Davide Mancini Zanchi – No diamonds in the sky

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE
Via Degli Ausoni 7, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al sabato ore 15.00 – 19.00 e lunedì su appuntamento (per il mese maggio) ; dal lunedì al venerdì ore 15:00-19.00 (per i mesi di giugno e luglio)

Vernissage
17/05/2023

ore 18

Artisti
Davide Mancini Zanchi
Curatori
Marcello Smarrelli
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale di Davide Mancini Zanchi.

Comunicato stampa

Mercoledì 17 maggio 2023 la Fondazione Pastificio Cerere presenta NO DIAMONDS IN THE SKY, la prima personale a Roma di Davide Mancini Zanchi a cura di Marcello Smarrelli, con un testo di Saverio Verini.
La mostra sarà aperta al pubblico da giovedì 18 maggio a venerdì 21 luglio 2023.

Davide Mancini Zanchi utilizza pittura, scultura, installazione e performance in chiave concettuale e ironica, la sua poetica si contraddistingue per la produzione di oggetti e scenari dove i media artistici tradizionali si scambiano ruoli e funzioni mescolati con elementi comuni tratti dalla vita quotidiana. L’esperienza performativa, l’approccio irriverente e allo stesso tempo attentamente studiato, l’uso di materiali eterogenei, la pluralità dei riferimenti culturali, mettono in atto un processo di decontestualizzazione della realtà che crea scenari spiazzanti e di grande impatto.

Per la Fondazione Pastificio Cerere l’artista presenta NO DIAMONDS IN THE SKY – titolo ispirato dalla canzone dei Beatles Lucy in the Sky with Diamonds – un’installazione site specific pensata per lo spazio del SILOS, ispirata al suo ciclo più iconico, quello dei Cieli. Mancini Zanchi ha realizzato tantissimi cieli disseminati di luminose stelle bianche, un riferimento diretto alle volte affrescate di chiese ed edifici sacri presenti in tutta Italia e caratteristici dell’arte medievale.

I cieli di Mancini Zanchi non sono realizzati attraverso un gesto tradizionalmente pittorico, ma contemplano un elemento importante per la sua pratica artistica: l’azione. Le stelle, infatti, sono il risultato di un gioco tanto irriverente quanto faticoso, una performance svolta in modo assolutamente privato, masticando la carta e sputandola – letteralmente – sulla superficie monocroma attraverso l’uso di una penna Bic trasformata in cerbottana.
Un cielo stellato tragico – se si pensa alla fatica fisica per realizzarlo – e insieme sognante – se ricondotto all’atteggiamento ludico – con l’evidente dualismo che caratterizza la sua poetica, carico del peso storico e ancestrale che sempre accompagna questa particolare iconografia.
La ripetizione meccanica e stressante di un gioco tra studenti crea un “mondo”: in questo inedito legame tra stelle e saliva, tra l’energia dell’azione e la serenità che evoca l’esito finale, va forse cercata la ragione per cui i cieli di Mancini Zanchi risultano privi di ogni retorica.

Biografia

Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986) vive e lavora ad Acqualagna (PU), un paesino tra il mare Adriatico e le montagne degli Appennini.
La sua attività artistica ha inizio nel 2010 con una serie di video performance in cui il corpo è messo in relazione con quotidianità e spazio vissuto.
Dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Urbino, nel 2014 è ospite in residenza alla DENA Foundation for Contemporary art, nella sede di Parigi, e nel 2018, presso BoCs Art – Residenze Artistiche a Cosenza.
Il suo lavoro è stato esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Tra le mostre personali si ricordano: Mira il mare mà lè (Fondazione Pescheria, 2021); Toys are us (A+B gallery, Brescia, 2019); Da che mani vidi Zan Cin (Otto Gallery, Bologna, 2019); La Conquista dello Spazio (Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 2016); tra le collettive più recenti: Meccaniche della meraviglia (Chiesa di San Giacomo al Mella, Brescia, 2019); Vie di fuga (Societé Interludio, Torino, 2018); Chi utopia mangia le mele (Ex dogana merci, Verona, 2018).
Nel corso degli anni, la sua ricerca ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Premio Centro Arti Visive Pescheria (2011), Premio Lissone (2014) e Premio Treviglio (2016); è stato inoltre finalista del Talent Prize (2019) e del Club Gamec Prize (2018). Inoltre, nel 2020 ha vinto l’Italian Council con un progetto di residenza in Uruguay. Nel 2022 è uscito MONOCHROMO, curato da Gabriele Tosi, edito da Cura.Books dove viene delineato il suo percorso artistico.

Si ringrazia A+B gallery di Brescia per il supporto.

La mostra è realizzata in partenariato con Pesaro capitale italiana della cultura 2024