Davide Cantoni – 2 degrees + 111

Informazioni Evento

Luogo
BLINDARTE MILANO
Via Palermo 11 20121 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
22/03/2018

ore 19

Artisti
Davide Cantoni
Curatori
Lorand Hegyi
Generi
arte contemporanea, personale

Prima mostra personale di Davide Cantoni a Milano nel nuovo spazio di Via Palermo 11.

Comunicato stampa

DAVIDE CANTONI

2 degrees + 111

and new burned drawings

curated by Lorand Hegyi

22 marzo - 3 maggio 2018

OPENING:

Giovedì, 22 MARZO, ore 19

BLINDARTE MILANO - Via Palermo, 11

ph +39 02 36565440

La BLINDARTE è lieta di annunciare la prima mostra personale di Davide Cantoni a Milano nel nuovo spazio di Via Palermo 11, dal 22 marzo al 3 maggio 2018 - opening giovedì 22 marzo in presenza dell’artista e del curatore Lorand Hegyi.
Considerato con grande interesse per la tecnica innovativa e per l’intensità delle storie che racconta e reinterpreta attraverso il proprio lavoro, Davide Cantoni presenta in questa mostra curata da Lorand Hegyi una nuova serie di disegni bruciati di grande formato, accomunati dal tema 2 degrees (2 gradi) - titolo della mostra - e, per la prima volta a Milano, l’imponente opera museale dal titolo 111.
Nella costante ricerca tra le immagini e le notizie pubblicate sul New York Times, l’artista italiano di nascita, ma newyorkese di adozione, focalizza l’attenzione sulle conseguenze del surriscaldamento globale, e mostra come le problematiche escano fuori dai margini dei salotti della politica internazionale, per investire direttamente l’uomo, gli altri esseri viventi e la vivibilità del pianeta. Le immagini, fragili per effetto delle bruciature, mostrano come questa piccola misura espressa in gradi - 2 - possa creare enormi differenze, portando il mondo per la prima volta davanti ad una catastrofe di proporzioni globali mai affrontata in precedenza.

