De Pietro | Ferraiuolo | Schipani

Informazioni Evento

Luogo
PDAC - PALAZZO DUCALE ARTE CONTEMPORANEA
Via Duomo s.n.c. – 87020 , Maierà, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì alla domenica dalle 19 alle 24.

Vernissage
09/08/2014

ore 19

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria; Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Comune di Maierà (Cs)

Artisti
Antonio De Pietro, Francesca Ferraiuolo, Antonio Schipani
Curatori
Andrea Romoli Barberini
Generi
arte contemporanea, personale

Tre mostre personali di Antonio De Pietro, Francesca Ferraiuolo, Antonio Schipani.

Comunicato stampa

Antonio De Pietro
Memento
a cura di
Andrea Romoli Barberini
Inaugurazione sabato 9 agosto, ore 19.00 (fino al 27 agosto 2014)

Palazzo Ducale/Maierà, (PDAC)
Via Duomo s.n.c. – 87020 MAIERA’ (Cs)

Da sabato 9 agosto (fino al 27 agosto 2014) gli spazi del PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea) di Maierà (Cs) ospitano la mostra personale di Antonio De Pietro, Memento.
L’artista, già protagonista, nel 2013, della grande mostra “Memoria”, ai Mercati di Traiano, a Roma presenta in anteprima al PDAC di Maierà una selezione del recente ciclo dei Libri, suggestivi elaborati dalla spiccata valenza lirica in cui al concetto di libro, inteso nell’accezione di contenitore di miti, esperienze e saperi da conservare e tramandare, si somma l’esaltazione di quella sua seducente oggettualità che racconta e testimonia nelle sue lacerazioni, nei suoi traumi e nei misurati interventi dell’artista, una storia segreta e ricca di fascino .
Completano la proposta alcune tecniche miste di vario formato, presentate ai Mercati di Traiano, che ribadiscono la poetica dell’artista incentrata sul recupero di oggetti tratti da una quotidianità semplice, densi di richiami simbolici e intrisi di nostalgia.

“Ciò che mi lega alla realtà è proprio l’uso del materiale. Ma l’immagine nasce attraverso il ricordo, che alle volte è lontanissimo. L’opera prende forma in questa continua oscillazione, dentro di me, introspettiva e ludica ad un tempo, tra il materiale reale e il ricordo personale, che spesso viene
dalla mia infanzia, ma anche da una memoria più intellettuale e universale che è quella della tradizione dei miei luoghi”.
Antonio De Pietro

Francesca Ferraiuolo
Theche
a cura di
Andrea Romoli Barberini

Inaugurazione sabato 9 agosto, ore 19.00 (fino al 27 agosto 2014)

Palazzo Ducale/Maierà, (PDAC)
Via Duomo s.n.c. – 87020 MAIERA’ (Cs)

Da sabato 9 agosto (fino al 27 agosto 2014) gli spazi del PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea) di Maierà (Cs) ospitano la mostra personale di Francesca Ferraiuolo, Teche.
L’esposizione documenta con circa 10 opere la ricerca recente della giovane artista lametina che si è aggiudicata, lo scorso febbraio, la prima edizione del Premio “Zona Sud” Arte Contemporanea (ex aequo con Antonio Schipani).

“Riprendo un frammento di ricordo custodito in uno scatto e lo rielaboro a distanza di tempo. Sovrappongo memorie, emozioni, pensieri passati fin quando non trovo una forma che si modelli sul mio stato d’animo presente abolendo, attraverso il susseguirsi di trepidazioni, la staticità, la "morte della foto"...
Anche per questo le mie opere sono delle "teche" aperte alle mie e altrui emozioni e attraverso le quali luci ed ombre continuano a forgiare l'immagine divenuta astratta e misteriosa. Il riflesso è quello che per me resta del passato.
Senza pensare troppo al risultato finale, sono tormentata dal desiderio di dare una struttura compiuta ad una tensione alla quale inizialmente non saprei dare nemmeno un nome.
Quando mi sento particolarmente coinvolta da qualche situazione sfoglio delle mie vecchie fotografie, quasi a voler ricercare nel passato una soluzione al mio stato d’animo attuale e mi capita, talvolta, di soffermarmi improvvisamente su uno scatto, che in altre circostanze non mi aveva trasmesso nulla di particolare (probabilmente una sorta di Punctum di cui parlava Roland Barthes), sentendo l’esigenza di completare l’immagine attraverso la nuova emozione.
Divento io stessa la prima spettatrice estranea e nell’osservare il risultato astratto, inaspettatamente, riesco a capire il mio tormento iniziale. La mia angoscia è bloccata lì e mi sento come liberata da quel peso. Da questo momento inizio a riflettere e a ultimare l’opera immettendo colori ed elementi simbolici che completino il tutto in modo più razionale”.
Francesca Ferraiuolo

Antonio Schipani
Prossimità e distanze del dubbio
a cura di
Andrea Romoli Barberini
Inaugurazione sabato 9 agosto, ore 19.00 (fino al 27 agosto 2014)

Palazzo Ducale/Maierà, (PDAC)
Via Duomo s.n.c. – 87020 MAIERA’ (Cs)

Da sabato 9 agosto (fino al 27 agosto 2014) gli spazi del PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea) di Maierà (Cs) ospitano la mostra personale di Antonio Schipani, Prossimità e distanze del dubbio.
L’esposizione documenta con tre sculture e i relativi studi preliminari la ricerca recente del giovane artista di Sersale (Cz) che si è aggiudicato, lo scorso febbraio, la prima edizione del Premio “Zona Sud” Arte Contemporanea (ex aequo con Francesca Ferraiuolo).

“Qual è la distanza tra noi e le cose che ci circondano? E quella tra noi e Dio? È veramente una questione di distanze o piuttosto di contatti? Quindi, trovare il contatto tra noi e la “cosa”, che fa da tramite tra l’uomo e Dio, è fondamentale. L’interrogazione sulla distanza tra noi e le cose implica nella nostra cultura (formata sul pensiero ebraico-cristiano) la distanza tra noi e Dio essendo, Dio, ogni cosa e ogni creatura. La distanza, e tutto ciò che concerne l’esteriorità, ovvero quanto percepiamo e sentiamo oltre e fuori di noi, è il più antico dei dolori dell’uomo in quanto la nostra capacità di controllare e anticipare gli eventi, si risolve in un fallimento perché le nostre azioni interpretative, e tutto quello che comporta il sapere è sempre inadeguato alla realtà. La distanza dalle cose come da Dio coincide con la nostra inadeguatezza rispetto alla possibilità di raggiungere un contatto assoluto. Il contatto rimane un’aspettativa affidata alla fede, ma la fede tende alla certezza, alla verità. Ma è nella continua ricerca nel dubbio e quindi nel dramma che si trova la verità.
Nell’opera è il “sentire”, è la provenienza, il sopraggiungere, che dividono i vari oggetti, le varie superfici. Questa distanza è più di una spaziatura: forse, è un tutto che l’uomo tende a dividere per cercare di gestire le cose”.
Antonio Schipani