Davide Balliano
Nella sua prima mostra personale in una galleria italiana, Davide Balliano presenterà una serie di nuovi dipinti accompagnata da sculture in ceramica le cui silhouette sono tratte dal lavoro svolto lo scorso anno nella residenza avuta a Nove in Veneto.
Comunicato stampa
Nella sua prima mostra personale in una galleria italiana, Davide Balliano presenterà una serie di nuovi dipinti accompagnata da sculture in ceramica le cui silhouette sono tratte dal lavoro svolto lo scorso anno nella residenza avuta a Nove in Veneto.
Dopo aver esposto in alcune mostre personali oltre oceano, oltre che in Europa ed ultimamente a Londra, Balliano sembra approdare ad una serie di lavori che abbraccia la sua maturità.
Se in precedenza le assenze, le trasparenze del vetro ed i nudi richiami costituivano il corpo centrale delle esibizioni, oggi possiamo ammirare il risultato compiuto della ricerca dell'artista che è passata attraverso la fotografia, nei lavori delle pagine di libro strappate e poi dipinte, attraverso performance ed installazioni che richiamavano la sua idea, facendo solo sfiorare la compiutezza del suo lavoro, ed al contempo dimostrando che Balliano ama lavorare con tutti i media.
L'architettura, i monumenti, spesso rappresentati da archi, il richiamo allo stile neoclassico, romanico e forse ancor più etrusco, nell'uso della geometria come strumento di traslazione, fanno prendere forma a dipinti e ceramiche attraverso un processo definito in prevalenza dalla scultura stessa. L'uso di gesso, smalto e stucco accompagnano il lavoro come se lo stesso fosse posato a muro e la superficie dei dipinti, totalmente piatta, sembra elevarsi dalle pareti solo per la costruzione in legno che ne contraddistingue l'elegante struttura. Attraverso una fase di intensa copertura di figure che richiamano spesso spirali, Balliano rimane alla continua ricerca del perfetto equilibrio tra assenza e presenza, fino alla soluzione finale. In egual modo le sculture, in apparenza vasi, si interpongono a rappresentare la visione di un elemento solido il quale contrasta con la fragilità della materia usata. Contrasto che nasce nuovamente dall'interpretazione dell'oggetto, di mezzo tra vaso, orinatoio e scodella dal sapore antico, trasportata al contemporaneo dal dettaglio delle linee rette che agiscono da funzionale appoggio.
La struttura dell'affresco nel dipinto evoca nuovamente elementi di un'architettura, votata alle icone ed agli altari nel richiamo alla figura umana ed al suo universo. In una sorta di camera silenziosa, il pavimento bianco installato in galleria è il tentativo di elevare il lavoro stesso verso la mancanza del confine in una sorta di misticismo, che ancor più evidenzia il classicismo e l'italianità dell'artista.
Le immagini riportate donano un tenore di sacralità al lavoro di Balliano, che assume ad archetipo l'arco e ed ancor più la sua struttura, come a reggere un mosaico a cui spesso l'artista in passato si è ispirato ed oggi compone i diversi passaggi della sua giovane carriera d'artista.
Davide Balliano è nato a Torino nel 1983, vive e lavora a New York. Tra le sue mostre personali recenti ricordiamo Timothy Taylor Gallery, Londra (2015), No Flock for Blined Shepeherds, Galerie Rolando Anselmi, Berlino (2014), Room East, New York (2014), Picatrix, Galerie Michael Rein, Parigi (2013).
Il suo lavoro è stato incluso in numerose mostre collettive, tra cui Just Another, Luce Gallery, Torino (2015), Sean Kelly Gallery, New York (2014 e 2010), Madre, Napoli (2012), The Watermill Centre, New York (2011), The Quadrilateral Biennial, Rijeka (Croatia 2011), MoMA PS 1 (2010), New York, The Tate Modern, London (2010), Espace D'Art Contemporain de Castello, Castellon (2010).