I disegni bruciati, le celebri opere realizzate da Cantoni concentrando la luce del sole attraverso una lente di ingrandimento che, imitando il processo fotografico, arriva a bruciare i tratti disegnati sulla carta, si arricchisce in questo ultimo nucleo di opere (circa 15) per la presenza del colore, ormai - come dice l’artista - sempre più presente anche sulla carta stampata. Il colore, sottile e sbiadito, a volte bruciato, cattura l’attenzione e contribuisce a fissare nelle nostre memorie le immagini di eventi, evitando che il loro incessante susseguirsi ne faccia sbiadire il ricordo e l’importanza.
Alcune osservazioni sull'Œuvre recente di Davide Cantoni di Lorand Hegyi
"Tutto il lavoro ha ovviamente un aspetto politico, e voglio averlo. Penso che qualsiasi lavoro per essere interessante debba avere un aspetto politico. Voglio che la gente si chieda: cosa sto guardando? Cosa sta succedendo e perché? Allo stesso tempo, non voglio che sia travolgente, non sto facendo politica, sto facendo dipinti. I lavori riguardano la politica, ma hanno altro da dire sulla pittura, sul disegno, sulla fotografia, sul video. "- dice Davide Cantoni, in un'intervista a David Coggings sulla relazione del suo lavoro con la politica. In realtà, l'opera di Davide Cantoni non si rivela come affermazione politica, né come manifestazione di alcuna attività politica, ma pura poesia. La fragilità delle immagini, la sottigliezza delle forme che suggeriscono un'esistenza provvisoria ed effimera di tutto il fenomeno compaiono nel suo universo, l'aura emotiva che circonda i motivi della natura e della civiltà umana creano tutti un contesto estremamente sensibile e riflessivo, meditativo, piuttosto contemplativo che attivo. Questa contemplazione quasi malinconica fa molto bene a qualsiasi attivismo politico. Questo è l'universo dell'artista, il regno del poeta, che ha la capacità e la competenza di vedere e lasciare vedere le forze nascoste e irrazionali dell'autodistruzione dietro la superficie apparentemente neutra delle cose.
La nuova serie di disegni su grande scala di Davide Cantoni offre un incredibile equilibrio tra intellettualità intrigante e sovversiva e sensualità accattivante e sottile, tra osservazione nitida e precisa ed immaginario empatico. Le sue immagini rappresentano luoghi, casi, situazioni e costellazioni sul nostro pianeta, dove diverse forme di ignoranza, indifferenza, violenza e aggressività umane distruggono l'armonia naturale e il resto storico delle civiltà precedenti. La bellezza dei frammenti, la superficie sensuale dei dettagli, i toni sottili e delicati della colorazione accuratamente introdotta di alcune parti dei disegni contribuiscono alla creazione di un nuovo tipo di bellezza della superficie, mentre noi abbiamo la tendenza a dimenticare, o almeno non rendersi conto della tristezza della realtà che c'è dietro. Questa doppia strategia di lettura della realtà visiva delle immagini fabbricate rivela l'approccio intellettuale sovversivo di Davide Cantoni all'aspetto visivo e riempie il suo lavoro di tensioni, contraddizioni e molteplici riferimenti contestuali non solo per quanto riguarda la complessità narrativa dell'opera ma soprattutto riguarda il processo di osservazione critica e analisi del fenomeno riflesso. In questo senso la sua opera incarna anche un certo tipo di sfida dell'atteggiamento dello spettatore, come una messa in discussione della competenza dell'artista nella fabbricazione delle immagini. Il romanticismo nascosto di Davide Cantoni coinvolge la sua convinzione della competenza intrigante e sovversiva delle immagini, come il suo appassionato coinvolgimento emotivo nelle costellazioni umane concrete, nell'esperienza umana di angoscia, sofferenza, emarginazione, abbandono e violenza dei nostri giorni. I suoi disegni evocano prospettive di consapevolezza e allo stesso tempo dimensioni emotive di responsabilità ed empatia.
L’artista presenta anche il corposo lavoro 111, quella che è stata definita la “cartografia dei conflitti del mondo”. L’opera museale composta da 111 disegni bruciati è uno studio - non scientifico - su quelli che sono stati i conflitti che dal 1900 al 2010 hanno invaso il nostro pianeta.

“Una cartografia empatica: tra oggettività e sensibilità, Appunti sul lavoro di Davide Cantoni” di Lorand Hegyi (il testo completo appare nella monografia)
Il progetto “111 anni” rappresenta una nuova cartografia della sofferenza umana, nella quale i vari conflitti militari, le guerre, le aggressioni, gli atti terroristici e le violenze delle guerre civili vengono sistematicamente enumerati e strutturati lavorando la carta con svariati metodi e rappresentando in forma grafica le scene di violenza. L’aspetto obiettivo e la pretesa quasi storica ed enciclopedica di visualizzare in modo trasparente, conseguente ed esaustivo gli eventi della storia umana provocano una sorta di sistematizzazione visuale, nella quale le connotazioni e le allusioni alle singole storie vere degli individui mantengono l’energia poetica prodotta dal sapersi concentrare sulla manifestazione silenziosa, schiva e concreta della sofferenza umana. Questo sistema visuale, una cartografia sistematizzata e rigidamente strutturata, preserva sempre e senza limitazioni l’energia emozionale data dall'immediatezza dell’immagine, provocando in questo modo una risposta empatica.
La coraggiosa radicalità della posizione artistica di Davide Cantoni, sorprendente e quasi inaspettata, sta proprio nell'occupare senza compromessi questa posizione estrema, nella quale egli presenta l’irrevocabile fragilità ontologica della nostra vita come un dato di fatto oggettivo e inevitabile. Paradossalmente proprio questa calma oggettiva, l‘indiscutibile irrevocabilità dell’essere fragili e feriti quale condizione universale ed eterna delle cose, provoca infine una resistenza etica contro l’apatia nascosta e occultata dietro la facciata di un determinismo fatalista. Lorand Hegyi - Roma, ottobre 2010