Davide Dall’Osso – Drammaturgia della rinascita
Le opere dello scultore Davide Dall’Osso non sono sculture. Esse divergono dalla semplice Scultura in quanto non descriventi un plenum, un volume solido, una densità di struttura formale quantificabile da un sensibile ‘peso ottico’: sono nuvole di forma contenenti lo spazio della non-materia che costituisce sogno, sensazione, eidos.
Comunicato stampa
Le opere dello scultore Davide Dall'Osso non sono sculture. Esse divergono dalla semplice Scultura in quanto non descriventi un plenum, un volume solido, una densità di struttura formale quantificabile da un sensibile 'peso ottico': sono nuvole di forma contenenti lo spazio della non-materia che costituisce sogno, sensazione, eidos.
Questo artista polimaterico riesce con maestria a rigenerare la classicità della forma tramite materiali nuovi, moderni, industriali: egli scrive col linguaggio moderno di quello che è disponibile oggi, poesia dal sapore antico, epico, onirico.
Il policarbonato, materia principe di questa mostra, plasmato da Dall'Osso, diventa una pelle sottile e sorprendentemente resistente. Rigida e vitrea, essa definisce e 'contiene' la forma attribuitagli dalla mente e dalle mani dell'Artista. La sua natura è quasi liquida, trasparente, vaporosa, arabescante, la luce la attraversa e in parte ne è rifratta. Sorprendentemente, i lavori di Dall'Osso ancorché leggeri e quasi immateriali costituiscono opere dal peso qualitativo elevato. La densità specifica dell'idea è sublimata dalla tangibilissima e sorprendente freschezza delle forme.
Le teste di cavallo montate su sottili e sinuose strutture metalliche, ad esempio, sono esteticamente modernissime, eppure echeggiano con grande e drammatica empatia le forme di Phidias nella loro vacua ed intangibile non-pienezza.
Questa non è scultura, è sogno, sensazione, eidos e di certo non è semplice design.
E' Poiesis.
Claudio Assandri e Simone Schiavetta