fotografia ha assunto nella poetica di Lynch una sua autonomia espressiva rispetto al cinema, come testimoniano anche le recenti mostre, “The Factory Photographs” presso la The Photographers Gallery di Londra e “Small Stories” alla Maison Europèen de la Photographie a Parigi.
La mostra ospitata a Pietrasanta in anteprima nazionale, abbina 2 temi ricorrenti dell’universo lynchiano, la figura femminile colta nel suo potere evocativo, valorizzata nel suo elemento creatore e esposta nel suo versante ammaliante e secondo, ma non in ordine d’importanza, la macchina, colta nella sua doppia valenza di strumento di creazione e distruzione.
La mostra mette in evidenza i temi che hanno caratterizzato la sua poetica illustrata sul grande schermo.
Temi sulfurei ma anche romantici, dalle aberrazioni fisiche all’incomunicabilità della coppia, dall’inesausta ambizione all’amore alla passione mortifera, dalla casa come rifugio e ricettacolo di atti perversi ed esecrabili, alle macchine per arrivare alla necessaria attività creativa e a quella altrettanto indispensabile del sogno.